Secondo la teoria più accreditata la LUNA sarebbe nata 4,5 miliardi di anni fa, circa 50 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare, da un’enorme collisione tra la Terra e un planetoide chiamato Theia, un piccolo pianeta delle dimensioni di Marte.
L’impatto fortissimo avrebbe generato l’espulsione di un disco e di una nube di detriti che aggregatisi per gravità avrebbe formato la grande massa lunare, il momento angolare e un piccolo nucleo di ferro nel corso di mesi o anni.
E NACQUE LA LUNA !
Dobbiamo immaginare la Luna “appena nata” come un ammasso di rocce fuse, e la sua superficie come un oceano di magma che permise l’evaporazione di molti elementi e molecole volatili. Nel corso dei successivi 100 milioni di anni il magma raffreddò progressivamente e le rocce cristallizzarono, passando dallo stato liquido a quello solido.
La TEORIA dell’IMPATTO GIGANTE venne proposta negli anni Settanta dall’astronomo statunitense William Kenneth Hartmann, sulla base di un’ipotesi individuata nel 1946 dal geologo canadese Reginald Aldworth Daly, e oggi è comunemente accettata dalla NASA e da tutta la comunità scientifica.
Le prove a sostegno della teoria dell’impatto riguardano la composizione delle rocce lunari, raccolte durante le missioni Apollo, che mostrano elementi chimici corrispondenti a quelli terrestri. Inoltre la Luna, come la Terra, sarebbe formata da un nucleo ferroso. Secondo una recente scoperta riportata dall'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), il pianeta Theia, arrivando dalla periferia del Sistema Solare, avrebbe portato con sé una molecola fondamentale per la vita sulla TERRA … l'acqua!
Senza il violento impatto che ha dato origine alla LUNA, quindi, la storia avrebbe avuto un corso del tutto diverso.
Questa teoria ha visto dei nuovi sviluppi a inizio ottobre 2022 con uno studio in collaborazione con la NASA pubblicato dai ricercatori dell’Institute for Computational Cosmology della Durham University.
Da una nuova simulazione della collisione fra Terra e Theia,
la LUNA potrebbe essersi generata in un periodo di tempo molto
più breve, ossia nell’arco di ore e non di mesi o anni, come
precedentemente ipotizzato.
Per replicare i possibili impatti tra i corpi, i ricercatori hanno utilizzato appositi computer con simulazioni ad alta risoluzione. I video realizzati mostrano affascinanti animazioni di due oggetti sospesi che si avvolgono tra di loro. Al tempo stesso esse offrono nuove informazioni sulla dinamica del sistema senza precedenti.
Una nascita “immediata”: perché è più convincente?
In questo caso ci sarebbe un maggior quantitativo di materiale terrestre nella Luna, in particolare nei suoi strati esterni, che potrebbe aiutare a spiegare la somiglianza nella composizione.
Le simulazioni ad alta risoluzione rivelano come impatti giganti possano posizionare immediatamente un satellite in un’orbita ampia con una massa simile a quella lunare ed un nucleo ferroso.
CURIOSITA’ LUNARI
L’atmosfera lunare è troppo sottile per proteggere il satellite. Pertanto la superficie della Luna viene costantemente colpita da comete, asteroidi e meteoroidi che, nel corso dei miliardi di anni hanno frantumato le rocce e creato i grandi crateri visibili anche a occhio nudo.
La Luna ruota attorno alla Terra con la stessa velocità con cui ruota attorno al suo asse (impiega 27 giorni e qualche ora) e per questo motivo noi riusciamo a vedere soltanto una faccia, sempre la stessa.
Se la Luna non ci fosse, molti dei fenomeni terrestri influenzati dalla sua presenza subirebbero notevoli cambiamenti.
Pensiamo alle MAREE, ad esempio, che in alcune zone del mondo raggiungono una escursione di oltre 10 metri. Senza la Luna ci sarebbe una redistribuzione delle acque dei mari e degli oceani - migrerebbero dalla zona equatoriale a quella dei poli - che porterebbe a una modifica delle correnti e di conseguenza del clima.
La presenza del satellite è in grado di stabilizzare l’ASSE di ROTAZIONE TERRESTRE. Se la Luna non ci fosse l’asse terrestre subirebbe oscillazioni molto grandi, fino a 85° - in pratica i poli si troverebbero al posto dell’equatore e viceversa - con ripercussioni nefaste su tutti gli ecosistemi della Terra.
Liberamente tratto dagli appunti di Arianna Izzi
E LA LUNA BUSSO’ … Loredana BERTE’
E la luna bussò alle porte del buio
"Fammi entrare", lui rispose di no
E la luna bussò dove c'era il silenzio
Ma una voce sguaiata disse "Non è più tempo"
Quindi spalancò le finestre del vento e se ne andò
A cercare un po' più in là
Qualche cosa da fare
Dopo avere pianto un po'
Per un altro no, per un altro no
Che le disse il mare
Che le disse il mare
Fratello SOLE, Sorella LUNA …
MADRE LUNA
Nell'antica Creta (e non solo) la Madre era correlata alla Luna e in quanto tale veniva venerata nei suoi tre aspetti principali:
Luna crescente, Luna Piena, Luna Calante
Quella che noi oggi chiamiamo Luna nuova non veniva considerata semplicemente perché non era visibile.
Questi tre aspetti erano al tempo stesso simboli delle tre età della donna.
- La Luna crescente rappresentava la fanciulla vergine, ancora troppo giovane per essere madre
- La Luna piena, la donna adulta, la ninfa, nel pieno della sua femminilità e delle sue capacità generatrici
- La Luna calante, la vecchia, sterile nel corpo ma ancora ricca di esperienza da trasmettere alle nuove generazioni
Nell'area mediterranea una prima connessione figurativa con la LUNA si ha in Grecia, con ARTEMIDE. La dea è vergine e quindi sarà connessa nelle arti figurative con il "crescente" di Luna che era attributo anche di Selene.
In Italia, invece, più o meno nello stesso periodo si diffonde il culto di DIANA la quale, nata come dea dell'agricoltura e della fertilità, non poteva che essere immaginata come Luna piena.
Come DIANA … ritratto di Magdelaine Charlotte Lethellier de la Roccheguion
– Quadreria dei Marchesi D’Oria a CIRIE’ (Torino)
Con l'avvento del Cristianesimo la MADRE per antonomasia diviene la
MADONNA.
Qui la faccenda si complica perché la Madonna è al tempo stesso Vergine e Madre.
L'iconografia esalta a volte la prima caratteristica e quindi la rappresenta con la falce di Luna come Artemide, altre volte la seconda e la raffigura con il Bambino in braccio, riprendendo il tipo detto kourotrophos già largamente presente dal Neolitico in poi.
Kourotrophos - letteralmente "bambino educatore" - è il nome che fu dato nell'antica Grecia a divinità e dee le cui attitudini includevano la capacità di proteggere i giovani.
La LUNA nell’ARTE : ASTRONOMIA PITTURA CINEMA
Galileo Galilei, Astronomia. Osservazioni delle fasi lunari, novembre-dicembre 1609 (1609; manoscritto cartaceo autografo, disegni in acquerello su carta, 33 x 23 x 1,7 cm; Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, ms. Galileiano 48
I disegni delle FASI LUNARI tracciati da Galileo Galilei (Pisa, 1564 - Arcetri, 1642) durante le sue osservazioni astronomiche dell’autunno del 1609.
Prima che Galileo scoprisse che la luna aveva una superficie rugosa e irregolare, la credenza comune, alimentata dalla religione, voleva che la luna fosse un corpo perfetto.
Guercino, Endimione (1647; olio su tela, 125 x 105 cm; Roma, Galleria Doria Pamphilj)
Endimione era un bellissimo pastore del quale s’innamorò perdutamente Selene, la dea della luna, che chiesea Zeus di dargli giovinezza eterna e uno stato di sonno perenne, al fine di poterlo vegliare per sempre.
Nell’opera del Guercino si nota un particolare molto interessante : un cannocchiale simile aquelli “galileiani”. Secondo una recente interpretazione dello studioso Pierluigi Carofano, l’opera potrebbe essere di committenza medicea per riabilitare la memoria dello scienziato dopo la censura ecclesiastica. Secondo alcune versioni antiche del mito, Endimione sarebbe stato proprio un astronomo.
Maria Clara Eimmart, Fasi lunari (fine del XVII secolo; pastello su cartone azzurro, 64 x 52 cm; Bologna, Università di Bologna, Museo della Specola)
Maria Clara Eimmart (Norimberga, 1676 - 1707) è stata una delle prime astronome donne della storia e, al pari di Galileo, un’ottima disegnatrice, figlia del pittore Georg Christoph (direttore dell’Accademia di Belle Arti di Norimberga all’inizio del Settecento).
Questi disegni nacquero dopo attente osservazioni al telescopio e furono raccolti nella serie Micrographia stellarum phases lunae ultra 300.
Donato Creti, Osservazioni astronomiche. Luna (1711; olio su tela, 51 x 35 cm; Città del Vaticano, Musei Vaticani)
Canaletto, La vigilia di Santa Marta (1760 circa; olio su tela, 119 x 187 cm; Berlino, Gemäldgalerie)
William Turner, Chiaro di luna (1797)
Caspar David Friedrich, Due uomini che contemplano la luna (1819-1820; olio su tela, 20,35 x 44,5 cm; Dresda, Galerie Neue Meister)
Caspar David Friedrich , Sorgere della luna sul mare (1822, Alte Nationalgalerie, Berlino)
Salvatore Fergola, Notturno a Capri (1843 circa; olio su tela, 106 × 131 cm; Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte)
Claude Monet, Navigation au clair de lune (1864)
Edouard Manet, Chiaro di luna al porto di Boulogne, (1869, Museo d’Orsey, Parigi)
Vincent van Gogh, Notte stellata (1889; olio su tela, 72 x 92 cm; New York, Museum of Modern Art)
Il celebre dipinto fu realizzato a Saint-Rémy-de-Provence, dove van Gogh era ricoverato in una clinica psichiatrica.
Viaggio nella luna di Georges Méliès - uno dei capolavori del cinema … il primo vero film di fantascienza.
Datato 1902 è chiaramente un film muto e narra le vicende di un gruppo di astronomi che viene lanciato sulla luna, atterrando sull’occhio dell’astro a cui Méliès ha dato un volto umano. Questa scena iniziale è notoriamente considerata una delle sequenze cinematografiche più famose della storia.
Osvaldo Licini, Amalassunta su fondo blu (1951; olio su tela, 25,5 x 34 cm; Collezione privata)
Il grande pittore avvertiva forte il legame con la luna, che lui chiamava “Amalassunta”: in una lettera al critico Giuseppe Marchiori, datata 21 maggio 1950, Licini scriveva che Amalassunta è “la luna nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche parole, amica di ogni cuore un poco stanco”.
René Magritte, La robe de soirée (1954)
René Magritte, Le Maitre d’école (1954)
Giulio Turcato, Superficie lunare (1968; olio e tecnica mista su gommapiuma, diametro 90 cm; collezione privata)
Tra gli artisti italiani degli anni Sessanta, uno dei più sensibili al tema dei viaggi lunari fu Giulio Turcato (Mantova, 1912 - Roma, 1995), che alla luna dedicò un intero filone della sua produzione, quello delle Superfici lunari.
Andy Warhol, Moonwalk (anni Ottanta; serigrafia; varie collocazioni)
Da importante testimone del suo tempo, Andy Warhol (Pittsburgh, 1928 - New York, 1987) non poteva non rendere omaggio a Neil Armstrong che mette per la prima volta piede sulla luna.
Anish Kapoor, Moon Mirror (2014; acciaio inossidabile e lacca, diametro 114 cm; Collezione privata)
Tra gli artisti contemporanei, Anish Kapoor (Bombay, 1954) è tra quelli più interessati ai temi dell’astronomia e sono diverse le sue opere sul tema. È anche un grande estimatore di Galileo: e lo scienziato parrebbe essere due volte omaggiato nei Moon Mirror, fortunato filone della produzione di Kapoor. La forma e gli inserti in lacca richiamano il corpo celeste, mentre lo specchio è un omaggio agli strumenti che gli astronomi utilizzano per osservare il satellite (e in generale gli astri).
La Vergine, il serpente e la FALCE di LUNA
“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Apocalisse, Giovanni Evangelista, 12, 1-2).
Subito dopo aver presentato la donna, Giovanni introduce un enorme Drago rosso che cerca di divorare il figlio della donna appena nato, colui che sarà il Messia. Il figlio viene portato in cielo ed alla donna viene preparato un rifugio nel deserto contro il drago. Infine l’arcangelo Michele combatte contro il drago e lo vince.
Il drago viene chiamato anche “serpente antico” e lo troviamo anche nelle Genesi, infatti il serpente ci ricorda ancora un verso tratto dal libro della Genesi: “Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. […] Allora il Signore Dio disse al serpente […] ‘Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. (Genesi 3, 1-14-15).
Le rappresentazioni dell’ IMMACOLATA CONCEZIONE quindi che calpesta il serpente o ha la luna ai suoi piedi, spesso la falce di luna con punte rivolte verso l’alto, ma anche verso il basso o in forma di luna piena, o ancora sia con il serpente che la luna sotto i piedi, sono molto diffuse soprattutto nell’ iconografia tardo-rinascimentale ed in ambiente occidentale. Inoltre spesso la stessa Vergine ha sulla sua testa dodici stelle. Ma la FALCE di LUNA la troviamo rappresentata anche nella stessa Artemide/Diana pagana, spesso sul capo, come segno della verginità della stessa oltre che nella Iside egiziana.
Il senso del rapporto tra la Madre e la Mater-ia è tutto espresso in questa immagine.
La LUNA come espressione della mutevolezza della stessa materia, il suo ciclo temporale e soprattutto il suo essere riflesso dell’astro per eccellenza, il SOLE.
Il serpente, come forza della natura stessa (la forza stessa è espressione di movimento e quindi mutevolezza, il serpente infatti cambia pelle), simbolo della conoscenza insita nella materia stessa, quella “caotica” energia apparentemente separatista, disarmonica ma necessaria nel concetto di “movimento vitale”, che richiama anche alla dimensione “spaziale” della vita.
Ma la sposa vergine di Dio sembra innalzarsi sopra entrambi, la luna e il serpente sembrano essere “domati” dalla purezza della Vergine. Il tempo e lo spazio, la vita e la conoscenza sottostanno ad una implicita armonia, ben rappresentata dal candore dell’Immacolata, che eleva la materia stessa verso il cielo e la cui corona di stelle , dodici come i mesi, i segni zodiacali, le tribù di Israele discendenti dai figli di Giacobbe, sembrano inglobare il senso compiuto del mondo (ultima carta dei tarocchi).
Il Cigoli e la sua IMMACOLATA CONCEZIONE con la luna
di Galileo nella Cappella Paolina all’interno della basilica papale di Santa
Maria Maggiore a Roma.
Il Cigoli ottenne l’incarico direttamente da papa Paolo V, al secolo Camillo Borghese: siamo nel 1610. C’è da specificare, tuttavia, che il documento originario con il quale al Cigoli veniva commissionato il lavoro, non parlava strettamente di Immacolata concezione. Il soggetto doveva essere infatti la donna dell’Apocalisse, tema iconografico molto simile a quello dell’immacolata.
“ Nella cupola si dipingerà la visione dell’Apocalisse cap. 12, cioè una donna vestita di sole, sotto i piedi la luna, intorno al capo una corona di dodici stelle. Incontro San Michele Arcangelo in forma di combattente. Intorno le tre hierarchie distinte ciascuno in tre ordini: sotto a basso esca un serpente con la testa schiacciata, come al capo 3 del Genesi. Intorno li dodici Apostoli”
“Tal donna significa e la Chiesa, come vuole Andrea Cesariense, e San Methodio, e la Madonna come S. Bernardo nel detto capo 2 con molti latini, e letteralmente non meno significa la Chiesa, che la Madonna, che dal principio del mondo manifestata con l’Incarnatione a gl’Angeli, combatte al fine del Mondo trionfando in cielo”
Dunque, la donna dell’Apocalisse alluderebbe proprio alla Madonna.
E da questa visione deriva poi la tradizionale iconografia dell’Immacolata che, seppur con diverse varianti, nei suoi elementi basilari è sempre rimasta immutata per tutta la storia dell'arte: le dodici stelle che simboleggiano le tribù d’Israele ma anche i dodici apostoli, il serpente che rappresenta il maligno sconfitto, la veste bianca simbolo di purezza. A questi simboli si aggiunge quello della luna, dal significato complesso: basti qui pensare al fatto che, a quei tempi, era ancora presa per buona la concezione aristotelica, sposata dalla Chiesa, della luna come astro perfetto, liscio e incorruttibile: dunque simbolo, tra gli altri, della purezza della Madonna.
Quando il Cigoli terminò il suo lavoro, nel 1612, la luna che i
committenti videro davanti ai loro occhi era però tutt’altro che
perfetta, liscia e incorruttibile.
Due anni prima, lo stesso anno in cui il Cigoli iniziava il suo lavoro, veniva dato alle stampe il Sidereus Nuncius di Galileo, il suo celebre trattato di astronomia in cui, in latino, lo scienziato pisano pubblicava molte delle sue scoperte.
Dalle osservazioni effettuate Galileo Galilei rilevò che la superficie lunare presentava crateri, avvallamenti, montagne, che dal nostro pianeta appaiono un po’ come macchie che costellano la superficie visibile della luna. Il Cigoli conosceva queste scoperte, e pensò di darne visivamente conto nel suo affresco.
Fu il primo riconoscimento, nella storia dell’arte, delle scoperte di Galileo, nonché un capolavoro di assoluta modernità che portava all’interno di una basilica papale, e in un lavoro commissionato da un papa, quelle novità che sarebbero poi state avversate dalla Chiesa stessa: solo tre anni più tardi, lo scienziato sarebbe stato denunciato al Sant’Uffizio, e sarebbero dunque iniziati i suoi guai con l’Inquisizione.
L’importanza dell’opera è anche accresciuta dal fatto che furono poi moltissimi gli artisti che decisero di rappresentare la luna in questo modo.
LE MIE LUNE – Photo by Barbara Caricchi
TORINO - Pinacoteca AGNELLI – MIRO’
MILANO - Università degli Studi – DESIGN WEEK
Rif. articolo I’M LUNATIC … YES !! nella sez. Storie
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