THE TREE OF LIFE - film del 2011 diretto da Terrence Malick. Quinta opera del regista statunitense, ha per protagonisti Brad Pitt, Sean Penn e Jessica Chastain, oltre ad aver segnato l'esordio di Hunter McCracken, Laramie Eppler e Tye Sheridan.
Presentato in concorso al 64º Festival di Cannes (maggio 2011), ha vinto la Palma d'oro per il miglior film.
< Dapprima è l’immagine. È una cavalletta in equilibrio su di un filo d’erba. Poi è l’Apocalisse dello sciame che divora le colture. È la foresta pluviale i cui rami si aprono con lame di luce sopra al soldato in cerca di sé. È il giardino all’inglese in cui la “selvaggia” nativa Pocahontas si perde a danzare con grazia. È l’insenatura di roccia che si apre e si “ramifica” grazie ad un fascio di luce. Prima viene la luce e l’immagine. Poi viene il verbo, e con esso la storia. Terrence Malick prima della parola ha sempre messo in primo piano l’immagine. Il suo, dal 1973, è un cinema visivo ed uditivo. Nel senso che lo si potrebbe fruire o chiudendo gli occhi, o tappandosi le orecchie. E ci si ritrova immersi in un mondo immaginifico, sensibile e palpabile > Emanuel Trotto
LEMON TREE - canzone del gruppo tedesco Fool's Garden, estratta dall'album Dish of the Day. Pubblicata come singolo nel 1995, è diventata un successo internazionale nel 1996.
Alessandro Ventrella
CASTAGNA GRANDA a Monteu Roero (Cuneo)
Il sentiero giunge ad un'imponente radura di castagni secolari, dove primeggia la "castagna granda".
Si tratta di un vero e proprio monumento vegetale, catalogato dalla Regione Piemonte nel volume "Alberi monumentali del Piemonte" come uno fra i più vecchi della regione: si stima infatti che abbia un'età intorno ai 400 anni. L'altezza dell'esemplare è di 12 mt, la circonferenza del tronco a petto d'uomo di 10,50 mt, mentre la circonferenza alla base del tronco è di 14,70 mt.
Sostare sotto i suoi rami centenari o semplicemente soffermarsi nella radura che lo accoglie è senz'altro un'esperienza che vale la pena fare.
L’ ALBERO nell’ ARTE
FORMA COLORE LUCE SPAZIO MATERIALE GESTO
L'ALBERO appare nell' arte egizia in modo stilizzato ma con essenze chiaramente identificabili. Nell'opera sottostante colpisce la rappresentazione con la vasca vista dall'alto e gli alberi di fronte.
Frammento di parete dipinta dalla tomba di Nebamon, amministratore della moglie di Thutmose IV. 1300 a.C., 64 cm x 73 cm, pittura su stucco, pigmenti naturali, British Museum, Londra.
I Romani e i Greci adoravano certi alberi attribuendo loro un'incarnazione divina. Così la QUERCIA fu dedicata a Zeus, l'OLIVO ad Atena, l'ALLORO ad Apollo e il PINO a Poseidone.
L'immagine dell'ALBERO accompagna tutti i grandi momenti del racconto biblico:
" Poi ponendo l'uomo e la donna nel giardino dell'Eden, in mezzo al quale era stato piantato l'albero della vita, l'eterno Dio gli permise di mangiare liberamente di ogni albero del giardino, tranne un certo albero, che chiamò albero della conoscenza del bene e del male: < Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete >.
Ora il serpente, che era la più bella di tutte le bestie selvatiche, disse alla donna:
< No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male> ”.
Il libro della Genesi, xxx
Lucas Cranach il Vecchio, 1526, Adamo ed Eva, olio su acero.
L'albero è qui idealizzato. Non è necessaria la conformità alla natura. E’ importante invece mostrare un albero magnifico con frutti appetitosi per esprimere la tentazione di Adamo ed Eva.
L'ALBERO e la FORMA
Gli artisti cinesi eccellono nella rappresentazione degli alberi nella loro completezza.
Li Cheng (919-967), pittore dello Shandong. (Museo Nazionale, Taipei.)
Patrick Van Caeckenbergh in Drawings of Old Trees (2014) è ancora più preciso senza dimenticare la composizione complessiva dell'albero. Nel 2010 l'artista ha realizzato una serie di disegni iper-realisti ricavati da foto di alberi secolari.
Mondrian cerca la rappresentazione della quintessenza dell'albero, rendendolo astratto come un concetto.
Red Tree (1910, Dallas, Museum of Art).
L'albero della vita di Gustav Klimt è il dettaglio centrale di uno schizzo per l'affresco del Palazzo Stoclet (Museo delle Arti Applicate Vienna, 1905-09). La spirale è il motivo ripetuto nel dipinto.
Nei dipinti di Franco Rasma gli ALBERI assumono la forma di sentinelle con le RADICI in piena LUCE … i RAMI talvolta piegati nel segno dell’infinito : il mondo in cui realtà e sogno si confondono.
L'ALBERO e il COLORE
Paul Signac propone una versione colorata dell'albero dove le sensazioni di luce lo fanno vibrare. L'ombra dipinta in blu fa risaltare il giallo fuoco.
The Olive Trees di Vincent Van Gogh (MOMA, New York, 1889) sono sorprendentemente verdi, con riflessi argentati tipici dell' OLIVO.
L'albero rosso di Séraphine Louis (1928-30, Centro Pompidou di Metz).
L'ALBERO e la LUCE
Claude Monet: Tre alberi, estate(1881. Museo Nazionale di Arte Occidentale, Tokyo).
Sicomoro in autunno, parco di Orange County di Edgar Payne (1882-1947) prodotto intorno al 1917. Collezione privata.
Compensazione di Paul Elie Ranson (1895, collezione privata). La luce permette di distinguere i diversi piani: penombra in primo piano, luce sullo sfondo.
Il simbolismo che permea tutta l’opera di Ranson è caratterizzato da un uso del colore piatto e dalla semplificazione delle forme che si risolve in arabeschi lineari, in cui è evidente l’influenza di Gauguin e dell’arte giapponese. Paul Elie Ranson fuuno degli esponenti più rigorosi dei Nabis.
Pommier aux fruits rouges - Paul Elie Ranson
L'ALBERO e lo SPAZIO
L'albero permette di rappresentare la profondità dello spazio.
Paesaggio ideale di Nicolas Poussin (Madrid, Museo del Prado, 1650 circa)
The Yellow Trunk (1912) di Edvard Munch (1863-1944). Munch Museum, Oslo. Munch usa il tronco giallo per “scavare dentro” il dipinto.
li alberi danno profondità al dipinto evidenziando il punto di fuga.
Henrique Oliveira arte per PALAISE DE TOKYO: l'albero invade lo spazio reale e concreto dello spazio espositivo. L'albero è presentato in modo reale.
L'ALBERO e il MATERIALE
Sycamore dell'americano Andrew Wyeth (1917-2009). Non è una fotografia ma una tempera del 1982. Il materiale del tronco è il soggetto del dipinto.
Marion Moulin rappresenta la corteccia di un albero.
“ La serie WoodCut dell'artista Bryan Nash Gill è stata realizzata con l'impronta inchiostrata di tronchi d'albero tagliati. Queste stampe mettono in evidenza la complessità delle forme, quasi matematica, la finezza delle linee e la trama del legno che diventa puramente grafica. Come un'impronta digitale, ogni impronta diventa individuale, rivelando una personalità, una sensibilità profonda “
Raumplastik – plastica spaziale by Norbert KRICKE (Photo Mauro DRAGONI)
L'ALBERO e il GESTO
Etude d’arbre : l’olivier di Edouard Pignon, XX
Edouard Pignon dipinge in modo molto più vivace e determinato. La chiave è ampia e sembra mettere in scena il potere dell'albero.
Anselm Kiefer dipinse Varus (1976 - Abbemuseum, Eindhoven) : un'evocazione della successiva carneficina nel cuore del suo paese. Il tocco è ancora diverso, è vivo e morbido, forte o tremante … il gesto condiziona la rappresentazione a rendere la “materia” dell'albero.
ALBERI nell’opera di Ezio GRIBAUDO
Cupole a Parigi
La Casa Rossa - dittico
La Casa Rossa
Ezio GRIBAUDO (Torino, 1929) è un artista e editore d’arte formatosi nel rigore di intensi studi di arte grafica all’Accademia di Brera e successivamente presso la Facoltà di architettura del Politecnico di Torino. Ha avuto modo di collaborare con Chagall, de Chirico, Fontana, Peggy Guggenheim, Miró, Moore.
Il lavoro artistico di Ezio GRIBAUDO si è sviluppato in parte in tipografia con gli utensili della moderna industria tipografica, poi sostituiti con torchi manuali echeggianti la dimensione più artigianale della sua opera.
A partire dai flani e dai logogrifi (la cui serie si è sviluppata in metallogrifi e saccogrifi), ha aggiunto alla sua produzione i Teatri della memoria, i Simboli del Concilio, cieli, dinosauri e piramidi.
Negli anni sessanta ha sviluppato i logogrifi, ovvero impronte tipografiche su carta buvard, prive di inchiostro e impresse a secco (embossing ), dimostrando come nel suo lavoro sia fondamentale il rapporto tra testo e immagine.
Le notizie giornalistiche dei flani, ad esempio, vengono trasformate da cronaca dell’esperienza collettiva dell’umanità a testo letterario, o viceversa. Il loro linguaggio si fa immagine, ma allo stesso tempo la stessa immagine viene trattata come linguaggio.
FLANO - Cartone morbido e resistente al calore sul quale viene impresso il rilievo della matrice tipografica per ottenere una matrice negativa da usare poi come forma per fondere le lastre stereotipiche.
Omaggio a Gerardo DOTTORI con L’AST Christmas Perugia –
L’Albero Sui Tetti.
Photo Mauro DRAGONI
Dall’alto di PORTA SOLE prende vita l’opera futurista del Maestro
perugino: proiettato sui tetti del Borgo di Porta Sant’Angelo (Corso
Garibaldi) un gigantesco ALBERO di LUCE con protagonisti i suoi
dipinti di vari cicli pittorici.
Gerardo DOTTORI (Perugia 1884-1977) dal 1908 cominciò a frequentare ambienti artistici d'avanguardia a Firenze. Nel 1910 iniziò a collaborare con la rivista La Difesa dell’Arte. Nel 1911 andò a Roma dove conobbe Giacomo BALLA, aderendo al Futurismo. Nel 1912 riunì il primo gruppo futurista umbro, e nel 1915 partì arruolato per la Grande Guerra. Nel 1920 fondò la rivista futurista Griffa!, che si prefiggeva il compito di diffondere le idee del movimento a Perugia. Nello stesso anno espone a Roma la sua prima personale.
Nel 1924 fu il primo futurista ad esporre alla Biennale di Venezia. DOTTORI parteciperà in tutto a 10 edizioni della Biennale.
Notevole il suo contributo all’AEROPITTURA : sottoscrisse il
Manifesto dell'aeropittura (anticipato dal solo Marinetti nel 1929), nel 1931 insieme a MARINETTI, BALLA e PRAMPOLINI, i maggiori esponenti del movimento.
Nel 1932 è citato come primo esempio di artista futurista impegnato anche in soggetti sacri nel Manifesto dell'Arte Sacra Futurista firmato da MARINETTI e FILLIA.
Sintesi-simultaneità, 1936 - Gerardo DOTTORI, olio su tavola, 98,2 x 105,2 cm
ALBERO di NATALE – PERUGIA – Piazza IV Novembre
Photo Mauro DRAGONI
CASTELLO di MONCALIERI – Giochi di luce nel GIARDINO DELLE
ROSE ( Photo Mauro DRAGONI )
L’ALBERO nel GIARDINO BAROCCO VERTICALE di Richi FERRERO a
TORINO - Palazzo Valperga Galleani (The Number 6).
Al calare della luce diurna l'ALBERO illumina la corte ridisegnata con i CIOTTOLI luminosi in un classico modello barocco.
L'ALBERO, ombra maestra di ogni giardino, è ricostruito in acciaio e sospeso nell’aria, tra il primo e il terzo piano. Ogni ramo ha una luce e ogni luce cambia colore.
Photo Mauro DRAGONI
ARBRE MAGIQUE – Calcutta
Sì, lo so
Non è romantico
Questo odore di Arbre Magique
Al muschio selvatico
Ma noi
Una cantina buia dove noi
Non l'abbiamo avuta mai …
ALBERO GENEALOGICO
L'albero genealogico è generalmente l'elenco completo degli antenati, o più specificamente, un grafico utilizzato nella genealogia per mostrare i rapporti familiari tra individui. Non sempre è facile risalire cronologicamente agli antenati in assenza di documentazione accertata. Nelle ricerche private il "di" e il "fu", che precede il nome del genitore, vivo o defunto, permette di risalire più facilmente all'antenato che precede il nominativo conosciuto.
Le grafiche che rappresentano gli ALBERI GENEALOGICI sono disparate e molteplici e spesso le diramazioni molto estese richiedono un'elaborazione che non sempre è contenibile nei formati cartacei tradizionali.
Albero genealogico della famiglia d'Este fino ad Alfonso II realizzato negli anni Sessanta del Cinquecento da Girolamo Falletti e conservato dall’Archivio di Stato di Modena
DUAL TREE – Barbara CARICCHI Artiva
Rif. articoli ALBERI e stagioni , CORTECCIA , NATALE DEGLI ALBERI a MILANO , ALBERO DI NATALE , 43 ALBERI , ALBERI & VITA , ALBERI nella sez. Storie … ALBERO DELLA VITA (sez. Cibo e Arte)
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