Al PALA ALPITOUR di TORINO il 18 & 19 aprile 2016 “CAPITANI CORAGGIOSI” : dopo il grande successo televisivo continua il tour di BAGLIONI & MORANDI
“EROE PER CASO” – HERO … L’Angelo del VOLO 104 … uno strepitoso Dustin HOFFMAN Cenerentolo !! Film 1992 con la regia di Stephen Frears.
« Volare basso » (Lo slogan di Bernie LaPlante)
“HEROES” – canta David BOWIE
I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can beat them, just for one day
We can be HEROES , just for one day
“GUERRIERO” … canta Marco MENGONI
Elevo questa SPADA alta verso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Solo sulla cimaArriveranno in molti
E solcheranno i mari
Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine comunque sarà gloria
Lotto per amore, lotterò per questo
GUERRIERO di carta igienica … “TI AMO” by Umberto TOZZI
io ti amo e chiedo perdono (e chiedo perdono)
ricordi chi sono (ricordi chi sono)
apri la porta a un GUERRIERO di carta igienica
e dammi il tuo vino leggero (ti amo, ti amo)
che hai fatto quando non c'ero (ti amo, ti amo)
“L’ULTIMO GUERRIERO” – Renato ZERO
GUERRIERO solitario,
Che senso hai GUERRIERO.
Straniero sulla tua terra,
Hai perso un'altra guerra.
Né patria né ideali,
Vittima dei tuoi mali,
Che armi avrai GUERRIERO,
Per vincere sul futuro.
A 102 anni è morto l’ULTIMO CAPO GUERRIERO CROW nel Montana – USA … Joe MEDECINE CROW ( CAVALLO Magazine )
New York, aprile 2016 - Da bambino aveva ascoltato le storie della battaglia di Little Bighorn direttamente dalla bocca del prozio White Man Runs Him che era stato scout del generale Custer.
Medecine, che apparteneva al clan dei Whistling Water, era stato cresciuto dal nonno Yellowtail per diventare un grande capo.
Un addestramento durissimo e 4 prove da superare :
rubare un cavallo, strappare un'arma a un nemico, combattere con un nemico caduto senza però ucciderlo, correre a piedi nudi nella neve…
Joe le mise in pratica nei CAMPI DI BATTAGLIA d'Europa e fu l'ultimo della sua tribù a riuscirci.
Con una PENNA GIALLA nascosta nell' ELMETTO, combattè corpo a corpo con un soldato tedesco a cui poi risparmiò la vita e liberò un branco di cinquanta cavalli da una stalla nazista cantando un canzone tradizionale Crow mentre gli animali fuggivano.
«La guerra è la nostra arte più grande, ma per gli indiani delle pianure non è uccidere: è intelligenza, leadership e onore», aveva scritto il capo guerriero nel suo libro del 2006 «Counting Coup».
Nel 2009 il presidente Barack OBAMA lo aveva insignito della Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza civile americana:
«La sua vita non riflette solo lo spirito guerriero dei Crow, ma anche gli ideali più alti dell'America».
LE MACCHINE DI LEONARDO da VINCI – in mostra a FIRENZE … lo studio dell’anatomia umana !!
IL CARRO ARMATO di LEONARDO –
« Posso costruire, poi, CARRI COPERTI , sicuri e inattaccabili, i quali col fuoco dei propri CANNONI potranno penetrare tra i nemici senza che questi, per quanto numerosi, possano attaccarli. Dietro il carro potranno seguire le fanterie, in gran numero, illese e senza incontrare ostacoli... »
(Leonardo da Vinci in una lettera di presentazione alla corte di Ludovico il Moro nel 1482)
Un disegno del CARRO COPERTO è rintracciabile nel foglio 1030 del Codice Arundel.
Leonardo da Vinci progetta un carro coperto, con la forma di TESTUGGINE, corredato di torretta interna per l'osservazione del campo di battaglia. Le BOCCHE DA FUOCO disposte intorno allo scafo permettono di far fuoco in ogni direzione. La locomozione del carro è affidata agli otto uomini dell'equipaggio che possono spostare il carro in ogni direzione muovendo gli ingranaggi collegati alle quattro ruote. Leonardo pensò anche di utilizzare dei cavalli come forza motrice, ma l'idea venne accantonata per non correre il rischio che gli animali, costretti in uno spazio ristretto, potessero imbizzarrirsi.
“L’UOMO IN ARMATURA” – Arte Storia Rievocazione - in mostra fino al 25 aprile a Palazzo della Corgna a Città della Pieve (Perugia) – iniziativa del primo TERZIERE CASALINO nel 50° anniversario .
PRIMO TERZIERE CASALINO - PALIO DEI TERZIERI - foto by Barbara CARICCHI
L’ARTE DELLA GUERRA tra ‘400 e ‘500 :
ETTORE FIERAMOSCA – film 1938 di Alessandro BLASETTI ispirato alla celebre DISFIDA di BARLETTA (1503).
Il lungometraggio consacrò la fama di uno fra i massimi interpreti della cinematografia italiana d'anteguerra: Osvaldo Valenti, che si distinse nel ruolo del cinico e sprezzante uomo d'arme francese Guy de la MOTTE. Ebbe una parte nella pellicola anche il Generale Giovanni Minuzzi (1906 - 2004), Maestro d'Armi presso l'Accademia di Scherma del Foro Italico in Roma: Blasetti lo volle come controfigura di Osvaldo Valenti durante le riprese dei DUELLI.
GIOVANNA d’ARCO – film 1999 di Luc BESSON
La giovane Giovanna d'Arco è una bambina particolarmente devota, amata e felice nel piccolo villaggio contadino di Domrémy del ducato di Lorena, fino al giorno in cui questo villaggio e i suoi abitanti vengono saccheggiati, massacrati e bruciati da un distaccamento di soldati inglesi, durante la GUERRA dei CENTO ANNI – INGHILTERRA & FRANCIA.
Dall'infanzia di GIOVANNA alla sua vita da GUERRIERA fino al suo processo…
· Milla Jovovich: Giovanna d'Arco
· Faye Dunaway: Iolanda di Aragona
· Dustin Hoffman: La Coscienza
· John Malkovich: Carlo VII di Francia
IL SOLDATO DI VENTURA – film 1976 di Pasquale FESTA CAMPANILE
1503 : la DISFIDA di BARLETTA in burletta … chiave comico/grottesca!
La COMPAGNIA di VENTURA di Ettore Fieramosca (Bud SPENCER), formata da 5 soldati, galoppa verso l'Italia meridionale, dove imperversa la guerra tra SPAGNA & FRANCIA, alleandosi subito con i francesi, più ricchi e forti. Ma quando un soldato del FIERAMOSCA - Bracalone da Napoli (Enzo CANNAVALE) - viene umiliato da un nobile francese, tale Charles La Motte, la compagnia cambia sponda passando agli spagnoli, che difendono Barletta assediata dai francesi. I nostri si mettono subito in mostra arrestando l'attacco francese…
ARMERIA REAL di MADRID – un tripudio di ARMI e ARMATURE risalenti per la maggior parte al XVI e XVII secolo …
Notevole l’armatura completa appartenuta a FILIPPO III di SPAGNA (1578-1621) - opera di Pompeo della CESA , il maggiore armoraro milanese dell’ultimo quarto del Cinquecento.
Spicca l'armatura a cavallo di CARLO V d'Asburgo.
Carlo d'Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) fu Re di Spagna (come Carlo I), Imperatore del Sacro Romano Impero (come Carlo V), Re di Napoli (come Carlo IV) e Duca di Borgogna (come Carlo II).
L'Armerìa Real custodisce una delle collezioni più importanti nel suo genere. Sono esposte armi e armature appartenute ai RE di SPAGNA e ad altri membri della Famiglia Reale, a partire dal XIII secolo. Notevole la collezione di armi dei sovrani CARLO V e FILIPPO II. Si trova all'interno del PALACIO REAL affacciata sul lato occidentale della Plaza de la Armerìa .
ARMERIA di PALAZZO REALE a TORINO – uno spettacolo imperdibile !
Galleria Beaumont - armi del Cinquecento - vetrina 14 - Catalogo C.71 – PETTO - Acciaio decorato all’acquaforte e doratoIl PETTO di CORAZZA è siglato con la lettera “P”, probabile firma di Pompeo della CESA (1537?-1610), ripetutamente attivo per i DUCHI di Savoia e di cui l’Armeria possiede cinque opere sicure. L’oggetto, appartenuto a CARLO EMANUELE I (1562-1630), come attesta anche un ritratto di collezione privata del pittore Giovanni CARACCA, è contraddistinto da una decorazione tardo manierista a bande alternate, lisce e a intrecci floreali & geometrici, che delimitano cartelle con immagini allegoriche tra cui si distinguono: la Giustizia, la Guerra, un personaggio piumato con il sole e un guerriero incoronato da due putti. Un simile decoro è riconoscibile in un gruppo di ARMATURE firmate dall’artista, quali gli esemplari della Wallace Collection di Londra (1580), dell’Armeria Real di Madrid, appartenuto a Filippo III di Spagna (1578-1621), e della Waffensammlung di Vienna, indossato, probabilmente, dall’arciduca d’Austria Alberto VII (1559-1621).
Alla Reggia di VENARIA REALE (Torino) – Sala delle Arti – “FATTO IN ITALIA” … i grandi manufatti MADE IN ITALY dal Medioevo al Contemporaneo.
Il BOOM nel ‘500 delle BOTTEGHE di ARMAIOLI a MILANO sotto la dominazione spagnola … le eccellenze manifatturiere … le ARMATURE !
BRESCIA eccelle per le CANNE da ARMI DA FUOCO …
“The interior of a Guard Room “ – 1640 ca. – David TENIERS il Giovane
FERDINANDO II del TIROLO – arciduca d’Austria !! Armatura lombarda del’500 – preziosa lavorazione ad AGEMINA che consiste nell' incastro di piccole parti di uno o più metalli di vario colore, in sedi appositamente scavate su un oggetto di metallo diverso preventivamente preparato (in genere oro su argento), per ottenere una colorazione policroma.
Il filo viene battuto dentro le apposite sedi a mo' d' intarsio. Gli incavi devono essere eseguiti a sottosquadri, in modo che il filo battuto dentro rimanga stretto alla superficie della parete incisa che ne determina il disegno.
Condizione importante è che il filo sia più molle del metallo nel quale deve essere battuto, in modo che la battitura non danneggi la forma dell'incavo. Si usano pertanto
metalli preziosi su bronzo, ferro, acciaio.
La variante di lavorazione più in superficie prende il nome di damaschinatura, termine derivato dalla città di Damasco.
Veri capolavori di ARMI – acciaio damaschinato in ORO e ARGENTO :
SPADA SPADA corta da cavallo SPIEDO da caccia …
Dal Kunsthistorisches Museum di VIENNA .
E ancora in mostra splendide ARMATURE dal Musée des Arms de PARIS
MANOPOLE (1370) dal Museo Nazionale del BARGELLO – FIRENZE
La singolare carrozza gastronomica del BUONTALENTI … alla corte de’ MEDICI
MILANO - “Madre Comune di tutti i VIRTUOSI” (1578) – dominio spagnolo.
Dalla celebre BOTTEGA dei fratelli NEGROLI escono ERCOLE (borgognotta a testa di leone) & MEDUSA (rotella) per FERDINANDO II del TIROLO … forse commissionati da CARLO V … (1550 circa )
Filippo NEGROLI – ARMORARO di Milano … l' ARMIERE più famoso di tutti i tempi. Lavorò insieme ai suoi fratelli Giovan Battista (ca. 1511-1591) e Francesco (ca. 1522-1600) nel laboratorio di famiglia guidato dal padre Gian Giacomo (ca. 1463-1543). Filippo era specializzato nello SBALZO di armatura … Francesco era famoso per la sua abilità nell' INTARSIO. I pezzi creati da Filippo sono davvero notevoli, realizzati in ACCIAIO piuttosto che in ferro (lavorazione più semplice per il ferro).
Creò ARMATURE DA PARATA per diversi stimati clienti, tra cui CARLO V del Sacro Romano Impero e Guidobaldo II Della Rovere.
Alcune sue BORGOGNOTTE ( ELMI ) sono famosissime e preziose, oggi conservate in prestigiosi musei del mondo :
La Real Armería, MADRID ( per CARLO V)
Metropolitan Museum of Art, NEW YORK
Wallace Collection , LONDRA
Kunsthistorisches Museum , VIENNA ( Borgognotta “Alla Romana Antica” )
I CAPITANI DI VENTURA ( Enciclopedia Treccani )
La prima compagnia italiana fu la Società di san Giorgio, fondata nel 1376 da ALBERICO di Barbiano. Nel 15° secolo furono numerosi i capitani di ventura italiani, chiamati CONDOTTIERI per il nome del contratto - la condotta - che stipulavano col committente. I più famosi furono Facino Cane, Francesco di Bussonedetto il CARMAGNOLA, Muzio Attendolo Sforza, Erasmo da Narni detto il GATTAMELATA, Bartolomeo Colleoni, Niccolò Fortebraccio, Giovanni de' Medici dalle Bande Nere. Alcuni riuscirono a diventare SIGNORI : Francesco Sforza divenne signore di Milano; suo fratello Alessandro, di Pesaro; Braccio da Montone, di Perugina; Niccolò Piccinino, di Bologna.Le COMPAGNIE DI VENTURA ITALIANE tramontarono e scomparvero con l'ondata delle invasioni straniere iniziata nel 1494: gli eserciti delle monarchie nazionali e le armi da fuoco si dimostrarono superiori agli scontri cavallereschi dei condottieri.
ARMATURA : dall’USBERGO alla GUARNITURA
USBERGO - Indumento protettivo del corpo, in uso nel Medioevo per la difesa personale del guerriero: consisteva in una veste di MAGLIA DI FERRO, a forma di lunga camicia, aperta talora sul davanti a metà coscia, variamente lavorata, talvolta completata da calzoni, pure di maglia, e munita di cappuccio e di maniche; era diffuso in Occidente, caratterizzando l’abbigliamento del cavaliere prima dell’avvento dell’armatura di piastra, o corazza.
GUARNITURA – Un insieme omogeneo di pezzi intercambiabili, che potevano così trasformare, sostituendo o aggiungendo pezzi supplementari, una "armatura da piede" in "armatura da cavallo" o in "armatura da giostra".
Pompeo della CESA o Pompeo della Chiesa (Milano, 1537 circa – 21 marzo 1610) – uno dei più abili armorari milanesi della seconda metà del XVI secolo che realizzò numerose armature e "guarniture - capolavori dell' ARTE ARMIERA, per le numerose corti italiane ed europee dell'epoca, tra le quali i Farnese del Ducato di Parma e Piacenza e i Savoia, raggiungendo una considerevole fama e fortuna.
Il suo stile decorativo si divide in due fasi: la prima è caratterizzata da bande incise, solitamente brunite e dorate, interamente decorate con elementi fitomorfi o grotteschi e simboli allegorici; la seconda, caratteristica del suo periodo più tardo (ossia verso la fine del XVI secolo), si presenta a decorazione completa a maglie decorate, evocante le stoffe in voga tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento.
Numerose sono le opere rimaste: fra le più importanti, la ricca collezione di parti di armatura e guarnitura conservati presso l' ARMERIA REALE di TORINO, tra cui un petto e parti di una guarnitura appartenuti a Carlo Emanuele I di Savoia. Un elmetto da barriera, appartenuto al duca Vincenzo I Gonzaga, è conservato presso il Museo Poldi Pezzoli di MILANO.
L’ARMATURA GOTICA ITALIANA
Santuario della Beata Vergine delle Grazie a CURTATONE (Mantova )
Verso la fine del XIV secolo, per grazia ricevuta, Francesco GONZAGA fece erigere sul sacello un tempio alla Madonna che aveva fatto cessare l' epidemia di peste, che aveva colpito i mantovani.
Ricavate nell'impalcata, ottanta nicchie disposte su due file parallele, ospitavano altrettante statue di grandi dimensioni, simili a manichini, rappresentanti episodi di pericolo scampato per intercessione mariana.
Sotto le nicchie sono presenti delle metope riportanti la grazia ricevuta.
I MANICHINI sono stati realizzati con la tecnica della cartapesta, a grandezza naturale e dello stesso povero materiale si pensavano costruiti anche gli indumenti e le armature che li ricoprono e gli elmi e le armi che li finiscono.
DODICI ARMATURE sono state riassemblate dalle varie statue. Da studi approfonditi si è scoperto che ben SEI di queste hanno origine ben più nobile di quanto si immaginasse. Si tratta infatti di armature difensive in STILE GOTICO- ITALIANO realizzate nel 1400 … completi costituiti da vari elementi d'acciaio che rivestivano completamente il cavaliere, assicurando una protezione efficace. Si tratta di armature molto rare … se ne possono trovare infatti solo altri undici pezzi in tutto il Mondo. Oggi si possono ammirare a MANTOVA al Museo Diocesano Francesco Gonzaga.
Armature così prestigiose potrebbero essere state donate al monastero dai GONZAGA, signori di Mantova.
Sir James GOW MANN
Il Santuario della Madonna delle GRAZIE
con note sulla evoluzione dell' ARMATURA ITALIANA
durante il quindicesimo secolo.
Traduzione a cura di
Alberto RICCADONNA e Lucio IASEVOLI
Il testo, tradotto dall'inglese, è di estremo interesse documentario perché riprende la prima conferenza che sir James Gow Mann tenne presso la società degli antiquari di Londra il 27 febbraio 1930. In quella occasione egli presentò il lavoro svolto presso il Santuario delle Grazie: la strepitosa scoperta che le armature indossate dai manichini allora situati sull'impalcata lignea erano veri reperti storici risalenti ai secoli XV e XVI. Il risultato della prima relazione del 1930 e dell'articolo successivo del 1938, composti con cura e con una minuziosa ricerca iconografica, fu ritenuto talmente importante che nel 1956, in previsione dell'esposizione delle armature presso il PALAZZO DUCALE di MANTOVA furono parzialmente tradotti a vantaggio degli studiosi italiani. Il volume presentato il 7 maggio 2011 mira a colmare questa lacuna fornendo un documento utile alla conoscenza delle prime operazioni svolte su queste importanti testimonianze del passato.
“ARMI ANTICHE” - Bollettino dell’Accademia di San Marciano - TORINO.
1502 : LA «DIETA» DI MAGIONE CONTRO CESARE BORGIA di Giovanni RIGANELLI
Tra il gennaio del 1500 e l’estate del 1502, le operazioni militari intraprese dal VALENTINO , che gli avevano permesso di impossessarsi dell’intera Romagna e parte delle Marche, avevano indotto tutta una serie di altri scontri bellici anche fuori dal territorio romagnolo. La nuova realtà politica che si era venuta configurando vedeva la netta egemonia dei BORGIA - il pontefice Alessandro VI e suo figlio Cesare - su tutti i territori della Chiesa.
L’esercizio di SIGNORIA su alcune delle maggiori città dell’Umbria e delle Marche
non era più connotato da quella autonomia che gli stessi SIGNORI invece pretendevano. Tutto appariva vincolato alla potenza del pontefice e del proprio figlio.
La congiura contro il Valentino
Intorno alla metà di settembre del 1502 il cardinale Giovanni Battista ORSINI si trovava in MAGIONE, presso l’ospedale gerosolimitano di S. Giovanni di cui era commendatario. Altri nobili dell’Italia centro-settentrionale si unirono a lui :
Gian Paolo Baglioni, signore di Perugia, Antonio da Venafro, ministro e uomo di fiducia di Pandolfo Petrucci signore di Siena, Ermes Bentivoglio, figlio di Giovanni signore di Bologna, Vitellozzo Vitelli signore di Città di Castello e Liverotto Eufreducci signore di Fermo ... tutti UOMINI d’ARME, CONDOTTIERI più o meno potenti e in grado di schierare contingenti militari di una certa consistenza.
La strategia da seguire era semplice: si sarebbe messo in campo un esercito forte di 700 lance, 400 balestrieri e 5.000 fanti, dichiarando guerra a Cesare Borgia.
Forti di questo esercito avrebbero riconquistato il ducato di Urbino ai Montefeltro.
Questo fu stabilito in quella che è passata alla storia come la DIETA – congiura – tenutasi alla Magione, nel perugino (Niccolò Machiavelli, Il Principe, VII).
Le notizie della congiura e delle successive rivolte di Urbino e di Camerino giunsero inaspettate al VALENTINO che, tuttavia, seppe reagire …
Liverotto da Fermo, Vitellozzo Vitelli nonché Paolo e Francesco Orsini, rifiutando i consigli dati loro da Gian Paolo Baglioni, accettarono un incontro chiarificatore con il VALENTINO a Senigallia verso la fine di dicembre del 1502. Fatti accomodare i suoi ospiti in una sala addobbata a festa, CESARE BORGIA si allontanò con una scusa dando così il segnale ai suoi sicari che subito strangolarono Liverotto e Vitellozzo mentre altri soldati catturavano gli ORSINI la cui sorte non fu certo migliore: condotti come prigionieri a Città della Pieve , nella ROCCA subirono lo stesso trattamento.
Per Gian Paolo BAGLIONI la sorte fu più benevola anche se all’inizio del 1503 si vide costretto ad abbandonare PERUGIA con tutta la sua famiglia e la sua fazione per volere di papa Alessandro VI. Si rifugiò come esiliato a SIENA … quindi fu costretto a partire alla volta di PISA sempre perseguitato dal BORGIA , trovando finalmente rifugio in FIRENZE , dove era ancora viva l’antica e salda amicizia con PERUGIA.
La morte di Alessandro VI nell’agosto del 1503 decretò la repentina caduta delle fortune del Valentino che fuggì per riparare in Navarra.
Gian Paolo poté così rientrare in Perugia nel mese di settembre.
ARMI & BAGAGLI … si parte !!
Altri articoli in merito sul sito :
GLI UOMINI di MANTOVA – sezione I Luoghi dell’Arte
ARMI & ARMAIOLI - ( Armeria Reale di TORINO) - sezione I Luoghi dell’Arte
L’UOMO IN ARMATURA – sezione Body Art
UOMINI d’ARME – sezione Storie
BATTAGLIE & EROI – sezione Artisti (Alex Ognianoff )
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