BASILICA di SUPERGA - Rinnovo dei voti – Arnovassion dij vot”

del duca Vittorio Amedeo II e del principe Eugenio di Savoia-Soissons 

 

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Alzabandiera e sfilata dei GRUPPI STORICI in rappresentanza di vari territori piemontesi e degli antichi Stati.

Figuranti in abiti borghesi, aristocratici e popolari

Dal Medioevo al Rinascimento fino a ‘600, ‘700 e ‘800

 

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PIANEZZA - Gruppo storico della FENICE

 

 

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RIVOLI - Il gruppo storico “Nobiltà  Sabauda” nasce nel 1997 in occasione della manifestazione rivolese (che si svolge ogni anno nel mese di settembre) "C’era una volta un Re", rievocazione storica dell’ abdicazione del Re Vittorio Amedeo II che ebbe luogo nel 1730 nel Castello di Rivoli.

 

 

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ORBASSANO - "Dame e Cavalieri" - Associazione Impronte

 

 

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PIANEZZA - Gruppo storico della FENICE

 

 

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Il voto del duca Vittorio Amedeo II e del principe Eugenio di Savoia-

Soissons 

 

 

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"PIEMONT DEV VIVE"

 

 

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Il gruppo storico “Tradizioni Sabaude” si ripropone di far rivivere attraverso una costante e rispettosa ricerca storica, situazioni, avvenimenti, curiosità, personaggi che hanno animato le vicende storico-sociali del territorio piemontese, con particolare riferimento alle vicende di casa Savoia nel periodo che va dalla seconda metà del XVII secolo agli anni Trenta del XVIII sec.

L’attenzione durante la consultazione delle fonti, viene soprattutto rivolta a particolari di vita inediti o poco conosciuti, tali però da suscitare interesse nello spettatore, dare maggior spessore al quadro storico e definire nel modo più chiaro e completo possibile l’importanza e il peso del ruolo che lo Stato Sabaudo ha ricoperto nell’epoca barocca.

 

 

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NICHELINO - Gruppo storico “Conte OCCELLI”

Nichelino diviene contea con règia patente rilasciata dal Duca Vittorio Amedeo II dietro il pagamento di dieci milla ducatoni d'argento il 22 giugno 1694.

CONTE Niccolò Manfredo Occelli nato 1664 + 1742

 

 

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Fotografi in azione !!

 

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 Il duca VITTORIO AMEDEO II

 

 
BASILICA di SUPERGA - Santa Messa e al termine l’omaggio alla Beata Vergine di Superga presso la cappella della Madonna delle Grazie interna alla Basilica.

 

 

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Vittorio Amedeo II e Anna Maria d'Orléans 

 

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Il duca Vittorio Amedeo II e il principe Eugenio di Savoia-Soissons

 

 

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Vittorio Amedeo II, primo Re di Casa Savoia

La “volpe savoiarda” che portò all’indipendenza del Regno Sabaudo.

Vittorio Amedeo II di Savoia nacque il 14 maggio del 1666 a Torino, figlio di

Carlo Emanuele II e di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours.

 

 

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La gioia e i festeggiamenti per la nascita dell’erede del ducato sono tali che in tutta Torino si festeggia per le strade e, addirittura, vengono installate fontane che gettano vino in tutte le piazze.

Il neonato però si dimostra gracile e minuto con una salute precaria. Fu così che un medico e un panettiere di corte inventarono un nuovo tipo di pane allungato per far mangiare il Principe: il grissino.

Alla morte del padre nel 1675, Vittorio Amedeo aveva soli 9 anni e si trovò improvvisamente ad essere Duca di Piemonte (al tempo un ducato dell’Impero francese).

Per l’inadeguata età dell’erede al trono, la madre Giovanna Battista assunse la reggenza fino al 1680, quando Vittorio Amedeo avrebbe compiuto 14 anni, la maggiore età per un principe destinato a regnare.

La Madama Reale comunque cercò in ogni modo di mantenersi il potere.

L’occasione si presentò con l’ipotesi di un possibile matrimonio tra Vittorio Amedeo e Isabella Luisa di Portogallo, unica figlia della regina consorte di Portogallo (Maria Francesca di Savoia) ed erede al trono dell’Impero Lusitano.

Il giovane principe aveva dato l’assenso alla madre e firmato il contratto di nozze, ma il tutto controvoglia. Vittorio Amedeo avrebbe raggiunto la futura sposa nel 1682, all’età di 16.

 

 

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Divenuto Duca di Savoia nel 1680, chiese comunque alla madre di governare al suo posto, data la sua giovane età.

Le nozze avrebbero significato il trasferimento di Vittorio Amedeo in Portogallo, garantendo il potere alla madre. Proprio per questo motivo Maria Giovanna cercò di anticipare l’evento, incontrando però l’opposizione di diversi nobili di corte.

Al momento della partenza per Lisbona, il Principe intuì che era il momento di agire contro il volere della madre. Sfruttando proprio la sua fama di giovine gracile e cagionevole, Vittorio Amedeo si finse malato, obbligando il rinvio delle nozze.

La “febbre diplomatica” del Principe fece presto perdere la pazienza ai portoghesi, che decisero di annullare il matrimonio.

A Torino il Duca riacquistò miracolosamente la salute palesando tutta la sua scaltrezza e pianificò un’intricata strategia per strappare il potere alla madre.

Al tempo il legame con la Francia era ancora indissolubile. Così Vittorio Amedeo II decise di sposare Anna Maria di Orléans, figlia del fratello del Re francese Luigi XIV e sorella della moglie di Carlo II, Re di Spagna.

Con il contratto di nozze Vittorio Amedeo II si garantì il diritto al potere sulla madre e contemporaneamente creò una vantaggiosa rete di alleanze regali.

Ciò nonostante, il giovane Duca sabaudo voleva allontanare il Piemonte dall’orbita francese di Luigi XIV. I rapporti con la madre si inasprirono ulteriormente quando decise definitivamente di voltare la faccia alla Francia.

Nel 1686 si era formata la Lega di Augusta, un’alleanza difensiva in opposizione alla Francia. Così il Piemonte dichiarò guerra alla Francia alleandosi con Spagna, Inghilterra e con il Sacro Romano Impero.

Vittorio Amedeo II di Savoia venne duramente sconfitto dall’esercito francese, così si trovò a negoziare il Trattato di pace di Torino nel 1696.

Fu la Guerra di successione Spagnola che offrì a Vittorio Amedeo II di Savoia una nuova occasione per i suoi disegni politici.

Inizialmente obbligato ad allearsi con Spagna e Francia per motivi dinastici, Vittorio Amedeo II nel frattempo avviò segretissimi accordi con l’Imperatore Leopoldo I d’Asburgo e con l’Inghilterra fino a cambiare schieramento nel 1703.

 

Il tradimento scatenò l’ira di Luigi XIV e segnò l’inizio delle

Campagne di guerra in Piemonte (1703-1708) con l’ASSEDIO di

TORINO nel 1706.

Lanciata l’offensiva in Piemonte, nell’arco di tre anni i francesi riuscirono a conquistare Vercelli, Susa, Ivrea e Aosta.

Nonostante i valorosi tentativi di ostacolo condotti da Eugenio di Savoia, le truppe francesi arrivarono alle porte di Torino.

Era il 14 maggio del 1706. L’ ASSEDIO fu di una violenza inaudita.

Il bombardamento contro la CITTADELLA era incessante e l’esercito franco-spagnolo sembrava inarrestabile.

Oltre agli scontri di superficie ci furono anche quelli sotterranei. Nei tunnel sotto Torino combattevano le compagnie dei minatori di cui faceva parte proprio Pietro Micca.

In superficie invece, Vittorio Amedeo lasciò Torino insieme a 4000 cavalieri per sabotare le retrovie degli invasori, in attesa dei rinforzi asburgici.

Dopo centodiciassette giorni di scontri, l’esercito imperiale e l‘esercito sabaudo annientarono le truppe di Luigi XIV.

L’ ASSEDIO finì il 7 settembre del 1706

La Sconfitta e la firma del trattato di pace di Utrecht del 1713 fu uno smacco enorme al prestigio dell’esercito francese.

A un anno dalla fine della guerra, Vittorio Amedeo II di

Savoia divenne il primo re della dinastia.

 

                 

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Durante il suo regno non mantenne mai rapporti cordiali con la Chiesa.

Il neo Re di Sardegna e Sicilia (annesse nel 1720) lottò per le proprie leggi sui Valdesi, e incurante del decreto papale di condanna, impose tributi al clero piemontese.

Allo stesso tempo condusse una politica interna antinobiliare e mercantilistica, applicando una riforma del vecchio statuto attraverso “le Leggi e Costituzioni di Sua Maestà nel 1723”.

Con il passare degli anni Vittorio Amedeo si fece sempre più stanco e fiacco. Cominciò a non partecipare più alle feste e ai ricevimenti, tendendo a evitare la vita di corte. A peggiore il suo carattere introverso fu la depressione che lo colpì a seguito della morte del figlio primogenito, Vittorio Amedeo Filippo.

Per l’accaduto si temette che il Re fosse sul punto di impazzire e presto anche la voglia di regnare venne meno.

Rientrato lentamente in sé, nel 1730 Vittorio Amedeo II abdicò in favore del figlio Carlo Emanuele III e si ritirò a Chambery.

Tornato in Piemonte con la convinzione che il figlio non fosse all’altezza del ruolo, venne arrestato dal figlio stesso e morì in prigionia nel Castello di Rivoli.

Vittorio Amedeo II regnò per 46 anni, ottenendo dopo lunghe guerre l’agognato titolo regio e trasformando il Piemonte in uno stato modello.

Proprio per la sua astuzia e il talento nell’inganno, alla corte di Versailles verrà chiamato fino alla morte la “volpe savoiarda”.





Rif. articoli  1706 - ASSEDIO di TORINO, 1706 - ASSEDIO di TORINO : la battaglia e

SETTEMBRE 2022 nella sezione Storie



Reportage fotografico by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI

© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati