TORINO fu la prima città a inaugurare un servizio pubblico con carrozze su rotaia trainate dai cavalli:
la sera del 29 DICEMBRE 1871 “in mezzo a grande concorso di cittadini” ci fu la corsa di prova di un TRAM A CAVALLI per le vie di TORINO tra la Barriera di Nizza e piazza Castello. Tre giorni dopo, il 1° GENNAIO 1872, la città inaugurò un servizio pubblico di tram a cavalli su rotaia bruciando sul tempo Napoli, Trieste, Roma, Milano.
Sistemare le rotaie nel selciato urbano fu un grande salto evolutivo nella tecnica dei trasporti: le prime guide di ferro erano apparse nel Seicento nelle miniere inglesi per spostare i carrellini con i materiali estratti, e da quell’invenzione si sarebbero sviluppate la ferrovia e la sua versione leggera, il tram.
È trascorso un secolo e mezzo dal debutto della prima
linea tranviaria italiana, nata proprio a TORINO.
29 DICEMBRE 2021 - A 150 anni di distanza ATTS – Associazione Torinese Tram Storici – ha ricordato quell'evento così importante con una corsa rievocativa (senza passeggeri a bordo) del TRAM 502 da piazza Carducci a piazza Castello.
2 GENNAIO 2022 – ATTS in collaborazione con GTT – Gruppo Torinese Trasporti - ha organizzato visite guidate al Museo di Sassi con le sale appena rinnovate che espongono l'ultimo TRAM A CAVALLI esistente, insieme a cimeli e fotografie a tema tranviario. Dal vicino capolinea della linea 15 sono partiti i giri gratuiti con la VETTURA 2759 “due camere e cucina” da Sassi a piazza Vittorio Veneto (e ritorno).
Nel piccolo Museo all'interno della stazione di Sassi, capolinea della tranvia di Superga, in bella mostra la CARROZZA A CAVALLI 197 della Belga, una delle società private tranviarie che precedettero la gestione comunale dell’ ATM - Azienda Tranvie Municipali.
È un reperto prezioso, costruito nel 1880 dalle officine Miani & Silvestri, salvatosi dal demolitore perché utilizzato fino agli anni Quaranta come mezzo di servizio. La 197 fu restaurata nel 1978 dopo aver partecipato a riprese cinematografiche, in particolare lungo la Linea dei viali al Valentino.
Fra i sogni dell’ATTS vi è anche il progetto di rimettere sui binari l’antica vettura 197 di Sassi, trainata da cavalli veri. L’idea è tecnicamente realizzabile e i costi potrebbero essere ben ripagati dai risultati d’immagine. Tifiamo affinché l’iniziativa vada in porto !!
Nel 1874 nascono due nuove linee che collegano la barriera di Piacenza e la barriera di Casale con piazza Castello, e negli anni successivi, l'espansione della rete tranviaria diventa impetuosa.
Nel 1896, sui TRAM A CAVALLI delle quattordici linee di Torino si aggirava un passeggero attento e curioso, che prendeva nota di tutto quanto accadeva a bordo e nella città che fuggiva intorno a quel democratico salottino in movimento: era Edmondo De Amicis, che due anni dopo pubblicò "La carrozza di tutti", un affresco della quotidianità cittadina e un ritratto vivissimo dei torinesi di fine Ottocento.
1871 – 2021 : nell'ambito dei festeggiamenti per i 150 ANNI
del TRAM A TORINO anche i giri speciali con la VETTURA
2847 attraverso la città sotto LUCI D’ARTISTA.
Piccoli spiriti blu - Rebecca HORN - Monte dei Cappuccini
Amare le differenze - Michelangelo PISTOLETTO - Antica Tettoia dell'Orologio in Piazza della Repubblica
Foto by Barbara CARICCHI
Cosmometrie - Mario AIRO' - Piazza Carignano
Ristocolor - tram storico adibito a ristorante
Planetario - Carmelo GIAMMELLO - Via Roma
Piccoli spiriti blu - Rebecca HORN - Monte dei Cappuccini
Porta Palazzo
Porte Palatine
Foto by Mauro DRAGONI
Una serie di manifestazioni copriranno l’intero 2022.
Fra le iniziative è previsto il restauro della vettura 614 del 1928 e la sua rimessa in circolazione, coinvolgendo nel cantiere gli artigiani del Sermig, la Casa del Quartiere Cecchi Point e le Officine Creative, nonché la cooperativa sociale Liberi Tutti.
TRAM STORICI a TORINO
Trolley Festival in piazza Castello la prima domenica di dicembre
TRASPORTO PUBBLICO URBANO – La storia
L’idea di trasporto pubblico urbano fu una conquista difficile. Nella PARIGI del Seicento, congestionata dalle carrozze private, tra i primi a suggerire servizi di carrozze pubbliche su percorsi prestabiliti a intervalli regolari, con tariffe prefissate, era stato Blaise Pascal. Il filosofo aveva progettato una rete di quattro linee radiali e una circolare, ma il 18 marzo 1662 non poté vederne l’avvio, poiché era morto cinque mesi prima. Il servizio durò una quindicina d’anni, dopodiché fu affossato dalla lobby dei cocchieri privati e dall’ostracismo dei nobili, che mai si sarebbero seduti accanto a bottegai e popolani.
Veri servizi di OMNIBUS A CAVALLI comparvero nelle maggiori città europee e americane soltanto all’inizio dell’Ottocento. Il termine “omnibus” nacque a Nantes nel 1826, quando Stanislas Baudry organizzò un servizio di carrozze piazzando il capolinea centrale accanto a un negozio di cappelli con l’insegna “Omnes omnibus”: un gioco di parole che sfruttava il nome del proprietario Omnes e la parola latina omnibus, cioè “per tutti”. Da lì si diffuse l’abitudine di “prendere l’omnibus”, uno slogan doppiamente azzeccato.
Torniamo alla Torino ottocentesca. Nel 1835 un imprenditore lionese, Adrien Touron, chiese al Comune di organizzare alcune linee di omnibus. Domanda respinta. Andò meglio a Giovanni Rissone, che nel 1868 riuscì a far correre le sue carrozze dal Borgo Nuovo a Porta Palazzo e da Porta Susa a piazza Castello.
L’8 dicembre dello stesso anno si fece avanti Zaverio Avenati con
una grande novità, cioè la richiesta di concessione di un OMNIBUS
SU ROTAIA : il TRAM.
La domanda sonnecchiò per quasi tre anni, finché il 1° luglio 1871 il Comune concesse < la facoltà di collocare sul suolo pubblico un binario di guide di ferro per servizio di vetture a cavalli tra la piazza Castello e la barriera di Nizza (attuale piazza Carducci, ndr), percorrendo le vie Accademia delle Scienze e Lagrange e la strada di Nizza>.
Avenati, stanco dell’attesa, cedette intanto i diritti a Domenico Ponzio, che fece costruire una vettura prototipo dall’officina di Alessandro Locati in viale del Re (oggi corso Vittorio), mentre assegnò le vetture di serie alla segheria a vapore di Lorenzo Ferrato a San Salvario. La produzione tuttavia non partì, perché nel settembre 1871 la segheria andò a fuoco. Ponzio fu costretto a ricorrere nuovamente a Locati, che lavorando giorno e notte garantì l’avvio del servizio il 1° GENNAIO 1872.
Alla linea di via Nizza seguirono presto quelle per la barriera di Casale e di Piacenza.
Il vantaggio delle ruote di ferro su rotaia, rispetto a quelle di legno dell’omnibus, è un minore attrito che esige meno energia e consente maggiore velocità, oltre a limitare scossoni e fracassi tipici delle carrozze. Le tariffe delle linee su rotaia poterono così abbassarsi e il tram divenne davvero “ la carrozza di tutti “, secondo la definizione di De Amicis.
Tre anni dopo la prima corsa, il concessionario cedette attività e impianti alla meglio attrezzata Société Bélge-turinoise de tramways. E nacque la concorrenza tranviaria: nel 1881 la Società Torinese di Tramways e ferrovie economiche (Stt) rilevò la linea della barriera di Nizza e ottenne la concessione per tre nuove linee. La città si riempì di binari, con linee parallele e talvolta improduttive.
L’età d’oro del tram torinese a cavalli iniziò a declinare nel 1897,
quando la Società Anonima Elettricità Alta Italia (Saeai) elettrificò
le prime linee a 600 Volt.
La modernità prevalse con forza, anche se alcune tratte a cavalli resistettero fino al 1904 nella periferia. Nel 1907 la Saeai venne municipalizzata e nacque l’Atm. Quando questa nel 1922 riscattò l’intera rete, ereditò anche gli ultimi cavalli in forza alla Società Belga, usati per servizi accessori. L’azienda municipale tuttavia giudicò che < le spese di mantenimento e di custodia sono tali, anche volendo tener conto di eventuali prestazioni, da consigliarne la vendita >. Perciò con deliberazione del 27 dicembre 1923 l’ultimo cavallo fu venduto all’impresa di Cesare Quaglino per 3.850 lire. Finimenti compresi.
Stefano Garzato torino.corriere.it
Rif. articolo DECEMBER (sez. Storie)
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