22 --- 28 maggio 2023 : La settimana del verde in città
La prima edizione dell’evento promosso dalla Società Orticola del Piemonte con l’apertura anche straordinaria di parchi, giardini, orti e aree verdi a corollario dell’evento FLOR primavera ancora ai Giardini Reali di Torino in questa edizione 2023.
Una settimana GREEN a TORINO e Città Metropolitana …
Un giardino tutto per lei
Alla scoperta del piccolo giardino intitolato a Eva MAMELI, madre dello scrittore Italo CALVINO nato a Cuba nel 1923, nonché botanica e naturalista italiana, la prima donna a conseguire la libera docenza in un’università italiana, direttrice dell’Orto Botanico di Cagliari tra il 1926 e il 1929.
Sposò Mario CALVINO agronomo e botanico di Sanremo.
A proposito di agronomi il mio pensiero corre a Paolo DE SIMONE
(Caserta 1859-Roma 1906), appassionato cultore di Scienze Naturali e
Agricoltura, che dopo la Laurea in Agraria a Pisa, giunse a Città della Pieve
insieme a Vittoria MIRAFIORI SPINOLA, figlia di Rosa Vercellana e
Vittorio Emanuele II.
Vittoria comprò la tenuta di Salci nel 1886 e Paolo ne divenne l’amministratore.
I due hanno una relazione illegittima essendo Vittoria sposata, per volere del padre, con il Marchese Filippo Spinola.
Città della Pieve è per entrambi il luogo ideale per realizzare le loro aspettative di vita e sperimentare una nuova idea di impresa agricola.
A Salci allevano cavalli purosangue, producono vino e impiantano
una fabbrica a vapore per la produzione di paste alimentari.
Paolo ha una vocazione naturalistica molto forte a cui unisce creatività e intraprendenza. Ottiene il brevetto per un annaffiatoio particolare a molti usi, denominato Secchia Palusse, adatto ad annaffiare, pulire, pompare e irrorare sostanze anticrittogamiche. È figura di primo piano, ricopre cariche politiche, anima la vita culturale con la sua versatilità e le sue visioni innovatrici.
La residenza pievese viene chiamata Castelluccio Palusse (vezzeggiativo di Paolo). Qui Paolo costruisce serre e fioriere per ospitare le sue collezioni botaniche. L’azienda agricola dedita a orticoltura, floricoltura e pollicoltura viene denominata Stabilimento Palusse, con una filiale a Roma in via del Viminale 11.
Nel 1900, però, il “Palusse” viene venduto perché gravato da debiti e ipoteche. Paolo lascia le sue collezioni alla Scuola Tecnica di Città della Pieve e si trasferisce con Vittoria a Roma, dove si sposano il 7 novembre 1900.
Nel gennaio 1904 Paolo costituisce con Ettore Manzolini la società denominata Unione Orticola Romana Manzolini-Palusse per la produzione e il commercio di prodotti orticoli e floreali, articoli per il giardinaggio, arte e affini. Paolo gestisce lo stabilimento in via del Viminale. Vittoria muore di polmonite il 29 novembre 1905. A gennaio 1906 Paolo scioglie la società Manzolini e muore suicida il primo maggio dello stesso anno.
Il nucleo storico del Museo di Storia naturale e del Territorio di Città della Pieve a Palazzo della Corgna conserva e valorizza campioni e materiali delle raccolte di due illustri naturalisti pievesi : Antonio VERRI (1839-1925) - geologo e già Presidente della Società Geologica Italiana, studioso della geologia e della paleontologia del territorio - e Paolo DE SIMONE (1859-1906), agronomo e collezionista di campioni botanici e zoologici.
Bietola bionda di Lione - Semi dal passato
La Spermoteca “Paolo De Simone”: una collezione di semi conservati in appositi contenitori di vetro, costituita da 273 campioni di una grande varietà di semi di piante di uso agrario, di provenienza locale, nazionale, europea e extraeuropea.
Stabilimento di Fioricoltura “Palusse” – CANAPA (Cannabis sativa)
Deltazione del Tevere antico – Capitano Antonio Verri
Tornando a TORINO, l’area di San Salvario a fine Ottocento riuniva tutte le principali istituzioni della ricerca botanica e agronomica del tempo.
L’orto botanico, erede naturale dell’orto dei semplici di epoca medioevale, costituiva un importante centro di ricerca universitaria, dedicato allo studio e alla classificazione delle specie vegetali, sia a scopo botanico che medico.
Rimangono oggi, a testimonianza di quel periodo, oltre che le colture e gli erbari, anche le mirabili tavole della Iconographia Taurinensis.
L’attività dei vivai Burdin, tipica iniziativa a carattere commerciale, era comunque strettamente connessa con lo sviluppo della ricerca in agricoltura.
Il Parco del Valentino fu poi tra i primi grandi parchi pubblici italiani. La città, infatti, nei suoi progetti di espansione, aveva dato particolare rilevanza allo sviluppo del verde. Non a caso, la direzione dei giardini venne affidata a personalità di rilievo, come i fratelli Marcellino e Giuseppe Roda.
Tutto questo, comunque, era già una tradizione consolidata per il Piemonte, dove avevano lavorato i migliori architetti di giardini ed era già nata una Scuola per giardinieri che mantenne a lungo alto il prestigio di Torino con i suoi parchi e le vie alberate.
Palazzina Regia Stazione Agraria, prospetto verso via Ormea, “Annuario 1923-25 della R. Stazione Chimico-Agraria di Torino”
La Regia Stazione Chimico-Agraria di Torino, che estendeva la ricerca progressivamente dall’orto al laboratorio, era al servizio della scienza, ma anche degli agricoltori. Operava, infatti, anche contro le frodi alimentari ed ebbe il merito – negli anni Venti e Trenta del Novecento – di elaborare la cartografia agrogeologica utilizzata per razionalizzare maggiormente lo sfruttamento dei terreni agricoli.
In seguito estese la sua attività alla conservazione dei prodotti agroalimentari per mezzo del freddo, attrezzando negli scantinati di via Ormea il primo frigorifero sperimentale del paese.
FESTIVAL del VERDE 2023
La scoperta di Parco Mennea a Torino che occupa l’ex area industriale di MATER FERRO al POLO NORD, il quartiere più freddo della città dove un tempo veniva ammucchiata la neve per alimentare le ghiacciaie per la conservazione delle derrate alimentari, come quelle del Mercato di Torino.
Manufatti a forma di iceberg decorano la piazza … le sedute del parco richiamano la forma dei cubetti di ghiaccio …
“Mont-glass”, 2014
Mosaico in frammentazione e ricomposizione ceramica, specchi e vetro.
Progetto, allestimento, coordinamento generale: prof. Luciano Cappellari.
Realizzazione a cura dell’Associazione ALA – Monica Migliore, Valentina Rubin – e dell’Associazione ARTEinOGNIDOVE – Rosanna Greco.
Da piazza Marmolada con la montagna a mosaico “Mont-glass” dedicata alle OLIMPIADI INVERNALI TORINO 2006 e TORINO Capitale Europea dello Sport 2015 il parco per le attività sportive dedicato a Pietro Paolo Mennea ha anche una pista per i 100 metri piani e il più grande skate park in città pensato come una grande scultura, oltre al misterioso tappeto volante per i più piccoli … L’area fitness nel frutteto tra ciliegi, prugni, albicocchi …
La fascia di terreno stretta tra le due linee ferroviarie ospita l’orto collettivo con una vigna urbana ricca di varietà di uve, profumata da una distesa infinita di Stephanotis (finto gelsomino) tra ciliegi e gelsi.
Bee Hotel per insetti impollinatori del WWF
Dalla sommità del belvedere dedicato ai volontari olimpici lo sguardo corre dalla collina di Superga alle montagne olimpiche.
La Fiat MATER FERRO (erede delle Officine Diatto) produceva MATERIALE FERROVIARIO – locomotive, carri e carrozze ferroviarie - nei due stabilimenti, oggi parco Mennea (corso Rosselli) e piazza Delpiano (corso Lione) collegati da un binario … al passaggio del vagone veniva bloccato il transito delle auto nella zona limitrofa occupata tra l’altro dall’ ITALA (raid Pechino-Parigi 1907) e dalla SPA (Società Piemontese Automobili) fondata da Michele Ansaldi e Matteo Ceirano a Torino. Oltre ad automezzi civili, la SPA nella sua storia ha realizzato anche veicoli militari e motori aeronautici per il Regio esercito e la Regia Aeronautica.
“La rotazione del tempo”, 2020 - Decorazione pittorica pensilina in piazza Delpiano
Molto interessante la visita guidata con l’architetto paesaggista Alessandra AIRES che ha
curato la SPINA 1 … il POLO NORD ricorre nell’arredo urbano e culmina nella
“Fontana IGLOO” di Mario Mertz in corso Mediterraneo (SPINA 2).
Giardini & Paesaggi Aperti
Grande sorpresa per la scoperta dell’ ACCADEMIA di AGRICOLTURA di TORINO in pieno centro nei pressi di piazza Bodoni, accolti dal presidente prof. Marco Devecchi e dalla dott.ssa Caterina Ronco.
Le eleganti e preziose sale dell’ottocentesco palazzo Corbetta Bellini di Lessolo
che dal 1939 ospita l’Accademia (fondata nel 1785 come Reale Società Agraria
sotto Vittorio Amedeo III e in seguito, con Carlo Alberto, divenuta
Reale Accademia di Agricoltura) contengono, oltre a notevoli arredi e opere
d’arte, una biblioteca e archivi ricchi di volumi e documenti di grande valore storico,
importanti collezioni di strumenti tecnici, stampe e minerali.
Gli scopi della Società vengono dichiarati nel primo Statuto: “promuovere a pubblico vantaggio la coltivazione dei terreni situati principalmente nei felici domini di S.M., secondo le regole opportune e convenevoli alla loro diversa natura”. Si trattava di risolvere, ottenendone vantaggi economici, i problemi della produzione agricola e dell’occupazione secondo i concetti illuministici e fisiocratici di quel periodo.
Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo venne costruito a fine Ottocento in un’area di nuova espansione della città, dove un tempo si ergevano i Bastioni di Mezzogiorno, distrutti in epoca napoleonica.
In questa zona, nel 1825, venne realizzato il Giardino dei Ripari, il cui nome deriva dai “Rempart”, i contrafforti dei Bastioni, che formavano le collinette su cui si estendeva il giardino, compreso tra l’attuale piazza Bodoni e piazza Maria Teresa.
Del Giardino dei Ripari, dismesso dopo l’apertura del Valentino, rimangono oggi visibili le sole aree verdi dell’aiuola Balbo e dei giardini Cavour. L’area viene lottizzata per dare alla città un nuovo respiro verso il Po.
Uno dei lotti viene acquistato dal conte Giuseppe Corbetta Bellini di Lessolo che affida il progetto della propria residenza all’architetto Angelo Marchelli. Il conte muore prematuramente prima ancora dell’ultimazione del palazzo, che passa in proprietà alla moglie Eleonora Massel dei marchesi di Caresana.
Da Eleonora a sua sorella Teresa, moglie di Luigi Cacherano conte di Bricherasio.
Teresa e Luigi avranno due figli: Emanuele, morto a soli 35 anni, tra i fondatori della FIAT, e Sofia cheerediterà il palazzo: ultima discendente del casato, per tutta la vita è promotrice di numerose opere di filantropia.
Allieva di Lorenzo Delleani, esponente della pittura piemontese ottocentesca, sarà una valente pittrice e farà della propria dimora un salotto artistico, un luogo di incontri di quella corrente pittorica torinese nota come “dilettantismo aristocratico”. Per questa sua passione Sofia fa sopraelevare l’ala del palazzo sovrastante le scuderie ricavandovi il proprio atelier di pittura e una galleria d’arte.
L’ ACCADEMIA di AGRICOLTURA si trasferisce nel palazzo nel 1939, affittando la parte del piano nobile destinata a rappresentanza. Nel 1945 Sofia dona il palazzo all’Istituto Salesiano per le Missioni; un anno dopo la sua morte, nel 1951, l’Accademia acquista l’ala già occupata e vi stabilisce definitivamente la propria sede.
All’interno, i soffitti, i pavimenti, parte dell’arredo ed alcuni quadri sono originali.
Colpiscono subito le vetrinette con la collezione pomologica Garnier Valletti, per un totale di 260 pere e 80 mele, oltre ad altri piccoli frutti quali fragole, ciliegie, prugne e uva spina.
Francesco GARNIER VALLETTI passò dai modelli dei fiori a quelli dei frutti verso la fine del XVIII sec. per scopo scientifico. Riproduzioni fedeli non solo nell’aspetto ma anche nel peso.
Dai primi modelli in cera,poco duraturi, agli esemplari nel composto di sua invenzione oggetto di studio (resine, cenere, minerali) perfettamente conservati anche nei colori e nei trattamenti superficiali con peluria lanosa o polveri minerali.
I disegni preparatori, gelosamente conservati e non mostrati ai visitatori, saranno disponibili online in versione digitale …
Nell’anticamera il ritratto di Carlo Alberto che nel 1847 trasforma il nome dell’Accademia da “Reale Società Agraria” a “Reale Accademia di Agricoltura”.
Sulla parete di fondo della Sala delle Adunanze (un tempo Salone delle Feste) spicca il ritratto in maestà di Vittorio Amedeo III (1725-1796), che nel 1785, con Sovrano Rescritto, approva la fondazione della Società Agraria e nel 1788 le concede il titolo di “Reale”.
Sul soffitto l’affresco Trionfo delle Arti, 1883 - opera di Rodolfo e Luigi Morgari.
Pavimento a intarsio della Manifattura di Gabriele Capello, detto il Moncalvo, ebanista presso l’Università dei Minusieri, a lungo operante presso la Casa Reale.
Sulla parete di sinistra il caminetto originale sul cui pannello di copertura spicca lo stemma dei Massel (tre mazzuoli incisi su rame).
Sulle maniglie delle porte è invece inciso lo stemma dei Corbetta Bellini: tre corbelli d’oro in campo azzurro ed una fascia d’argento che attraversa orizzontalmente lo stemma.
Notevole la biblioteca con una ricca collezione di volumi antichi e moderni.
Nel Corridoio Archivi e Collezioni un dipinto di Sofia Cacherano di Bricherasio - Il Po a Valenza, 1896 - con le correzioni autografe di Delleani, la cui firma è visibile sotto la rifinitura in quattro punti.
Collezione di minerali
Nel Corridoio Collezione Microscopi e Stampe anche due tavole con la descrizione delle principali malattie dei bachi da seta.
Tra gli Accademici
Matteo BONAFOUS – direttore dell’Orto sperimentale della Crocetta dal 1823 al 1851 – che scrisse la Storia del Mais e si occupò di Bachicoltura,
Camillo Benso di CAVOUR, socio dal 1843, noto per la sua personale attività a Grinzane quale viticoltore e a Leri, nel vercellese, per le migliorie da lui apportate alla produzione del riso,
Luigi EINAUDI …
Per impulso dell’Accademia nel 1854 viene costituita la Società Orto-Agricola, alla quale è affidata l’organizzazione delle mostre: tra Ottocento e Novecento Torino diventa sede di ambiziose esposizioni botaniche nazionali e internazionali.
Nel 1927 l’Accademia entra in possesso di un podere di circa 30 ettari, formato da terreni circostanti l’Abbazia di Vezzolano (Asti), azienda che viene utilizzata attualmente per studi ed esperimenti dall’Istituto per la Meccanizzazione Agricola del C.N.R.
Un particolare merito dell’Accademia è quello di aver proposto e ottenuto, in accordo con l’Università e il Comune di Torino, l’istituzione nel 1936 della Facoltà di Agraria presso l’Ateneo torinese e per la realizzazione, nel 1980, del corso di laurea in Scienze forestali.
Collezione pomologica di Francesco GARNIER VALLETTI (Giaveno 1808 -
Torino 1889) - geniale ed eccentrica figura di artigiano, artista, scienziato - divisa tra
ACCADEMIA di AGRICOLTURA e MUSEO DELLA FRUTTA …
< I Frutti artificiali si fanno con polvere d’alabastro sciolta nella cera e nel mili e nella gomma damar i quali restano duri come pietre bianchissimi nel spacarli cioé facendoli in due ed inalterabili anche al calore. Scoperta del 5 marzo 1858 in un sogno nella stessa notte (…) così che spero poco per volta ritrovare il metodo d’imitarli che riescirano inconoscibili dai veri > così Francesco Garnier rivelò la scoperta della nuova e originale tecnica con cui sostituì la cera, che fino ad allora aveva costituito la materia principale per la riproduzione dei frutti.
Nel corso del tempo continuò a perfezionare questa formula che volle sempre tenere segreta e che fu divulgata, a due anni dalla sua morte, da Michele Del Lupo, nel Manuale di pomologia artificiale, pubblicato da Hoepli nel 1891.
La nuova tecnica prevedeva l’utilizzo del composto malleabile a caldo (variabile in relazione al tipo di frutto da imitare) in uno stampo che agevolava la produzione seriale.
Il corpo dei frutti era costituito da una resina, la colofonia, miscelata con cere naturali e gesso. La superficie era formata oltre che da colofonia e cera, anche da dammar, una resina molto usata a partire dalla metà dell’Ottocento nella fabbricazione delle vernici pittoriche.
Le analisi chimiche effettuate in occasione degli interventi di restauro e manutenzione hanno evidenziato anche la presenza di solfato semidrato e cenere.
Visita al Parco del Castello dei conti Occelli a NICHELINO … La sala carrozze e la limonaia insieme al vasto parco con laghetto e piante centenarie sono adesso location per matrimoni ed eventi … un tipico giardino all’italiana fronteggia l’ingresso del castello chiuso al pubblico.
Reportage fotografico by Barbara Caricchi e Mauro Dragoni
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