La tradizione lega la nascita de lo Carnaval de la Coumba Fréide
al passaggio di Napoleone attraverso il Colle del Gran San Bernardo, nel
maggio del 1800, durante la campagna d’Italia.
I costumi delle landzette sarebbero dunque la trasposizione allegorica delle uniformi dei soldati francesi, con specchi per scacciare gli spiriti maligni. Il tipico tessuto di cotone molto pesante detto matie è stato progressivamente sostituito dal velluto, impreziosito da ricami di perline e paillettes.
Il colore rosso, che caratterizza tutte le landzette di Allein e Doues, simboleggia forza e vigore e ha il potere di esorcizzare i malefici e le disgrazie.
Le landzette indossano una maschera (vesadjie), un tempo in legno o corteccia, oggi nei materiali e nelle fogge più diverse. Agitano le cave, fruste di crine di cavallo o code di mulo : rappresentano i venti e servono per allontanare le correnti d’aria nefaste. Alla cintura tintinnano sonagli di mulo.
L’orso uscito dal letargo evoca l’avvicendarsi della primavera che sboccia nei fiori colorati dei fantasiosi cappelli …
All’origine del carnevale ci sarebbe anche la festa in occasione del matrimonio di due sempliciotti già un pò anziani. Gli abitanti del villaggio, per non mettere in difficoltà gli sposi, decisero di non di presentarsi in chiesa con gli abiti della domenica, ma di indossare abiti inusuali.
E proprio Napoleone a cavallo apre la benda (il corteo) di Saint-Rhémy-en-Bosses, il borgo più importante dell’alta Valle del Gran San Bernardo, domenica 11 FEBBRAIO
Le guide (la guida) in testa al gruppo col volto barbuto ed un grande cappello cilindrico (simboli di autorità) annuncia l’arrivo della mascarada sventolando il vessillo.
Seguono i suonatori con strumenti vari, immancabile la fisarmonica …
Dietro di loro il diavolo cornuto brandisce un forcone facendo suonare i tanti campanelli cuciti sul suo costume.
Ecco l’Arlequeun (arlecchino) dal costume multicolore e con in testa un cappello cilindrico con tanti nastri; accanto a lui talvolta la demouazella (damigella).
Segue il folto gruppo delle landzette tra tintinnii di sonagli, code di mulo al vento e scherzi ai passanti …
Gli Orsi ingaggiano assalti tra i presenti e rotolano a terra giocosi mentre attorno si svolge la danza a spirale delle Landzette …
La benda di mascre è itinerante e si sposta di borgata in borgata, di casa in casa, dove viene accolta in maniera festosa con un ricco buffet : frittelle, salumi, formaggi, acciughe, salatini, pizze, torte, bevande e vino …
Un tempo veniva offerta la patchocada : uova sbattute con zucchero, vino e caffè. Le maschere spesso ricevevano in dono dalle famiglie del cibo, soprattutto le uova simbolo di vita e rinnovamento.
“ A la feun de la benda di mascre areuvoun lo toque e la tocca “ (patois valdostano)
Alla fine del corteo arrivano le maschere del Toque (il pazzo) e la Toquée (la pazza), due vecchi grossolani e volgari intenti a bisticciare. Lei armata di scopa, la usa per punire il marito che col suo bastone solleva la gonna alle ragazze …
In alcuni carnevali della Valle del Gran San Bernardo, al termine del corteo sono presenti il medico e l’infermiera con il curato che rammentano al pubblico che alle cure fisiche devono affiancarsi anche quelle spirituali.
Dopo ogni sosta per musica, danze, scherzi e libagioni la guida annuncia la ripartenza con tre squilli di trombetta … pronti, partenza, via !! E la festa continua !!!
MARTEDI’ GRASSO - 13 FEBBRAIO - GRAN FINALE dei carnevali alpini della COUMBA FREIDA a Saint-Rhémy-en-Bosses, il borgo più importante dell’alta Valle del Gran San Bernardo ed Allein in Valpelline.
Rif. articoli COUMBA FREIDE nella sez. Storie e Non solo LANDZETTE … nella sez. Textile Art
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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