Il nostro giro della SICILIA OCCIDENTALE in tre puntate.
TERRASINI si affaccia sul Golfo di Castellammare.
Importante centro turistico e culturale della città metropolitana di Palermo è noto per la sua costa e le sue spiagge, ma anche per la piazza dominata dal Duomo - la Chiesa di Maria Santissima delle Grazie - una delle più grandi del territorio e per il museo del carretto siciliano a Palazzo d’Aumale (Lungomare Peppino Impastato).
Il giorno di Pasqua ricorre l’antica tradizione de La Festa di li Schietti, le cui prime testimonianze risalgono intorno al 1850-1860. Un comitato di scapoli che si cimentano nell’alzata, con una sola mano, di un melangolo (Arancio Amaro) di circa 50 kg.
PARTINICO
PARTINICO – Borgo PARRINI
CASTELLAMMARE del GOLFO
Le case costruite sul pendio che degrada verso il mare con il porto turistico.
SCOPELLO
La Tonnara di Scopello non è solo una delle più belle spiagge della Sicilia, ma soprattutto è una delle più importanti e antiche tonnare di tutta la regione. La struttura principale risale al XV secolo, ma alcuni fabbricati sono addirittura del XIII.
Spiaggia dei Faraglioni dominata dalla Torre Doria
Riserva naturale orientata dello ZINGARO
Un paradiso naturalistico tra SCOPELLO con la famosa tonnara e SAN VITO LO CAPO dominato dal Monte Monaco.
Un luogo selvaggio e affascinante, istituito nel 1981 dalla Regione Sicilia come prima Riserva Naturale di Sicilia.
7 calette musei grotte aree attrezzate
Palme nane, macchie di rosmarino, ulivi antichi … Grotte che si aprono all’improvviso sulle pareti rocciose dove nidificano aquile e falchi.
Il paesaggio che predomina è quello della macchia bassa, ginestre e timo, mandorli e frassini, carrubi e disa, incantevoli specie di orchidee.
In primavera una esplosione di fioriture colorate e profumate !!
Il verde smeraldo del mare ed il bianco abbagliante delle sue spiagge di ciottoli si sposano con il verde della natura solcata da sentieri di terra rossa che salgono fino alle cime più alte.
Sentiero costiero agevole per raggiungere più facilmente le 7 calette … sentiero di mezza costa più panoramico e di media difficoltà … sentiero alto per camminatori esperti.
Tunnel scavato nella roccia all’ingresso sud … la marcia dello ZINGARO 18 MAGGIO 1980 - marcia pacifica per dire “no” ad un incombente disastro ambientale.
In quel tratto della Sicilia più selvaggia, tra Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo, si stava per realizzare una strada litoranea che avrebbe sconvolto per sempre uno dei luoghi naturali più affascinanti della Sicilia occidentale.
Il breve tratto di galleria scavato nella roccia, nell’ingresso sud della Riserva (lato Scopello), ci dà l’idea di quanto violento sarebbe stato l’impatto di questo intervento sulla natura di questi luoghi.
Raggiungiamo Cala Capreria e Punta di Capreria grande
Vicino all’ingresso nord sono ancora visibili le tracce del devastante incendio del 29 agosto 2020, che interessò circa 1.400 ettari di territorio.
Cala Tonnarella Cala dell’Uzzo
Tonnarella dell’Uzzo e Museo delle Attività Marinare
Grotta preistorica dell’Uzzo
CUSTONACI Civitas Mariae - Paese in collina sulla strada che da Trapani porta a San Vito lo Capo. Sullo sfondo il bellissimo golfo di Bonagia.
Il Santuario di Maria SS. di Custonaci è tra i più rinomati in Sicilia per il prezioso quadro che custodisce e per il singolare sagrato che lo circonda, realizzato con piccoli ciottoli di mare a motivi geometrici e floreali. Un bellissimo rosone decora la facciata della chiesa.
Un’antica leggenda è legata alla preziosissima immagine della Madonna di Custonaci.
Si narra che un’imbarcazione francese, partita dal porto di Alessandria d’Egitto e diretta in Francia, trasportasse tra il suo carico un quadro della Madre di Dio. Giunti nei pressi delle coste ericine e colti da una spaventosa tempesta, i marinai pregarono la Vergine affinché li proteggesse.
Calata la tempesta, riuscirono ad attraccare incolumi alla Cala del Buguto. Pensando che la zona potesse essere troppo esposta alle scorrerie dei pirati, decisero di erigere la cappella per ringraziare la Vergine del miracoloso salvataggio sulla vicina collina di Custonaci, dove i contadini portarono a spalla la sacra immagine.
Il Santuario di Custonaci, imponente nella sua mole, proprio al centro del paese, ha origini cinquecentesche e ha subito diverse modifiche ed ampliamenti nei vari decenni. Nel ‘900 viene reso a croce romana con tre diverse navate divise da colonne in muratura dipinte con effetti marmorei su cui si innalzano archi a sesto acuto che richiamano stili gotici.
Nel cappellone spicca il settecentesco coro ligneo intagliato sul quale primeggiano due importanti affreschi della prima metà del ‘700 raffiguranti la natività della Vergine e la natività di Cristo con i pastori, opera di Domenico La Bruna.
L’altare maggiore, in chiaro stile barocco, è stato realizzato da maestranze trapanesi con marmi di Custonaci, intarsiati e a vari colori. Delle cinque statue che lo arricchiscono, solo quella dell’Immacolata, sempre in marmo, è stata scolpita da ignoto scultore trapanese nei primi decenni del ‘600. Le altre sono tutte in legno opera di Pietro Calamela : le due in basso rappresentano l’Abbondanza e la Sapienza mentre le due in alto raffigurano Sant’Alberto e San Giuliano.
Maria SS. di Custonaci è anche patrona di Erice e di tutto l’agro ericino.
Si tratta in realtà di un dipinto ad olio su tavola preparata con gesso e risale al XV secolo, opera della scuola di Antonello da Messina. L’effigie della Madonna che allatta il Bambin Gesù custodita nel santuario fu solennemente incoronata dal Capitolo Vaticano nel 1752 da papa Clemente XIII.
CUSTONACI – Borgo MANGIAPANE
Nato grazie alla famiglia Mangiapane, è oggi uno spaccato di vita siciliana dell’800, un vero e proprio “museo a cielo aperto” che richiama le abitazioni rupestri dei Sassi di Matera.
In una delle nove Grotte di Scurati, antico insediamento preistorico, i Mangiapane costruirono le prime casette in pietra, per poi estendersi al di fuori al crescere della comunità, creando un vero e proprio borgo rurale abitato dal 1819 fino alla metà del ‘900.
Durante il periodo natalizio ospita un suggestivo presepe vivente.
MACARI - Località divenuta nota grazie alla serie TV Màkari diretta da Michele Soavi con Claudio Gioè nei panni del giornalista e investigatore Saverio Lamanna.
Baia Santa Margherita
Lungo la costa di Macari due splendide spiaggette di ciottoli:
Caletta del Bue Marino, proprio sotto il belvedere, eletta “La più bella d’Italia” nel 2015 in un concorso di Legambiente e Cala dell’Isulidda, sotto la Torre dell’Isulidda, una delle numerose torri di avvistamento volute dai Borboni per difendere le coste siciliane dai pirati e progettate da Camilliani nel XVI sec.
La vista dall’alto della costa è strepitosa, soprattutto se sbagli strada !!
SAN VITO LO CAPO
Località balneare famosa per la sua bellissima spiaggia di sabbia fine bianca su una baia ai piedi di Monte Monaco. La sua parte più orientale sconfina nella Riserva dello Zingaro.
Cappella di San Vito martire nel Santuario fortezza
Porto e Monte Monaco
Il Faro di San Vito lo Capo, funzionante dal 1959, con i suoi 43 metri di altezza illumina tutta la baia.
Riserve naturali e marine Arcipelago delle EGADI :
FAVIGNANA (la maggiore), LEVANZO e MARETTIMO (la più lontana dalla costa)
In traghetto da Trapani a Favignana : la tonnara di Formica.
L’isola di FAVIGNANA è divisa in due parti come una grande farfalla : una massiccia con il colle di Santa Caterina (300 metri di altezza) e l’altra piatta con la tonnara - ex stabilimento Florio e il palazzo Florio, oltre a splendide calette e cave di calcarenite, il tufo locale non di origine vulcanica.
Pescatori al porto
Tonnara – ex Stabilimento FLORIO
Costruzione tonnara : reti, ancore, boe in ghisa
Imbarcazioni nere
La mattanza
Preparazione e Inscatolamento del tonno
“E i tonni sono volati nel cielo”: la mostra dedicata al maestro Giovanni Tammaro, in arte Mattò, nato sull’isola nel 1942 e scomparso nel 2021.
Museo reperti Battaglia delle Isole Egadi - battaglia navale conclusiva della
prima guerra punica con la decisiva vittoria romana sui cartaginesi. 10 marzo 241 a.C.
Centro Caretta Caretta
Centro educativo ex Stabilimento FLORIO
Infermeria nei sotterranei di Palazzo FLORIO
Punta San Nicola (vicino al cimitero, necropoli età ellenistica)
Cala Rossa
Cala del Bue Marino (terrazzamento e cava di tufo)
Lido Burrone (spiaggia)
Palazzo FLORIO
Fu fatto costruire da Ignazio Florio, subito dopo aver acquistato le isole Egadi nel 1874 e fu progettato dall’architetto e ingegnere palermitano Giuseppe Damiani Almeyda. Per farlo fu abbattuta una torre preesistente che costituiva il forte San Leonardo.
Realizzato in stile neogotico nella struttura esterna e liberty negli arredi interni, richiama le atmosfere di fine Ottocento.
Il palazzo divenne il salotto di Favignana, dove Ignazio Florio jr e Donna Franca invitavano i loro amici a far festa, nel periodo della mattanza.
Sala dei Rais
Gaspare Grimaudo – Rais n° 3
Le TONNARE utilizzavano centinaia di pescatori governati da un capo assoluto: il RAIS, scelto fra i più esperti e saggi tonnaroti.
Gioacchino Cataldo, pescatore di tonni dello stabilimento Florio fin dall’età di 14 anni, è stato l’ultimo prescelto ed ha ricoperto il ruolo con grande dignità e senso del dovere per 11 anni, fino a quando, nel 2007 si è svolta l’ultima mattanza.
Luglio 2018 - Addio all’ultimo Rais di Favignana mito e storia della millenaria mattanza dei tonni
Tristezza, preghiere e i versi della cialoma, l‘antico canto della mattanza di Favignana:
“Aja mola e vai avanti… Gesù Cristu cu li santi… e lu santu sarvaturi… e criasti suli e luna… Aja mola, aja mola”
per l’addio all’ultimo Rais delle Egadi, Gioacchino Cataldo, spentosi a 77 anni.
Una mostra e un video raccontano la storia di 3 generazioni di
FLORIO : dalla drogheria a Palermo all’impero nel Mediterraneo
< Nati come poveri commercianti di spezie immigrati dalla Calabria, nell’arco di poche generazioni questa casa commerciale siciliana arrivò a creare un impero da cui dipendeva la prosperità economica non solo della Sicilia, ma capace d’influenzare le politiche monarchiche dei Borboni prima e dei Savoia poi ...
Padroni del Mediterraneo, veri e propri simboli dell’industria italiana, dalle vacanze con i Rothschild allo shopping da Cartier a Parigi e dai grandi sarti di Londra: per decenni parlare della famiglia Florio significava parlare del settore secondario in tutto il suo splendore > scrive Federico Silvio Bellanca.
Le origini : i fratelli PAOLO e IGNAZIO FLORIO
I FLORIO erano originari di Bagnara, ma dopo il disastroso terremoto che colpì la loro terra nel 1783, PAOLO (1772 - 1807), padre del futuro senatore Vincenzo Florio, partì nel 1799 alla volta della Sicilia.
A Palermo in via dei Materassai, nei primi anni del 1800, aprì un negozio di spezie,
prodotti coloniali e chinino per curare la malaria, che in breve tempo
divenne uno dei più floridi della città.
L’attività proseguì con il fratello IGNAZIO che ebbe la felice intuizione di espandere gli ambiti di interesse della famiglia oltre la semplice drogheria.
Prese dunque in affitto le tonnare di San Nicola e di Vergine Maria.
L’espansione dei senatori VINCENZO e IGNAZIO senior
VINCENZO (figlio di Paolo) intraprese numerose iniziative industriali, come quelle del
tabacco e del cotone. Acquisì tra le altre la tonnara dell’Arenella.
Una delle intuizioni più brillanti fu quella di credere nel Marsala, il vino fortificato che già stava scalando le classifiche di gradimento degli inglesi. La cantina fondata nel 1833 si distinse dalle altre per la ricerca della qualità invece che del prezzo e della quantità, arrivando a essere il vino della nobiltà europea, amato sia a tavola sia con i sigari.
Fondò nel 1840 la Società dei battelli a vapore, che avrebbe coperto numerosi collegamenti fino ad arrivare anche in America. I contatti dei Florio con le terre lontane e gli stranieri sono ben noti, tanto che proprio Vincenzo fondò con alcuni imprenditori inglesi la Anglo-Sicilian Sulphur Company. Fu nominato senatore del regno d’Italia. Morì a Palermo nel 1868.
Il figlio IGNAZIO senior per creare un “distretto” nell’arcipelago nel 1874 comprò le
isole di Favignana e Formica al prezzo di lire 2.700.000 e acquisì i diritti di
pesca.
Favignana : per la struttura della tonnara si affidò all’architetto Giuseppe Damiani
Almeyda, costruendo lo stabilimento per la conservazione del tonno.
Tra le rivoluzioni industriali introdotte dai Florio, fondamentale è quella che ha portato all’invenzione del metodo di conservazione - cottura e sott’olio - tutt’oggi utilizzato.
Le Flotte Riunite Florio divennero la prima compagnia di navigazione italiana.
In seguito divenne, come il padre, senatore del Regno d’Italia.
La Belle Epoque : IGNAZIO junior e Donna FRANCA
Gli succedette il suo secondogenito, IGNAZIO junior che riuscì a intraprendere nuove attività tuttora esistenti come Villa Igiea a Palermo, luogo inizialmente dedito ai malati di tubercolosi ed oggi hotel prestigioso che porta il nome della figlia e i cantieri navali.
Inoltre diede vita al quotidiano L’Ora, il cui primo numero uscì il 22 aprile 1900.
Villa Igiea fu progettata da Filippo Ernesto Basile, uno dei più originali architetti dell’art nouveau, che aveva già costruito il Teatro Massimo di Palermo e che poco dopo avrebbe progettato la nuova ala di Montecitorio. L’architetto venne affiancato da Ettore de Maria Bergler, il più originale esponente della pittura Liberty in Italia, e da Vittorio Ducrot, un designer raffinatissimo che firmerà ogni arredo.
Insieme, committenti e artisti, realizzeranno un’opera totale, dove ogni dettaglio, dai mobili al ciclo di affreschi, dalla scenografica sequenza dei saloni al celebre soffitto a racemi, farà di Villa Igiea un capolavoro dell’hôtellerie di lusso.
Donna FRANCA
< Una famiglia così potente era abituata a essere circondata dei più grandi artisti, e Il Ritratto di donna Franca Florio di Giovanni Boldini è forse il più grande capolavoro del mecenatismo della famiglia. La regina di Sicilia, vera e propria icona della belle époque, era parte dell’aristocrazia siciliana e sposatasi con Ignazio Florio Jr aveva unito ai nobili natali l’immensa ricchezza del marito. Signora della mondanità, di una bellezza eterea e eleganza innata, aveva avuto decine di spasimanti, tra cui Gabriele d’Annunzio e Guglielmo II di Germania > scrive Federico Silvio Bellanca.
Il Cantiere navale di Palermo, che tuttora è il più grande complesso cantieristico del Mediterraneo per la trasformazione e le riparazioni navali, era stato voluto dai Florio proprio per supportare l’attività della loro storica acciaieria, la prima dell’isola.
Nel 1906 il fratello d’Ignazio, VINCENZO junior, ormai cresciuto e diventato un eccellente affarista, si rivelò pure un grande sportivo e organizzatore di eventi, tra cui la famosa corsa automobilistica Targa Florio.
A lui si devono anche il Giro Aereo di Sicilia e il Corso dei Fiori.
IGNAZIO junior portò la famiglia ad una graduale decadenza per la gestione e le ingenti spese sostenute per restare al passo … l’industria siciliana non riusciva più a competere con i grandi gruppi industriali del Nord … la gloriosa epopea dei FLORIO si concluse a testa alta con la liquidazione della gran parte dei beni.
Sulla tomba dei FLORIO progettata dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda nel Cimitero di Santa Maria di Gesù a Palermo la statua di un leone che beve, simbolo della famiglia, realizzata dallo scultore Benedetto De Lisi.
Reportage fotografico by Barbara Caricchi
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