Il 2024 celebra gli 80 anni dello sbarco in Normandia -
6 giugno 1944 …
La celebre immagine di un soldato americano steso nell’acqua sul bagnasciuga di Omaha Beach ha fatto il giro del mondo. L’autore è Robert Capa, il solo fotoreporter che riuscì a sbarcare in Normandia con le truppe alleate il giorno del D-Day.
Il termine D-Day viene usato genericamente dai militari anglosassoni per indicare semplicemente il giorno in cui si deve iniziare un attacco o un’operazione di combattimento, ma viene spesso usato per riferirsi allo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, che segnò l’inizio della liberazione dell’Europa continentale dall’occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale.
Festa grande a Città della Pieve il 19 giugno - il giorno dei SS. Gervasio e Protasio, patroni cittadini – nell’ 80° anniversario della liberazione.
Madonna in Gloria, con i Santi Pietro e Paolo e i Santi Patroni Gervasio e Protasio
Pala di Pietro Vannucci - il Perugino - sull’altare maggiore della Cattedrale di Città della Pieve intitolata ai SS Gervasio e Protasio.
In Cattedrale tre giorni di celebrazioni con eventi vari … a Palazzo Corgna
la mostra “Quella volta che e’ passato il Fronte alla Pieve”
su idea di Luca Convito, autore dei disegni esposti.
Un “libro aperto“, in cui parlano persone viventi perché questo pezzo di storia ha ancora margini per essere riscritto, insieme … questo l’intento della mostra.
La cerimonia di inaugurazione nella Sala Grande di Palazzo Corgna con gli interventi di Andrea Possieri, docente di Storia Contemporanea, Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia, della presidente dell’Associazione LiceAli Maria Luisa Meo e dei curatori Luca Convito e Massimo Neri, oltre che del sindaco pievese.
A Città della Pieve i giorni del Fronte furono dal 15 al 19 giugno 1944. Nel giorno dei santi patroni Gervasio e Protasio i tedeschi si ritirarono, concentrandosi a Chiusi e nella linea difensiva del Trasimeno.
Ci accoglie Maria Luisa Meo, pronta a raccontarci tutto …
Già da diverso tempo l’idea covava nella testa di Luca Convito che aveva raccolto i racconti delle nonne paterna e materna … poi la documentazione storica di Mons. Fiorenzo Canuti … e ancora le testimonianze delle suore di clausura – clarisse del Monastero di Santa Lucia – e delle suore dell’Ospedale Beato Giacomo Villa … e la sorprendente raccolta di racconti delle persone pievesi …
Soldati tedeschi accampati nel verde di viale Icilio Vanni già dal 1943 … sullo sfondo il Monastero di Santa Lucia. In varie occasioni avevano tentato di ottenere per il ricovero dei cavalli alcuni locali del convento senza riuscirci …
Ci furono giorni di avvisaglie dell’avanzamento del fronte di liberazione raccontati dagli scritti delle suore di clausura …
Nel 1944 mia mamma aveva 12 anni … raccontava che passavano le giornate al poderino di San Litardo ritenuto più sicuro della Pieve …
Il passaggio del fronte investì Città della Pieve dal 15 al 19 giugno, con gli scontri più duri nelle notti fra 16-17 e 17-18 e tutta la popolazione che invocava i SS. patroni Gervasio e Protasio nei giorni prossimi alla festa …
Dal diario di guerra di mons. Fiorenzo Canuti - già canonico della Cattedrale di Città della Pieve e famoso per la sua attività di studioso di vicende religiose, artistiche e di storia locale:
“Il 16 giugno del 1944 gli alleati lasciate Ficulle e Monteleone, dove non hanno trovato molta resistenza si avvicinano a Città della Pieve. Qui i tedeschi occupate tutte le case tentano di contrastare l’avanzata nemica, la battaglia più grossa è a mezzogiorno lungo la vecchia Strada Nazionale. Le mura che proteggono gli orti da quella parte sono prese d’assalto. I tedeschi asserragliati nelle case sparano all’impazzata, e molti anglo-americani cadono. Tutto il popolo è nei rifugi in città e in campagna e prega i Santi protettori dei quali si avvicina la festa. Alle ore 21 viene ucciso il parroco, don Pompeo Perai mentre andava a soccorrere i feriti”.
Diverse sono le testimonianze che riguardano la morte del Parroco dei SS. Pietro e Paolo ricordato nella lapide affissa alla parete esterna della chiesa di Santa Caterina.
Di sicuro aveva cercato di assolvere ai suoi doveri … aveva recuperato con Mario la pisside del SS. Sacramento nella parrocchia per custodirla in luogo più sicuro, dando poi la comunione ai rifugiati sotto l’orfanatrofio Baglioni e portandola l’indomani 16 giugno - festa del Sacro Cuore di Gesu’ - all’Ospedale civile dove si era recato all’ora consueta per celebrarvi la santa messa.
Stava giusto indossando i paramenti liturgici quando, avvisato che i tedeschi avevano forzato la porta della chiesa per avere una buona postazione di avvistamento sul campanile, fece ritorno alla parrocchia … nella piazzetta la grande croce di ferro divelta e il parapetto di recinzione abbattuto per il posizionamento di un cannone in direzione della strada che dal villaggio delle Piazze conduce alla nostra città ...
La difesa tedesca nella piazzetta oltre le mura cittadine fra la piccola chiesa di Santa Caterina e la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo (oggi San Pietro) da cui si ha ottima visuale sul fondo valle (Chiana Romana e monte Cetona) e sulla strada “nazionale”…
Tornato in Ospedale, alla fine della celebrazione della messa don Pompeo è raggiunto dalla sorella che gli comunica l’occupazione della casa parrocchiale, che diverrà fortilizio difensivo in posizione strategica contro l’avanzata degli inglesi verso Città della Pieve …
La casa parrocchiale ha un piccolo orto al di sopra della strada nazionale in continuazione dell’orto dell’orfanotrofio Baglioni … la situazione precipita ...
In serata don Pompeo raggiunge il vicino rifugio di casa Macchioni dove c’è una postazione di assistenza per i soldati tedeschi feriti … E’ un via vai continuo … L’unico soldato rimasto al momento sbraita parole non comprese … Pareva che chiedesse aiuto ed uomini per trasportare dei feriti … anche don Pompeo si fa avanti …
Giunto alla porta, alla vista del soldato inferocito col fucile spianato, scappa via ma fatti pochi passi viene fermato da un colpo di mitraglia che lo rende cadavere all’istante …
Pievesi e sfollati nei rifugi cittadini. Rifugio Bassini sotto il forno oggi sede espositiva fotografica.
Le battaglie più cruente furono quelle nelle notti tra il 16 e il 17 e tra il 17 e il 18 “mentre tuona il cannone, i proiettili sibilano in aria, e i tetti crollano e i tedeschi passano di casa in casa rubando e distruggendo senza pietà. Alla mezzanotte del 19 Giugno i tedeschi iniziano la loro ritirata, la città è libera, ma circa settanta sono le vittime della popolazione civile”.
La mostra “Quella volta che e’ passato il Fronte alla Pieve”
si compone di venti pannelli illustrativi e da una piccola collezione di reperti.
Nel pannello espositivo n° 14 fra le vittime per mano tedesca leggo Sante Pretori - ucciso il 17 giugno mentre indicava ad un soldato inglese l’ubicazione di soldati tedeschi.
Nel pannello n° 15 con l’immagine della lapide ai caduti pievesi affissa alla Rocca leggo Di Pretore Sante, morto il 17 giugno per ferita da mitragliatrice in piazza Vittorio Emanuele a Città della Pieve. Viva l’ignoranza, non sapevo neppure che esistesse tale piazza alla Pieve e indago : è l’attuale piazza Antonio Gramsci su cui si affacciava Palazzo Mazzuoli, già dei duchi Della Corgna … l’attuale Palazzo Corgna sede della mostra.
E allora tutto torna con i racconti di mia mamma : una bambina di 12 anni al passaggio del fronte nel 1944 …
La caserma occupata dai tedeschi in piazza Gramsci di fronte alla bottega del nonno Alceo. L’abitazione sopra alla macelleria con ingresso da via Generale Antonio Verri. Non avendo una cantina disponibile la famiglia trova rifugio nel dirimpettaio palazzo Scaccia … Colombina e Lumumba … alla Pieve fanno da padrone i soprannomi !!
La mamma raccontava che in quella casa non c’erano provviste di viveri … la zia Wanda saliva in cucina giusto a fare una minestrina per Peppino, il fratellino piccolo e “infelice” … Con loro nel rifugio c’era anche uno sfollato, Santino con la moglie in gravidanza … Erano tutti impauriti e affamati … nella bottega del nonno c’erano salumi e altro … nonostante sapesse di correre un grosso rischio Santino volle uscire dal rifugio per procurare del cibo …
Sentirono sparare e Santino non fece ritorno … quando alla fine uscirono dalla cantina dove avevano trovato rifugio videro il corpo dell’uomo riverso a terra …
Il 19 giugno a mezzanotte Città della Pieve fu liberata dall’occupazione tedesca ad opera degli Inglesi … le campane suonarono a festa … gli abitanti uscirono dai rifugi … da allora la processione dei SS. Gervasio e Protasio ebbe larghissimo seguito e partecipazione in segno di profonda gratitudine …
Il fronte di liberazione avanzò verso il lago Trasimeno dove c’era una importante catena difensiva …
Tra i reperti del passaggio del fronte a Città della Pieve una maschera antigas italiana mod. T35 recuperata nei pressi dei muraglioni di via Manni forse appartenente ai genieri addetti alla bonifica, fornita da Manrico Cecconi.
Anche il Giornale della Classe della maestra di scuole elementari con annotate le assenze degli scolari a causa della guerra …
Furono bombardati dagli alleati due edifici in corso Vannucci (Severon e Pausilli) ben presto ricostruiti … due edifici per il Vecciano, attuale via Roma (Lucacchioni e dott. Bartolini) ricostruiti più tardi e l’edificio di viale Icilio Vanni (banca).
Basta osservare gli edifici più moderni del centro storico per individuare dove colpirono le bombe …
Tra i ricordi pievesi anche le croci di sepoltura dei soldati sul Poggio tra Ospedale e Cimitero … ancora oggi tre di quelle croci rimaste anonime si trovano al camposanto di Città della Pieve …
Da un punto di vista meramente numerico, 80 furono i pievesi caduti su vari fronti, 72 i civili deceduti per cause di guerra e 32 i pievesi morti dal 15 al 19 giugno. Ma le ferite sul tessuto sociale furono profonde e durature.
“Quella volta che è passato il fronte alla Pieve”, oltre alla
mostra, prosegue con altri due appuntamenti.
Domenica 23 giugno rievocazione storica del gruppo Panther Club di Cortona in piazza Matteotti (piazza del Gesù) con 8 mezzi, armi, attrezzature e personaggi in abiti civili e divise militari di soldati tedeschi e alleati anglo-americani.
Martedì 25 giugno incontro pubblico in Sala Grande di Palazzo Corgna curato da Maria Luisa Meo, una occasione per ascoltare e fissare alcune testimonianze dirette o riferite che aiutano a ricostruire le storie familiari e ad immaginare il clima socio culturale dell’epoca.
Reportage fotografico by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI
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