Il nostro giro della SICILIA OCCIDENTALE in tre puntate.
TRAPANI e isola di Favignana
TRAPANI rende omaggio a U SANTU PATRI – San Francesco di Paola patrono della gente di mare
ANNACATA : il movimento oscillante dei portatori al ritmo della musica per rendere più realistica la figura del santo protettore.
Chiesa di Sant’Agostino con magnifico rosone ad archi intrecciati, scavato e cesellato in pietra delle cave di Pietretagliate; da esso partono colonnine convergenti nell’Agnus Dei centrale.
Fontana di Saturno costruita nel 1342 dalla famiglia Chiaramonte per ricordare il primo acquedotto che porto l’acqua dal versante ericino dentro le mura della città. E’ sormontata dalla statua di Saturno perché nell’età pagana il dio era considerato padre protettore di Trapani.
Chiesa del collegio dei Gesuiti in corso Vittorio Emanuele
Protobasilica cattedrale di San Lorenzo in corso Vittorio Emanuele
Madonna di Trapani
Palazzo Senatorio, detto anche palazzo Cavarretta, sede un tempo del Senato cittadino, ospita oggi il comune.
È collocato in via Torrearsa (ex via degli Scultori), esattamente all’incrocio con corso Vittorio Emanuele (ex Rua Grande), fiancheggiato dalla Torre dell’orologio.
Il Palazzo, di chiara impronta barocca, è strutturato su tre ordini. Nel prospetto principale, in alto, le statue della Madonna di Trapani (al centro), di San Giovanni Battista e di Sant’Alberto da Trapani, opere di Giuseppe Nolfo, realizzate nel 1700.
Sulla sommità, al centro un fregio che rappresenta l’aquila con lo stemma della città … ai lati i due caratteristici cassoni con orologio e datario aggiunti nel 1827.
Mura di Tramontana - La passeggiata si sviluppa dal Bastione Conca al Bastione Sant’Anna, il più grande e l’unico al quale si può accedere per godere uno dei panorami più belli e suggestivi della città.
Castello della Colombaia
Cinque torri nello stemma della città: le torri del Castello di Terra e della Colombaia; Torre Pali presso il Rione di San Pietro, oggi scomparsa; Torre Vecchia incorporata nel palazzo Carosio in via delle Arti; Torre di Porta Oscura, con l’orologio, incorporata nel Palazzo Senatoriale in via Torrearsa.
Piazza del mercato del pesce
Palazzo dei Baroni Riccio di S. Gioacchino (sec. XVI-XVIII) – Liceo classico e scientifico.
Mensole dei balconi con motivo a viso umano grottesco molto raro nel trapanese.
Chiesa Maria SS. Annunziata – ricca decorazione interna e splendida sacrestia del ‘600
Santa Rosalia – scultura in alabastro di Giacomo Tartaglia
Settimana Santa e Processione dei Misteri : 7-8 aprile 2023
I MASSARI trasportano in processione per la città i 22 gruppi scultorei conservati nella Chiesa Anime Sante del Purgatorio.
Personaggi realizzati artigianalmente in legno, sughero, tela e colla.
Con il legno di cipresso si realizzano volti, braccia e gambe in vista … il sughero è ottimo per le scenografie e le parti del corpo ricoperte dagli abiti in tela e colla. Ex voto in argento completano le vestiture : spada, sacro cuore, piumaggi …
Madre Pietà dei Massari Madre Pietà del Popolo
GARIBALDI
ERICE – tra I Borghi più Belli d’Italia
Sorge sulla cima del Monte Barbaro da dove si può godere di una splendida vista su tutto il litorale sottostante.
E’ raggiungibile da una bella strada panoramica oppure in funivia da Trapani.
ERICE non è un insediamento medievale, ma un’antica città sul Monte del Mito che già affascinava gli imperatori romani.
“Sacra” per Elimi, Fenici, Greci, Romani e Cristiani, abbandonata dagli Arabi, venne ricostruita nel XII secolo dai Normanni Svevi e Aragonesi che vi innalzarono numerose chiese, dandole l’aspetto di Montagna del Signore.
ERICE è famosa oggi per il prestigioso Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana che la qualifica come Città della Scienza per la Pace.
Ai vertici della pianta triangolare
1 - Duomo e Campanile. Di stile gotico, costruito nel XIV secolo da Federico d’Aragona, si erge imponente nell’ampia Piazza Matrice.
2 - Quartiere spagnolo (caserma), Chiese di S. Orsola e S. Antonio Abate, Mura Elimo Puniche
3 - Castello di Venere (chiuso), Torri e Torretta Pepoli, Giardini del Balio
In centro Piazza della Loggia con Municipio, attorniata da numerose chiese.
San Domenico - Fondazione Majorana – Evento Mangia Sano Italia –
Convegno Storia delle produzioni agricole ed agroalimentare della Sicilia Occidentale
Laboratorio con lochef Andy Luotto e il maestro cuscusiero Pino Maggiore
Giro delle Chiese
1 - Torre di Re Federico
2 - Real Duomo – Immacolata Vergine Maria di Custonaci
3 – San Giuliano – I Misteri (gruppi statuari)
4 – San Martino. Particolarmente raffinata nelle decorazioni interne, è caratterizzata da belle maioliche ed affreschi.
5 – Ruderi Monastero Benedettine del SS. Salvatore
Splendida vista panoramica su Trapani e su San Vito Lo Capo. ERICE è conosciuta anche per le trappite (tappeti tipici) e per le sue ceramiche eleganti e colorate.
MARSALA - TRAPANI : la Via del Sale
Un paesaggio che sembra dipinto da un artista. Una striscia di terra che costeggia il mare con gli antichi luoghi di lavorazione del sale della Sicilia.
Antiche vasche e vecchi mulini a vento, laguna con canali e dune bianche di sale, tramonti spettacolari.
Tramonto Saline Genna
La Riserva della Laguna dello Stagnone di MARSALA è delimitata dall’Isola Grande o Lunga raggiungibile a piedi (acqua bassa) da Torre San Teodoro con la bella spiaggia.
Isola Santa Maria Isola San Pantaleo (Isola di Mothia) Schola (l’unica del comune di Marsala)
MOZIA – Fondata alla fine dell’VIII secolo a.C.divenne ben presto una delle più floride colonie fenicie del Mediterraneo.
La presenza in Sicilia dei Greci, con cui i Fenici avevano scambi commerciali ma anche contatti non sempre amichevoli, causò guerre che con alterne vicende provocarono infine la distruzione di Mozia ad opera di Dionisio di Siracusa nel 397 a.C. I superstitisi trasferirono sulla costafondando la città di Lilibeo, l’odierna Marsala.
Partenza dall’ Imbarcadero storico
Giro dell’isola in barca alla scoperta degli scavi archeologici. Da notare la strada che collegava l’isola alla terraferma percorsa dai carri.
L’archeologo Giuseppe Whitaker, uomo di raffinata cultura e illustre membro di una ricca famiglia inglese che aveva industrie e commerci in Sicilia, acquistò l’isola agli inizi del ‘900 e ne finanziò gli scavi.
Con la figlia Delia istituì il Museo: il nucleo più antico di quello attuale che conserva le vetrine in legno dipinto di bianco con i reperti esposti raggruppati per genere secondo il criterio collezionista del tempo.
Maschera (fine VI sec. a.C. Favissa centrale)
Progressivamente il MUSEO Whitaker ha subito ampliamenti …
il reperto più prestigioso e famoso esposto è il Giovinetto di Mozia – statua marmorea greca datata 450 a.C. rinvenuta in una provincia punica. Probabilmente fu portata a Mozia dai Cartaginesi.
Venne esposta all’ingresso della grande mostra “I FENICI” a Venezia - Palazzo Grassi.
La statua venne violentemente strappata dal suo piedistallo con la conseguente rottura dei piedi e delle braccia per essere depredata delle nobili parti metalliche : il copricapo e la fibula come evidenziato dai fori sulla testa e sul petto del ragazzo.
Giro dell’isola a piedi
Nella costa settentrionale si trova il Tofet, santuario a cielo aperto dove venivano deposti, dentro vasi in terracotta, i resti dei sacrifici animali e infantili (maschi primogeniti) e la Necropoli consepolture (fine VII-fine VI sec. a.C. ) sia ad incinerazione che ad inumazione in sarcofagi di pietra. Visibili stele con figure statiche frontali.
Zona industriale caratterizzata dalla presenza di forni per la produzione di vasi e probabili luoghi per la concia e tintura dei tessuti.
Santuario di Cappiddazzu – grande tempio a pianta tripartita.
Porta Nord e Strada marina (VI-V sec. a.C.) che attraverso lo Stagnone collegava Mozia alla terraferma.
Torre orientale e Fortificazioni (dalla metà del VI sec. a.C. alla fine del V sec. a.C.)
Porta Sud e Kothon - bacino rettangolare d’acqua dolce alimentato da tre sorgenti di uso ancora incerto (o rituali religiosi o riparazione imbarcazioni).
Tempio del Kothon – Grande edificio attorniato da un muro circolare con betili eretti nel cortile.
Casermetta addossata ad una delle torri della cinta muraria.
Casa dei Mosaici – costruzione caratterizzata da un portico colonnato con il pavimento decorato da un mosaico a ciottoli bianchi e neri con animali.
Visita al Mulino e alle SALINE Ettore e Infersa
Le Saline della Sicilia occidentale comprendono essenzialmente quattro ordini di vasche dalla forma pressoché rettangolare con grandezza e profondità decrescente dal primo al quarto ordine.
Vasche di evaporazione che consentono un progressivo aumento di salinità delle acque da 3,5°-4° Bè a 22°-24° Bè.
FRIDDA - Prima vasca ampia e profonda con entrata diretta dell’acqua dal mare governata da una chiusa – PUTTEDDRA.
Mulino a vento che aziona la vite di Archimede per il pompaggio dell’acqua nelle vasche superiori (colore arancione per alga di cui si nutrono i fenicotteri rosa).
Al secondo ordine i vasi di ACQUA CRURA (o retrocalde) e il VASU CULTIVU o di GUVERNU con la funzione di riserva.
Al terzo ordine le vasche mediatrici - RUFFIANA e RUFFIANEDDRA.
Al quarto e ultimo ordine le vasche servitrici - CAURE - con l’acqua fatta che passa da una all’altra e SINTINE.
A seguire le caselle salanti - CASEDDRE – di forma quadrilatera regolare con il fondo piano e impermeabilizzato affiancate da uno spiazzo – ARIUNI – dove viene accumulato il sale in esse raccolto. I mucchi di sale vengono coperti con tegole di piccolo spessore.
Fior di sale : il sottilissimo velo che si forma sulla superficie delle vasche nelle rare giornate senza vento.
la rumpitina – La crosta di sale dello spessore di 10-15cm. che si crea nelle caselle salanti alla fine delciclo produttivo di circa 90 giorni viene frantumata con i pali pi rumpere (pali per rompere) e raccolta con apposite pale : i paluneddri.
Mamma Caura (colore scuro) – sedimento a base di gesso che annualmente si accumula sul fondo delle vasche evaporanti, dette “caure”, e che periodicamente viene tolto da esse.
In una logica di “economia circolare” ante litteram, che da sempre caratterizza tutto il lavoro dei salinai, dall’uso dell’energia rinnovabile del sole e del vento per far evaporare l’acqua, al riciclo dell’acqua madre - la salamoia in eccesso residua dopo la cristallizzazione - anche la Mamma Caura viene riutilizzata come materiale prezioso per consolidare e impermeabilizzare il fondo e gli arginelli delle vasche, per rivestire il grande argine perimetrale dove viene accumulato il sale dopo la raccolta.
Torre San Teodoro
MARSALA
Il “Cassaro” divide in due il centro storico.
Verso l’interno il quartiere ebraico con il cinquecentesco complesso monumentale di San Pietro con il Museo Garibaldino.
Verso il mare il quartiere spagnolo con la storica Porta di Mare e la ex Chiesa del Purgatorio (San Fabiano e San Sebastiano) oggi sede dell’auditorium di Santa Cecilia (piazza con la fontana) ...
Via Caturca conduce a piazza del Carmine con il complesso omonimo, oggi sede della Pinacoteca Civica (Ente Mostra Pittura).
Pinacoteca Civica di MARSALA – Convento del Carmine
Il Trittico Fiammingo dell’Adorazione dei Magi - dipinto su tavola composto da tre pezzi che si richiudono a libro tramite cerniere (“cona cancherata” per il Marchese Villabianca, ossia icona con cardini).
IL DONO è il tema delle tre raffigurazioni :
nel pannello centrale i Re Magi offrono ORO, INCENSO e MIRRA a Gesù Bambino in braccio alla Madonna;
a sinistra Re Davide riceve l’ACQUA prelevata da una cisterna di Betlemme da tre suoi prodi guerrieri. La città era assediata dai Filistei … Davide assimilò questo dono al sangue e rifiutò di berla, versandola a terra come se si trattasse di un sacrificio per il Signore;
a destra la Regina di Saba offre a Re Salomone centoventi TALENTI d’oro e una gran quantità di aromi e pietre preziose. Salomone ricambiò i doni con ancora maggiore generosità, prima che la regina tornasse nel suo regno.
L’opera (XVI secolo) è attribuita al Maestro dell’adorazione Von Groote, esponente della Scuola di Anversa, ma se ne ignora l’originaria provenienza e l’anno in cui giunse a Marsala, nella chiesa di San Francesco d’Assisi.
MOMO’ Calascibetta. L’ironia del disincanto fino al 4 giugno 2023 alla Pinacoteca di Marsala - Convento del Carmine.
Emilio ISGRO’ – DISOBBEDISCO – Sbarco a Marsala e altre Sicilie
Mostra 2010 in occasione del 150° anniversario dello SBARCO DEI 1000 – 11 maggio 1860.
DISOBBEDISCO di ISGRO’ in antitesi al famoso OBBEDISCO di GARIBALDI mai pronunciato ma scritto ...
MARSALA 250
Cantine FLORIO – lo squisito liquore MARSALA fu creato nel 1833 da Vincenzo FLORIO
Nel 1833 Vincenzo Florio acquistò un baglio (bagghiu, in lingua siciliana : fattoria fortificata con ampio cortile) a Marsala sul mare e fondò le cantine Florio, scalzò via gli inglesi decidendo di produrre il vino liquoroso e facendone il porta bandiera della Sicilia nel mondo. Il Baglio Florio è stato restaurato e rimodernato negli ultimi anni.
GARIBALVINI
MARSALA e lo sbarco dei 1000
11 MAGGIO 1860 – Giuseppe GARIBALDI entrò nella città con i suoi garibaldini.
Via XI maggio - il CASSARO – parte da piazza Vittoria con il monumento a GARIBALDI, il Teatro Impero e i giardini di Villa Cavallotti con il Bastione San Francesco.
Dopo la porta Palazzo Fici con la ricca facciata fino alla centrale Piazza della Loggia con il Municipio - Palazzo VII Aprile - e la grandiosa Cattedrale - CHIESA MADRE - dedicata a San Tommaso di Canterbury.
Via Garibaldi conduce all’omonima porta. Nei pressi l’Antico Mercato del pesce e il Santuario dell’Addolorata.
Monumento ai Mille per celebrare i garibaldini dello sbarco che richiama vagamente la Nave Puglia al Vittoriale degli Italiani.
Il Parco Archeologico di SEGESTA con la monumentale AGORA’ su tre livelli :
il BOULEUTERION (edificio amministrativo) … la grandiosa piazza con il biportico alto ben 11 metri che si sviluppa per una lunghezza di 110 metri … il mercato della carne - MACELLUM - affacciato su una piazza lastricata, di forma triangolare.
TEATRO
Il TEMPIO, uno dei pochi monumenti che si conservano perfettamente integri dall’antichità, si innalza in maestosa solitudine sul pianoro che si erge a strapiombo sul Vallone della Fusa, dove scorre il fiume che le fonti antiche denominavano Scamandro (il fiume di Troia).
Realizzato tra il 430 e il 420 a.C. l’edificio sacro è di stile dorico, esastilo periptero (60,95 m. x 20,40 m.), rivolto a Est con quattordici colonne sui lati lunghi e sei sui lati brevi, che hanno alla base un diametro di quasi due metri.
La costruzione si presenta priva di cella (evidente nelle fondazioni) e di copertura. Altri segni evidenziano che i lavori non furono mai completati: le colonne non sono scanalate, i blocchi dei gradini non scalpellati e i coronamenti dei capitelli incompleti.
Reportage fotografico by Barbara Caricchi
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