MONREALE balza agli onori della cronaca verso il XII secolo. Era proprio in questo luogo infatti che i re normanni si ritiravano per riposare dalle fatiche della guerra e dal governo della Sicilia.
Leggenda narra che in una notte del 1171 re GUGLIELO II detto il Buono si fosse addormentato sotto un albero di carrubo durante una battuta di caccia nei boschi monrealesi ai piedi del monte Caputo. La Madonna apparsa in sogno raggiante gli fece una inattesa rivelazione : < Nel luogo dove stai dormendo è nascosto il più grande tesoro del mondo : dissotterralo e costruisci un tempio in mio onore >
Al risveglio il re ordinò di radicare il carrubo e di scavare attorno … con grande stupore venne scoperto un immenso tesoro subito destinato alla costruzione del Duomo di Monreale . Per la grandiosa opera furono chiamate le migliori maestranze arabe, soprattutto i “mastri di l’oru” per gli sfarzosi mosaici dorati.
E così nel 1174 GUGLIELMO II d’Altavilla fece edificare
l’ abbazia benedettina di Santa Maria la Nuova
sul luogo dove già in età araba esisteva il piccolo villaggio di Balhara.
Il re dispose che cento monaci della Badia di Cava, con a capo l’abate Teobaldo, si trasferissero a Monreale per officiare nel tempio. Giunsero il 20 marzo 1176 e l’abate Teobaldo fu insignito del titolo di Signore della Città.
Il 5 febbraio 1182 papa Lucio III su richiesta dello stesso Guglielmo elevò la chiesa di Monreale costruita “ in loco qui dicitur Mons Regalis “ a Cattedrale Metropolitana. Primo arcivescovo della diocesi di Monreale venne nominato fra’ Guglielmo del monastero dei Benedettini .
Dalla fine del XII secolo il complesso abbaziale di Monreale fu circondato da alte mura difensive con 12 torri, nucleo attorno al quale si sviluppò progressivamente un vivace centro abitato.
I quartieri di MONREALE
Nella Historia della chiesa di Monreale, pubblicata nel 1596, leggiamo che Monreale era divisa in quattro parti.
CARRUBBELLA POZZILLO SAN VITO CIAMBRA
Alle origini un piccolo agglomerato urbano si sviluppò tra i quartieri del Pozzillo e della Ciambra.
Il POZZILLO, prendeva nome dall’acqua che scorreva in una fontana più bassa del livello stradale, <così bassa che pare un mezzo pozzo … In questo quartiere si vedono case di tapia > scriveva l’autore, e ne deduceva che fossero state costruite dai saraceni.
tapia - grossi mattoni di argilla cruda impiegati dagli Arabi e certamente molto robusti tanto che a fine ‘500 quelle case erano ancora in piedi.
Pare quindi che il nucleo più antico dell’abitato si sia sviluppato attorno alla sorgente del Pozzillo, per poi estendersi verso il Duomo e lungo la strada che, provenendo da Palermo, si inoltrava nell’interno della Sicilia.
La CIAMBRA era una cittadella sul bastione militare, un avamposto difensivo sul retro del Duomo.
Absidi del Duomo
CIAMBRA - Il termine deriva dal francese chambre probabilmente perché lì vi erano le stanze del palazzo della Corona al tempo della dominazione angioina in Sicilia, a partire dal 1266 quando l’ultimo sovrano svevo del regno - Manfredi di Sicilia - venne sconfitto e ucciso a Benevento da Carlo d’Angiò.
L’antico quartiere, costruito sul caratteristico sperone di roccia che dalle spalle della Cattedrale di Monreale guarda verso Palermo, è sorto probabilmente in concomitanza agli anni della costruzione del Duomo.
Fu abitato dalla servitù del Re Guglielmo II e dalle maestranze impegnate nella costruzione del grande tempio dedicato alla Vergine Maria: l’intrico di vicoli acciottolati, i caratteristici passaggi e archi, ogni dettaglio ci riporta al Medioevo.
Ed è bello perdersi in questo quartiere con le piante fiorite davanti alla porta e le botteghe all’angolo: ci sono laboratori di mosaico e piccoli negozi di artigianato e design che credono in uno sviluppo sostenibile legato al lavoro manuale e al territorio.
All’interno della Ciambra si trova il palazzo arcivescovile, costruito tra il 1418 e il 1449 dall’arcivescovo Giovanni Ventimiglia; ai piedi del complesso abbaziale, nel 1581, fu edificato il convento dei padri Cappuccini per volere di Ludovico I Torres.
Palazzo Cutò risale alla seconda metà del XVII secolo, con il caratteristico portale barocco in tufo e la merlatura continua, un tempo residenza di Alessandro Filangeri Mastrogiovanni Tasca, primo principe di Cutò: il retro del palazzo è dotato di una balconata che si affaccia sulla Conca d’Oro, offrendo un panorama mozzafiato.
Tra il 1200 e il 1300 sorsero i quartieri della Carrubbella, di San Vito e Tavola Rotonda.
CARRUBBELLA - Il nome deriva dall’albero del carrubo che lì nasceva spontaneamente. Legno robusto usato per costruire navi e mobili … la zona fu abitata da falegnami ed artigiani che lo usavano spesso per le loro lavorazioni.
I semi di questa pianta, molto duri e di forma ovale, un tempo venivano usati come pesi per l’oro, l’argento e pietre preziose.
Nella parte più alta del villaggio i quartieri Bavera e San Vito caratterizzati da stretti vicoli.
SAN VITO – Quartiere antichissimo da cui provenivano i mercanti arabi che vendevano le loro merci e i loro frutti a Palermo all’epoca della dominazione islamica in Sicilia. Non esisteva ancora Monreale, ma solo il piccolo villaggio di Balhara.
BAVERA o TURBE – Il più povero dei quartieri si sviluppa intorno al ’500, affidato all’ordine dei Cappuccini, isolato dal resto del paese. Il nome “Turbe” deriva da “turbolenza” e il nome “Bavera” deriva dal fatto che questo quartiere era anticamente abitato dagli esattori delle tasse, all’epoca conosciuti come bavaresi.
Il 1600 fu un secolo cruciale per la definitiva urbanizzazione di Monreale con la nascita del quartiere del CARMINE e la realizzazione delle mura a cingere tutta la città volute dall’arcivescovo Girolamo Venero al fine di preservare la cittadina normanna dalla peste del 1624 che aveva messo in ginocchio Palermo.
Originariamente il quartiere del CARMINE(dall’ebraico Karmel, Giardino) era un immenso giardino. Nel 1509 appare come l’unico a disegno geometrico, configurato ad assi viari.
Rappresenta la parte estrema del paese ed infatti le cinque vie sporgono e fuoriescono sul panorama della Conca d’Oro.
Nel 1624 la vicina Palermo è colpita da una terribile pestilenza. L’arcivescovo Girolamo Venero fa isolare Monreale con un muro di cinta provvisto di sei porte disposte simmetricamente.
I quattro quartieri vengono divisi in rioni … l’insediamento si espande nell’Orto della Corte (nome originario di questo quartiere) di proprietà degli arcivescovi, che diventa il quinto quartiere chiamato Carmine (dal nome del monte Carmelo palestinese).
L’Orto della Corte comprendeva la contrada dell’Arancio, dell’Odigitria, dell’Orto Mangano, della “Varanni”, dei Barattieri, dell’Ucciditore, delle Carceri, di Sant’Orsola e dello Gebbione. Vi si trovavano le residenze dell’Arcivescovo.
L’appellativo scompare quando l’Autorità temporale dell’Arcivescovo cessa ed il quartiere viene chiamato Carmine come l’omonima piazza.
Era un quartiere ricco di acque e fontane pubbliche, composto da residenze modeste dove vivevano proprietari terrieri, braccianti agricoli e piccoli allevatori.
La via più importante, ampia e pianeggiante - “A Varanni” o “Via Grande”- fu progettata all’inizio del XVI secolo. Era utilizzata anche per le corse dei cavalli durante le feste. Alla fine dell’attuale via Duca degli Abruzzi, un tempo chiamata A calati ri jenchi (giovenchi), si trovava il mattatoio.
La principale attività commerciale era quella dei calzolai o conciatori di pelle.
MONREALE oggi con i suoi 529 Kmq è il sesto comune d’Italia per estensione territoriale dopo Roma, Ravenna, Cerignola, Noto e Sassari, con ben 23 comuni confinanti.
Domenico Intravaia
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Civica Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Giuseppe Sciortino”
I romanzi di Andrea Camilleri in biblioteca
Nella piazza - “ u bagghiu “ per i monrealesi - si trovano l’ex convento dei benedettini con annesso il chiostro, la cattedrale normanna, il palazzo reale (oggi municipio), il palazzo arcivescovile e il seminario.
L’attuale piazza Vittorio Emanuele II mantiene la stessa disposizione spaziale del complesso benedettino originario.
In occasione della visita di Francesco Giuseppe Imperatore d’Austria a Monreale si diede definitiva sistemazione ai corpi dei re normanni GUGLIELMO I e GUGLIELMO II nelle tombe già restaurate dopo l’incendio del 1811.
GUGLIELMO I di Sicilia, detto il Malo (Palermo o Monreale, 1121 circa – Palermo, 7 maggio1166), discendente degli Altavilla, successore e figlio di Ruggero II, è stato re di Sicilia dal 1154 al 1166.
< Trascorse la maggior parte del suo periodo di regno in Palermo, e la maggior parte delle sue giornate - come sussurravano le malelingue - nei giardini e negli harem del suo palazzo. La presenza fisica del sovrano in Sicilia consentì perciò l’evolversi di un sistema amministrativo alquanto diverso, impostato su fondamenta ad un tempo arabe e bizantine > scrive David Abulafia
GUGLIELMO II di Sicilia, detto il Buono (Palermo, dicembre1153 – Palermo, 18 novembre1189), figlio di Guglielmo I il Malo e di Margherita di Navarra, fu Re di Sicilia dal 1166 alla morte. Godette di grandissima popolarità … viene citato da Dante, Paradiso, canto XX, versi 61-66.
Cristo incorona re Guglielmo II, mosaico del Duomo di Monreale (XII secolo)
Guglielmo II dedica la Cattedrale di Monreale alla Vergine, mosaico del Duomo di Monreale
Il DUOMO di MONREALE, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, una meraviglia architettonica senza rivali in cui si fondono varietà di stili e originalità strutturale uniche. Varcata la soglia, ecco la magia : un tripudio di mosaici che competono, per bellezza e quantità, a quelli della Cappella Palatina di Palermo.
Le decorazioni arabe e quelle barocche contribuiscono a rendere davvero unica questa chiesa che domina il centro cittadino.
La Porta del Paradiso affacciata su piazza Guglielmo II
L’ingresso su piazza Vittorio Emanuele II con il Palazzo Reale (oggi Palazzo di Città) e la Fontana del Tritone - opera dello scultore palermitano Mario Rutelli che l’ha eseguita nel 1881.
La vasca in marmo ha una forma circolare, al centro è collocata la figura di un uomo sopra degli scogli, Tritone, appunto, che con un gesto eroico e forza sovrumana vince la furia dei draghi che emergono dalle acque e li calpesta. L’opera simboleggia la vittoria dell’uomo sulle forze brute.
Il DUOMO di MONREALE presenta una facciata principale inserita all’interno di due torri asimmetriche di altezza e forma differenti; la parte posteriore, che presenta la convessità delle tre absidi con tre livelli di archi intrecciati arricchiti da decorazioni policrome, è un mirabile esempio di arte araba.
L’interno della chiesa è a croce latina a tre navate, divise da 18 colonne in marmo ornate da diversi capitelli.
Spettacolari gli oltre 130 mosaici bizantini che raffigurano episodi tratti dall’Antico Testamento (in alto, arca di Noè … Adamo ed Eva nel paradiso terrestre), dal Nuovo Testamento (in basso, scene della vita di Gesù) e dalle vite dei santi Pietro e Paolo, suddivise per cicli a seconda della storia che raccontano. Sono mosaici in oro, voluti da Guglielmo II e fatti realizzare da maestranze veneziane in stile bizantino.
Storie di Gesù : lavanda dei piedi, orto degli ulivi, bacio di Giuda
Adamo ed Eva, Sacrificio di Isacco
Il mosaico dominante è il Cristo Pantocratore nell’abside centrale, al momento in restauro. Enorme mosaico che, con la luce esterna, crea un effetto visivo che lascia senza parole. I mosaici vogliono rappresentare la ricchezza e il potere che il Regno di Sicilia raggiunse durante la dominazione normanna. Molto interessante la raffigurazione del vescovo inglese Tommaso Beckett, oppositore del re Enrico II, mai stato rappresentato in nessun’altra chiesa italiana.
Nell’abside dx il ciclo musivo di san Pietro
Le tombe di GUGLIELMO I il Malo (pietra scura) e GUGLIELMO II il Buono (marmo bianco) …
Palmette e Motivi geometrici alle pareti
Nell’abside sn il ciclo musivo di san Paolo
Pavimentazione spettacolare in lastre di marmo con scanalature realizzate in loco per l’alloggiamento delle tessere del mosaico che formano rose e ottagoni.
La Cappella del Crocifisso in barocco siciliano introdotta da Fede,
Speranza e Carità ci accoglie con le statue imponenti dei 4 profeti maggiori
Daniele, Ezechiele, Isaia, Geremia.
Fu voluta dall’Arcivescovo Roano (originario della Spagna) in una moltitudine di marmi colorati … il colore anche nei paramenti sacri (rosa salmone) decorati con corallo … preziosi oggetti dell’antica arte orafa siciliana come il pastorale, l’ostensorio e la palmatoria tutti in filigrana d’argento e pietre policrome.
Fibula di piviale
I Tesori nelle Torri … libri, paramenti liturgici, oggetti sacri
Tetti e balconata sulla piazza … vista sul chiostro
Vista sul Monte Caputo
Vista su piazza Vittorio Emanuele II
In adiacenza il MONASTERO di SAN BENEDETTO dove, prima Guglielmo I e poi il suo successore, ospitarono i monaci che avevano chiamato per sopraintendere alla Cattedrale medesima. Lo stesso Abate Teobaldo divenne il primo arcivescovo della nuova Arcidiocesi.
Di grande rilevanza il CHIOSTRO a pianta quadrata in stile romanico, caratterizzato da splendide colonne binate, alcune in stile arabeggiante, con pregevoli capitelli.
In un angolo un chiostrino racchiude una fontana a forma di palma dalle cui foglie sgorga l’acqua … al centro un meraviglioso giardino lussureggiante …
Connesso al Duomo e situato all’interno del Palazzo Arcivescovile,
il MUSEO DIOCESANO conserva pregevoli manufatti : collezioni di affreschi, quadri, capolavori di arte sacra e diversi importanti pezzi di storia cristiana.
Si sviluppa su 3 piani con diverse sale espositive.
Paliotti ricamati dalla Chiesa della SS. Trinità (piano terra – accesso al chiostro)
Dalla Sala del Rinascimento, al primo piano, privilegiata visione ravvicinata della policroma decorazione esterna delle absidi del Duomo.
San Girolamo penitente (1508) di Antonello Gagini dalla Cattedrale
Ceroplastica : una delle espressioni artistiche più interessanti che investe l’arte popolare in Sicilia per opere a carattere devozionale (secondo piano).
Angeli e Madonna bambina
Collezione Salvatore Renda Pitti … di tutto … anche ceramiche umbre, dell’urbinate, di Venezia …
Il ruolo degli Arcivescovi di Monreale nello sviluppo dell’arte e del sociale …
La famiglia TORRES con Ludovico I, Ludovico II e Clemente … nello stemma 5 torri a scacchiera
L’Arcivescovo Giovanni ROANO, alla guida della Diocesi dal 1673 al 1703, fu il committente della Cappella del Crocifisso nel Duomo di Monreale.
Dalla Villa comunale di Monreale – detta “del Belvedere” – panorama mozzafiato sulla Conca d’Oro.
L’abbazia di Santa Maria la Nuova comprendeva al suo interno, all’estremità meridionale delle Torri, un pianoro utilizzato dai Benedettini come orto. I Canonici, subentrati ai Benedettini, attuarono la trasformazione dell’orto in “Giardino della Matrice” … l’antica muraglia normanna che fungeva da recinzione venne abbattuta per aprire la vista allo splendore del paesaggio della Conca d’Oro.
Pupi siciliani
MONREALE : l’arte del MOSAICO e della CERAMICA
Dall’immenso patrimonio musivo del Duomo ai laboratori di eccellenti maestri artigiani.
Mostra di Mosaici nell’Antivilla comunale
Eruzione
Uno, Nessuno, Centomila
All’esterno della Chiesa del SS.Salvatore (Collegiata) il pannello di maiolica più grande d’Italia.
La chiesetta rurale, già esistente nel 1454, fu ingrandita a seguito del diffondersi del culto del SS.Crocifisso grazie allo spagnolo Girolamo Venero y Leiva, arcivescovo di Monreale dal 1620 al 1628.
Il 20 dicembre del 1718 all’esterno dell’abside della chiesa venne ultimato l’imponente pannello composto da 1500 mattonelle di ceramica maiolicata policroma, con una superficie di 50 mq.
Due Angeli invitano alla lettura della frase:
< PROTEGAM URBEM HANC ET SALVABO EAM PROPTER ME >
(Il Cristo promette di salvare la città immolando se stesso)
Chiesa del SS. Crocifisso (Collegiata)
Per gli abitanti di Monreale è la chiesa più importante della città perché al suo interno conserva il Crocifisso del XVII secolo che salvò gli abitanti dalla peste.
Ogni anno, nei primi 3 giorni di maggio, si celebra proprio la festa del SS. Crocifisso, la festa più sentita dai fedeli Monrealesi che il giorno 3 si riuniscono in processione per onorare il santo. < Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia >
Rif. articolo Festeggiamenti per il SS. Crocifisso a Monreale nella sez. Storie
Chiesa di Sant’Onofrio – Sottostante la Collegiata, ha impianto quadrangolare a navata unica. Affaccio principale sull’antica strada che conduce alla Carrubbella (via Umberto I dopo l’unificazione d’Italia). La chiesa è stata sede della fratellanza del SS. Crocifisso.
PIGNE e TESTE di MORO
I vasi in ceramica a testa di Moro sono molto diffusi.
Un’antica leggenda narra che intorno all’anno 1100, durante la dominazione dei Mori in Sicilia, nel quartiere Al-Halisah di Palermo (oggi noto come Kalsa) viveva una bellissima fanciulla dedita alla cura delle piante del suo balcone.
Un attraente soldato Moro se ne innamorò, contraccambiato dalla giovane ignara del fatto che avesse moglie e figli ad attenderlo al suo ritorno in Oriente …
Scoperta la verità, la fanciulla profondamente addolorata attese che il Moro si addormentasse per tagliargli la testa, per poterlo avere sempre con sé …
Così pose il capo reciso dell’amato sul proprio terrazzo trasformandolo in un vaso e mettendovi un germoglio di basilico, considerato l’erba dei re – dal greco basilikos.
Ogni giorno le lacrime della giovane bagnavano la pianta che cresceva sempre più rigogliosa … I vicini, guardando con invidia quella profumata pianta di basilico che maturava in quel particolare vaso a forma di Testa di Moro, si fecero realizzare vasi in terracotta con le stesse fattezze …
Testa di Moro del maestro Nicolò Giuliano
Conca d’Oro – Palermo e il mare
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI
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