A metà strada tra Asti e Casale Monferrato, si scopre uno dei borghi medievali più interessanti del Piemonte in una meravigliosa posizione panoramica da cui si può godere di tutta l’infinita bellezza del territorio del Monferrato, Patrimonio UNESCO dal 2014.

Castagnole Monferrato - La prima parte del toponimo deriva quasi sicuramente dalla parola latina castinea (castagna), a ricordare le antiche distese di castagni che caratterizzavano questo territorio, mentre la seconda parte è legata alla nobile famiglia dei Marchesi del Monferrato che, a partire dal 1167, controllarono a lungo questa zona del Piemonte.



Il borgo gode oggi di fama mondiale per il Ruché : uno dei vini rossi più rari e preziosi del Piemonte, prodotto da un vitigno autoctono in soli 7 comuni monferrini, di cui Castagnole è il principale. Non a caso la denominazione ufficiale del vino è Ruché di Castagnole Monferrato DOCG.

La Cantina Sociale presenta la Selezione Terre dei Roggeri

 

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Bottiglia anniversario per festeggiare i primi 70 anni


In Piazza Statuto, la principale del paese, non passa inosservata la Meridiana del Ruchéconsiderata la più grande del mondo dedicata al vino - dipinta sulla parete dell’edificio adiacente al Municipio.

 

 

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Nei pressi la Chiesa della Confraternita dell’Annunziata, in stile barocco e con un bellissimo portale in legno intarsiato, ospita la mostra che celebra

MINO ROSSO, scultore e pittore futurista nato a Castagnole Monferrato nel 1904.

Sul lato opposto della piazza la Chiesa di San Martino.

La via Al Castello diventa un camminamento affacciato sulle colline coperte di vigneti e boschi che accompagna lungo una bellissima passeggiata panoramica, costeggiando l’area dove un tempo sorgeva il castello di Castagnole Monferrato.

 

 

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Cervino e Monte Rosa   

 

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A ribadire ancora una volta il legame tra Castagnole Monferrato e la viticoltura ci pensa un altro singolare manufatto: il torchio più grande d’Europa, datato 1769, custodito nelle cantine della Tenuta La Mercantile, ex grande proprietà terriera dei Conti Rogeri di Villanova, che influenzarono Castagnole e i paesi limitrofi a partire dal 1734, come testimoniano alcuni documenti dell'archivio parrocchiale.

Tra il 1880 e il 1910 buona parte della proprietà fu dispersa con la vendita a privati. Nel 1938 la cessione della tenuta e dei terreni residui alla società anonima La Mercantile Biellese impegnata nel tessile.

Oggi proprietà della Provincia di Asti, è sede della Festa del Ruché - la più importante manifestazione enogastronomica del territorio monferrino.

Nell’ala ottocentesca del palazzo padronale dei Conti Rogeri, il piano seminterrato è occupato da diverse cantine in cotto con il prezioso torchio del 1769.

 

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Nel piano rialzato si scoprono sei camere affrescate e una cappella gentilizia riccamente decorata.

 

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La Passiun di Gesu Crist – il paesaggio sonoro del Giovedì Santo

 

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In occasione dell’evento ORO INCENSO MIRRA il palazzo ospita la mostra dei presepi, realizzati da appassionati artigiani in varie tecniche.

 

 

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L’Ultima Cena di Roberto Grillo

 

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Dal presepe all’uncinetto di Carla Fresia a quello con i sassi dipinti di Laura Piramide …

 

 

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Dal presepe con i personaggi in stampa 3D di Roberto Grillo a quello realizzato con bottoni e filo in rocchetti e spagnolette

 

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Presepe in costume


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Nel grande plastico del borgo realizzato dagli ospiti della Casa di Riposo con le scatolette dei medicinali si nota subito l’Ex Asilo Infantile Regina Elena con le sue volte scenografiche e l’affascinante struttura in mattoni a scalinate e terrazze. Dal 2018 è stato ribattezzato “Cortile dei Camminatori di Domande” in onore del regista e scrittore Luciano Nattino che a Castagnole Monferrato fondò il centro studi e ricerche teatrali Casa degli alfieri.

 

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Il Monferrato Casalese è noto per i suoi caratteristici infernot, antiche cantine sotterranee scavate nella pietra arenaria, vere e proprie opere d’arte, che a Castagnole Monferrato – a una distanza di una decina di chilometri o poco più – prendono il nome di crutin.

Un tempo tutte le case celavano il proprio crutin, realizzato durante i lunghi inverni quando il lavoro agricolo si faceva meno intenso e utilizzato per la conservazione del vino e del cibo. In queste piccole cantine scavate nel tufo ancora oggi viene invecchiato e affinato il vino Ruché, grazie alla temperatura e ai valori di umidità costanti, che consentono di ottenere un prodotto di eccellente qualità.

Da non perdere una piacevole sosta all’ Osteria Il Ruché



Reportage fotografico by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI

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