Nel cuore umbro-toscano d’Italia 3 LAGHI strizzano
l’occhiolino : il TRASIMENO, il lago di CHIUSI e quello di
MONTEPULCIANO.
Per dimensioni campeggia il lago TRASIMENO con le sue 3 ISOLE.
La POLVESE, la più estesa e di grande interesse naturalistico, è direttamente
raggiungibile da SAN FELICIANO con l’interessante MUSEO della
PESCA …
Vista dell’isola POLVESE dall’alto di SAN SAVINO
Le isole MAGGIORE e MINORE fronteggiano TUORO che accoglie il Campo del Sole e celebra la battaglia del lago Trasimeno - uno dei principali scontri bellici della seconda guerra punica, combattuta il mattino del 21 giugno 217 a.C. tra l\'esercito romano guidato dal console Gaio Flaminio Nepote e quello cartaginese capitanato da Annibale.
PUNTA NAVACCIA di TUORO
CASTIGLIONE DEL LAGO domina le acque da un promontorio collinare sulla sponda occidentale del Trasimeno che in origine era la quarta isola del lago.
La cittadina fu conquistata dagli Etruschi e sottoposta alla giurisdizione di CHIUSI conservando per molti secoli il nome di Castello di Chiusi. Il territorio fu bonificato e collegato alla Valdichiana dopo l’epoca romana, ma è nel Medioevo che divenne borgo fortificato con la costruzione del Castello. Dal XVI secolo fu marchesato e poi ducato della famiglia Della Corgna, fino al XVII secolo, per poi passare sotto i possedimenti della Chiesa fino all’Unità d’Italia nel 1860.
Nelle mura medievali si aprono 3 PORTE : Perugina, Senese e Fiorentina.
Realizzata nel 1247 su progetto di Frate Elia Coppi da Cortona, la ROCCA del LEONE è uno dei più interessanti esempi di architettura umbra del medioevo. A forma di pentagono irregolare, è formata da cinque torri e tre porte ed è dominata dalla caratteristica torre triangolare alta circa 30 metri.
Il Palazzo Ducale o PALAZZO DELLA CORGNA fu fatto costruire da Ascanio nel 1560. Le bellissime sale - affrescate da Nicolò Circignani detto “il POMARANCIO” e Salvio Savini con scene mitologiche e imprese del capitano Ascanio della Corgna - rappresentano uno dei migliori esempi di pittura manieristica della regione.
FESTA del TULIPANO e di Primavera - ediz. 2019
Ascanio DELLA CORGNA
PASSIGNANO è il borgo principale sulle sponde settentrionali del lago Trasimeno. Deve il nome all’antico toponimo “Passus Jani” (Passo di Giano), Dio delle porte. Proprio la posizione in cui è stato edificato lo rende passaggio quasi obbligato tra l’Umbria e la Toscana.
Abitato da Etruschi e Romani, sul territorio si fermarono le truppe di Annibale, il generale cartaginese che inflisse una dura sconfitta alle truppe romane nella famosa battaglia del Trasimeno del 217 a.C.
Antico borgo di pescatori, è dominato dalla ROCCA edificata in età medioevale.
Il Palio delle Barche – ultima domenica di Luglio - rievoca l’atto finale delle ostilità tra i BAGLIONI e gli ODDI - due famiglie nobili di Perugia : la sanguinosa battaglia che nel 1495 costrinse il piccolo esercito della famiglia degli Oddi a fuggire dal castello, barche in spalla, inseguito dalle milizie dei Baglioni e dei Della Corgna.
Sulla sponda orientale del lago Trasimeno MAGIONE sorge su una collina prospiciente la pianura menzionata per la prima volta attorno al 1075 con il nome di Pian di Carpine che nel secolo XI entra a far parte dei possedimenti di Perugia.
Villa Pian di Carpine era un importante crocevia sulla strada dei pellegrini, e fu lì che i Cavalieri gerosolimitani costruirono una magione : un hospitium utilizzato dai viandanti che, lungo la Via Romeo Germanica, desideravano raggiungere Roma o Gerusalemme. Il nome sarebbe quindi rimasto per indicare tutto l\'agglomerato urbano intorno ad esso.
L\'edificio originario fu poi trasformato in abbazia, successivamente fortificata per esigenze difensive.
Nel 1502 il castello dei Cavalieri di Malta, o Badia, conobbe vasta notorietà per una truce vicenda verificatasi nelle sue stanze, la Congiura della Magione, descritta da Niccolò Machiavelli ne Il Principe.
Si trattò di una cospirazione contro Cesare Borgia, ordita dai suoi medesimi cobelligeranti. Il Duca Valentino voleva fissare a Bologna la capitale del ducato di Romagna, appena costituito, e questo preoccupò molto Oliverotto da Fermo, Vitellozzo Vitelli, Giampaolo Baglioni, Paolo Orsini e Antonio Giordano che, con altri, si ritrovarono nel maniero magionese, nell\\\\\\\'appartamento del cardinale Giovanni Battista Orsini, per congetturare una strategia di difesa, tramite una alleanza con i Da Montefeltro, i Medici e la repubblica di Venezia contro il Borgia per difendere i Bentivoglio.
Il fatto si risolse in modo tragico per quasi tutti i congiurati che vennero uccisi a Senigallia e a Città della Pieve dagli uomini di Cesare Borgia.
Nei secoli successivi il castello ospitò alcuni personaggi illustri, fra cui Papa Benedetto XIV e Pio VII.
Panorami del TRASIMENO a giugno
MONTE DEL LAGO - frazione del piccolo comune di MAGIONE - è forse il borgo più suggestivo del TRASIMENO, annoverato tra “I Luoghi del Cuore” – FAI
Dall’alto lo sguardo abbraccia le 3 ISOLE … panorami e colori mozza-fiato nei tramonti estivi.
Da Mons Fontegianus a Monte nel Medioevo
Nei secoli dell’alto medioevo, probabilmente fino al X, questa zona doveva far parte del territorio di una pieve dedicata a S. Giovenale, scomparsa all’indomani del Mille.
Nel 1033 i beni posseduti presso Monte del Lago da Marco figlio di Decio e sua moglie Aza furono donati al monastero di S. Maria di Farfa.
Il 5 settembre 1312, in una seduta del governo della città di Perugia, si stabilì di provvedere alla riparazione e alla custodia dei castelli di Castiglione del Lago, Monte del Lago – allora Mons Fontegianus – e degli altri fortilizi presenti nel contado.
Ciò si rendeva necessario in quanto erano manifeste le intenzioni di Enrico VII di portare il guasto nel Chiugi Perugino - l’area tra il Trasimeno e le Chiane - nonché di attaccare Castiglione del Lago e gli altri castelli attorno al Trasimeno.
In ragione di tali intenzioni si stabiliva di munire i detti fortilizi a spese della città. I camerari delle singole arti dovevano provvedere al pagamento degli stipendi dei militari di stanza nei fortilizi che ammontavano a 8 soldi di denari giornalieri per ciascuno di essi, per 10 giorni. Da questo periodo in avanti l’insediamento è sempre indicato come castello.
Questo, intorno alla metà del secolo XV, è descritto da Giannantonio Campano che, evidenziando alcune sue caratteristiche – la strada principale molto ampia, il suo essere interamente lastricato, il trovarsi a ridosso del lago ed altre ancora –, ne mette in risalto la bellezza e la pulizia. Il fortilizio era dotato di potenzialità difensive notevoli e questo dato non dovette certo sfuggire a quei ribelli del comune di Perugia che, a più riprese, tentarono di conquistarlo nei secoli XIV e XV. Nella comunità locale, nel 1282, si censirono 58 fuochi, per una popolazione ipotetica che si aggirava sui 300 abitanti che, nel 1410, salì a 331 unità.
Durante la dominazione pontificia di Perugia questo insediamento divenne «sede della Camera Apostolica» per quanto concerneva l’amministrazione di quella notevole risorsa economica costituita dal Trasimeno.
La scelta del luogo quale sede amministrativa del Trasimeno non fu certo casuale; alle caratteristiche strategiche presentate dall’insediamento, tra cui in relazione all’attività piscatoria spicca la possibilità di avere sotto controllo gran parte del bacino lacustre, vi era anche l’ulteriore elemento da ricondurre al fatto che la pesca costituiva il fattore principale dell’economia di quest’area come anche la caccia agli uccelli acquatici. L’agricoltura, pure praticata sulle ristrette pianure rivierasche a sud e a nord dell’abitato e in parte sui fianchi dei colli circostanti, doveva in questo caso essere un fattore economico di secondo piano.
Il borgo è dominato da Villa Palombaro SCHNABL, residenza appartenuta al musicologo Riccardo SCHNABL ROSSI e oggi parte del circuito ADSI …
Tra i grandi ospiti di MONTE DEL LAGO il letterato Giovanni Antonio CAMPANO, la poetessa Vittoria AGANOOR POMPILJ, il musicista Giacomo PUCCINI e Bartolomeo BORGHI, autore del primo atlante geografico italiano.
Guido POMPILJ, nato in paese nel 1854, è ricordato come salvatore del Trasimeno, in quanto contribuì a bonificarlo, sanificarlo e valorizzarlo.Costruì l’emissario di San Savino abbattendo il pericolo delle esondazioni e della flagellante malaria.
Villa AGANOOR POMPILJ annovera un delizioso giardino e il terrazzo della poetessa dedicato a Vittoria AGANOOR, moglie di Guido, figlio di Giuseppe che fece costruire la residenza.
Il Festival delle Corrispondenze nasce nell’ambito del Premio nazionale Vittoria
Aganoor Pompilj riservato a lettere e carteggi, che si tiene annualmente nel secondo
fine settimana di settembre a MONTE del LAGO.
La lettera, con la sua forte carica di emotività, penetrando la parte più intima delle persone, rappresenta un mezzo di grande coinvolgimento.
Laboratori di scrittura e realizzazione di cartoline … nuove tecnologie e buona scrittura … scrittura creativa e tecniche di rilegatoria
Eventi musicali, rappresentazioni teatrali, percorsi musicali-artistici-letterari all’interno del borgo, nelle ville e nei dintorni del paese.
A SANT’ARCANGELO di Magione sosta imperdibile a La Locanda dei Pescatori del Trasimeno gestita dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno, nata nel 1928, insieme all’adiacente pescheria.
Pescato, cotto e mangiato.
Crostini del pescatore con UOVA di REGINA al pomodoro, patè di CARPA e patè di TINCA
ANGUILLA in carpione, PERSICO marinato, CARPA e PERSICO in insalata, TINCA affumicata
CARPA REGINA in porchetta, LUCCIO in umido,
BOCCALONE (persico trota) alla griglia, LATTERINI e filetti di PERSICO fritti
CAPITONE (anguilla femmina) alla griglia
Vista dell’isola POLVESE da SANT’ARCANGELO
Il Lago di CHIUSI affascina per la piccola dimensione che consente allo
sguardo di abbracciarlo interamente … tra canneti, barchini e reti.
Al Lago di CHIUSI sosta imperdibile DA GINO (ristorante dal 1967) per
BRUSTICO e TEGAMACCIO e non solo …
Il Sentiero della Bonifica conduce al vicino PESCE d’ORO …
Strettamente legata alle particolari caratteristiche ambientali, la cucina dei nostri laghi ha una tradizione antica con utilizzo di ingredienti genuini. Sono ovviamente i piatti a base di pesce lacustre a farla da padroni, che per secoli hanno costituito la principale fonte di sostentamento degli abitanti di queste zone.
Il TEGAMACCIO del TRASIMENO è una squisita zuppa di pesce di lago, originaria di Binami, una piccola frazione di Castiglione del Lago, affacciata sul Lago di MONTEPULCIANO.
Il nome deriva dal fatto che veniva, e viene, cucinata in un tegame di coccio. Protagonisti persico reale, luccio, anguilla, tinca, carpa e chi più ne ha più ne metta.
Far soffriggere a fuoco lento l\'olio con abbondante cipolla tritata e peperoncino, quindi unire tutte le teste dei pesci (importantissime per insaporire la zuppa). Far cuocere bagnando con un po’ di acqua. Dopo 10 minuti, togliere ciò che rimane delle teste e passarle finemente al passatutto, rimettendo quanto ottenuto nel tegame. Amalgamare il pomodoro e far cuocere per altri 10 minuti. A questo punto unire il pesce e portare il tutto a cottura.
Preparare delle fette di pane abbrustolito e strofinarle con aglio, metterle in fondo al piatto e versare la zuppa fino a coprire completamente il pane.
Il BRUSTICO del LAGO di CHIUSI è assolutamente da assaporare, con il caratteristico gusto leggermente amarognolo e affumicato !!
Protagonisti persici reali, persici trota o lucci
< Fino al secondo dopoguerra, tutto attorno al lago permanevano alcune aree paludose (le Bozze) che venivano date in concessione a singoli lavoratori per lo sfruttamento delle erbe palustri, con le quali si impagliavano sedie e si rivestivano fiaschi e damigiane. I lavoratori che, immersi nelle basse acque stagnanti, si dedicavano alla raccolta di erbe e giunchi, a volte si procuravano anche dei piccoli lucci o delle scardole, forse catturati con esche rudimentali o piccole trappole improvvisate. In questi casi, il pesce costituiva il loro pranzo.
Spostatisi su terreno asciutto, iniziavano a dividere la paglia dagli scarti, che venivano ammassati in un piccolo mucchio.
Con gli scarti della paglia e le canne secche veniva acceso un
piccolo fuoco, sopra al quale erano gettati i pesci appena catturati e
cotti a fiamma viva per pochi minuti finché l’esterno non era
carbonizzato.
Allora venivano rapidamente raschiati per rimuovere le squame, aperti e ripuliti delle interiora, per poi essere gustati con un semplice condimento di aceto e sale, prima di proseguire il lavoro di raccolta delle erbe palustri.
Questo non è che uno dei modi in cui, nel corso dei secoli, il BRUSTICO è comparso nei pasti degli abitanti di Chiusi e delle zone limitrofe. È un piatto molto antico, c’è chi lo fa addirittura risalire agli Etruschi ma non mi azzarderei a tanto. Di certo, è un modo di cucinare e consumare il pesce molto caratteristico, nel quale si potrebbero anche ravvisare elementi di ritualità, nel fatto di gettare il pesce sulle fiamme ancora vivo, quasi come se fosse un sacrificio, o nella presenza del fumo che nell’antichità era strettamente legato alle offerte votive agli dei.
Quale che ne sia l’origine, è ancora oggi un piatto che i chiusini gustano con piacere, quasi fosse un simbolo identitario, mentre la brace del fuoco è ancora viva sulle canne secche e il lago veglia placido dalla sua conca perfetta > liberamente tratto da Pane Libri e Nuvole.
Rif. articoli LAGO TRASIMENO (sez. Luoghi dell’arte) e TRASUMENUS ( sez. Storie)
Reportages fotografici by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI
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