Completiamo il giro della SICILIA OCCIDENTALE dopo le tre puntate dell’edizione 2023 :
1 – da TERRASINI a FAVIGNANA
2 – da TRAPANI a SEGESTA
3 – PALERMO
MONDELLO, la spiaggia di Palermo, una delle più famose e frequentate del territorio. Il mare cristallino e la sabbia bianchissima ne fanno una meta turistica perfetta, grazie anche alle aree attrezzate e all’antico stabilimento balneare del primo Novecento, costruito a palafitta sul mare.
CACCAMO, tra i Borghi più belli d’Italia, si estende a 521 m. s.l.m. alle falde del monte Euraco (in latino “dalla bella dorsale”) o monte San Calogero.
Diverse le interpretazioni del termine Caccamo che potrebbe derivare dal punico-cartaginese “Caccabe” (testa di cavallo, presente nello stemma), dal greco “Kakkabe” (pernice) o “Kakabe” (calderone), dal latino “Cacabus” (pentolone), dall’arabo “Kukum” (vaso, marmitta), dal siciliano “Caccamu” (albero di loto).
CACCAMO è un suggestivo dedalo di vicoli, case e chiese barocche su cui si staglia il millenario castello arabo-normanno che dalla cima di una imponente rupe domina la splendida vallata dove scorre il fiume San Leonardo formando un bacino artificiale : il Lago Rosamarina. Una distesa d’acqua verde smeraldo incastonata tra i monti che nei suoi fondali conserva un grande tesoro : il Ponte Chiaramontano, costruito nel 1307 da Manfredi I Chiaramonte, sotto il regno di Federico III, con dedica alla Beata Vergine.
Le prime notizie che riguardano il Castello risalgono al 1160 e vedono storia e leggenda intrecciarsi indissolubilmente. Il nobile Matteo Bonello, uno dei suoi primi proprietari, era nemico irriducibile del Re Guglielmo I detto “Il Malo”, e utilizzò il Castello di Caccamo, assieme ai suoi compagni, come rifugio, dopo il fallimento della “congiura dei baroni”.
Nella notte dell’11 novembre del 1160, a Palermo, Bonello e i congiuranti tesero un agguato a Maione da Bari, primo ministro del Re, catturandolo e giustiziandolo in pubblico e tenendo in ostaggio Guglielmo I. A far fallire il piano ci pensò il popolo che, spaventato da quel tumulto, si schierò col sovrano, liberandolo, rimettendolo sul trono e, di conseguenza, costringendo Matteo Bonello a rifugiarsi nell’inespugnabile maniero di Caccamo. Protetto dalle possenti mura, il nobile pensò di sfuggire alla vendetta del re, ma questi, giocando d’astuzia, lo invitò a corte con la promessa del perdono.
Il “traditore del Re”, così era visto, caduto nella trappola, venne incarcerato e sottoposto a terribili torture: gli furono cavati gli occhi e recisi i tendini, morendo alla fine per inedia.
Si narra che, da allora, il suo fantasma vaghi irrequieto tra le sale del castello, principalmente in quella nota come “salone della congiura”. Alcuni avvistamenti lo hanno descritto vestito con abiti d’epoca, pantaloni e giacca di cuoio, trascinarsi con fatica e col volto deturpato.
In una stanza, a quanto pare riservata agli ospiti meno “graditi”, vi è ancora una piccola cappella. Davanti all’altare è visibile una botola. Si narra che venisse aperta e utilizzata per eliminarli.
Dettaglio di elmo
Il Castello - divenuto poi proprietà della nobile famiglia dei Chiaromonte che lo ampliarono, fortificandolo ulteriormente dal 1302 al 1392 - resistette agli attacchi aragonesi. Altri lavori vennero ordinati da Giacomo De Prades che fece costruire alcune torri, scuderie, un salone per le udienze e un grande salone per le armi.
Nel 1400, al suo massimo splendore, Giovanni Alfonso Henriquez, Viceré di Sicilia, consegnò a Caccamo il suo “Stemma”, una testa di cavallo, che un tempo, si narra, fosse di Cartagine, con l’aggiunta, però, delle tre gambe, il Triscele.
Leggenda vuole che il Castello di Caccamo sia abitato anche dal fantasma di una giovane suora, figlia di uno dei tanti signori che qui vissero. Il padre osteggiò l’amore della fanciulla per un soldato, facendola rinchiudere in un convento dove poco dopo morì di dolore. E così nelle notti di plenilunio, allo scoccare della mezzanotte, una bellissima fanciulla vestita di bianco si muove verso la Torre, reggendo in mano una melagrana … Per ottenere un tesoro è necessario mangiare il frutto senza far cadere alcun chicco, altrimenti si sarà condannati a vagare in sua compagnia per l’eternità ...
Leone rampante e Cometa – Con la famiglia Amato a partire dal 1646 il castello abbandona il ruolo difensivo per trasformarsi in residenza signorile.
Dalle terrazze del castello vista mozzafiato dalle verdissime colline dell’entroterra fino all’azzurro mare di Cefalù.
La Castellana di Caccamo – Manifestazione storico-culturale che si riallaccia al passato remoto della città, dominato dal signore di Caccamo con la sua nobile Consorte. Elezione della Castellana e delle due Damigelle d’onore presso il maestoso castello medievale. Alla Castellana vengono consegnate simbolicamente le chiavi della città.
Inaspettata e suggestiva la grande piazza dominata dal Duomo di San Giorgio Martire e dalla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con l’ex Monte di Pietà e l’Oratorio del SS. Sacramento.
Sul muraglione dell’ex Monte di Pietà quattro statue in pietra dei compatroni: il beato Giovanni Liccio, Santa Rosalia, San Nicasio Martire e San Teotista, opere attribuite allo scultore Giuseppe Ponti del 1682.
Santa Rosalia con il teschio
Al centro della piazza una colonna in pietra sormontata da una croce, detta la colonna della gogna, alla quale venivano legati i peccatori non eretici durante il periodo dell’inquisizione.
Campanile - La parte inferiore della torre, avamposto del castello in epoca sveva, signore Manfredi I Chiaramonte, è la parte più antica del manufatto.
La sommità culmina con una guglia di forma piramidale. Il 17 giugno 1650, il canonico Maio commissionò al maestro Onofrio Cosentino 4200 piastrelle maiolicate raffiguranti San Giorgio, che furono collocate sulle quattro facce.
Nel 1790, un fulmine distrusse la cuspide campanaria, la riparazione venne affidata a Nicolò Pruiti che la modellò in forma conica. In quella circostanza fu rifatto con pietra intagliata anche il vano delle campane.
CEFALU’ - Bellissimo borgo marinaro antico, con un dedalo di viuzze e
scalinate nel centro storico affacciato sul porto vecchio.
Splendido il DUOMO, patrimonio dell’Umanità UNESCO
Il voto di RUGGERO II scampato alla tempesta in mare. Approdato salvo nella baia fece edificare il duomo-fortezza. Fu sepolto a Palermo. Ai cefaludesi fu concessa la veste regale (tunicella, dalmatica, stola), tra i pezzi più antichi ed importanti del Tesoro della Cattedrale.
RUGGERO II di Sicilia (Mileto, 22 dicembre1095 – Palermo, 26 febbraio1154), conosciuto anche come Ruggero il normanno, figlio e successore di Ruggero I di Sicilia della dinastia degli Altavilla, fu gran conte di Sicilia dal 1105, duca di Puglia dal 1127 e PRIMO RE di SICILIA dal 1130 al 1154, divenendo noto come il fondatore del Regnum Siciliæ indipendente. Dopo la nascita del regno, in virtù delle conquiste sulla costa africana, acquisì anche il titolo di re d’Africa.
Nell’abside del Duomo di Cefalù il CRISTO PANTOCRATORE contemporaneo a quello della Cappella Palatina di Palermo ed antenato di quello del Duomo di Monreale.
Capolavoro indiscusso dell’arte musiva bizantina in Sicilia, fu realizzato tra il 1131 e il 1148 da maestranze provenienti da Costantinopoli.
CRISTO
SACERDOTE (stola verde) RE (aureola gemmata) PROFETA (libro aperto)
Fonte Battesimale del XII sec. in lumachella (pietra locale) con 4 leoni
CHIOSTRO – Capitello dell’Arca di Noè
Preziosi manufatti nel TESORO della CATTEDRALE
TORRI e terrazza da cui è possibile ammirare la bellezza delle pareti della cattedrale con sculture e archi intrecciati e l’antico quartiere della Francavilla che conserva l’aspetto medievale. Qui abitarono le maestranze che lavorarono alla costruzione della cattedrale e che quindi ebbero “franca” la “villa”, ovvero gratuita la propria casa.
OSTERIO MAGNO – dal latino hosterium, ovvero palazzo fortificato.
Tramandato per secoli come Domus Regia, la prima residenza di re RUGGERO II è stata edificata nel XIII sec. ad opera della nobile famiglia Ventimiglia del Maro, marchesi di Geraci e principi di Castelbuono.
Il nucleo più antico del palazzo viene individuato nel palazzetto bicromo a fasce orizzontali alterne chiare e scure di tufo e pietra lavica dove si conservano due eleganti bifore.
All’interno dell’Osterio Magno esposizione di mitre e pianete
Bellissima la spiaggia di Cefalù. Il mare azzurro e limpido che degrada lentamente e la sabbia bianca fanno da contrasto alla splendida cornice offerta dalle antiche case di pescatori adagiate ai piedi del promontorio, fin quasi a volersi tuffare nel mare.
Piacevoli passeggiate per i sentieri sulla “Rocca” che sovrasta il paese.
Suggestivo lavatoio medievale
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI
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