“ANGELO” canta Francesco RENGA.
Mamma IOLANDA che canta nel mitico tinello col tavolo di fòrmica … for mica : il rivoluzionario laminato plastico !! Questo il bel ricordo di Francesco a “MUSIC” con Paolo BONOLIS – secondo e ultimo appuntamento mercoledì 18 gennaio 2016 – CANALE 5 !! La musica & i suoi tempi con tanti ospiti !!
ANGELO, prenditi cura di lei
Lei non sa vedere al di la di quello che da
E l'ingenuità è parte di lei...
Che è parte di me
“ANGELI e DEMONI” – Dan BROWN … Vaticano Story
“ANGELI – Una storia d’amore” – film TV italiano diretto da Stefano REALI con Raoul BOVA, Vanessa INCONTRADA e Ugo PAGLIAI … appuntamento lungo le rive del Tevere a Roma …
ANGELO CUSTODE … L’ANGELO della buonanotte !
SETTE MAGGIORI ARCANGELI nell’ antica tradizione dell' ANGELOLOGIA di matrice giudaica.
L'esistenza di sette arcangeli e il loro nome risale al Libro di Enoch, un'opera giudaica post-biblica del I secolo a.C., ritenuta canonica solo dalla chiesa copta e non dagli altri cristiani, né dagli ebrei. Differenti fonti successive sono in disaccordo sia sull'identificazione dei sette arcangeli (nome e funzione) sia sulla loro appartenenza alle diverse GERARCHIE ANGELICHE.
L'utilizzo dei SETTE ARCANGELI nella Cabala e in altre dottrine esoteriche ha portato a cercare una corrispondenza con i giorni della settimana, cioè con i sette astri mobili ("pianeti") dell'astronomia antica: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno.
Nel cap. XX del Libro di Enoch (l'Enoch Etiope) i SETTE ARCANGELI vengono chiamati
MICHELE, GABRIELE, RAFFAELE, URIELE, RAGUEL, ZERACHIEL (o Saraqael) e REMIEL.
I primi quattro nomi sono invariati in tutte le elencazioni fatte in seguito da altri testi angelologici.
Gli ultimi tre, invece, hanno spesso nomi diversi. Secoli dopo, Pseudo-Dionigi li denomina Camael, Jophiel e Zadkiel (o Hesediel). Papa Gregorio I (540-604) li identifica come Simiel, Orifiel, Zachariel. Nel frattempo in Oriente la chiesa ortodossa aveva adottato i nomi: Barachiel, Jehudiel, Salathiel. Solo nel XVI secolo anche la chiesa cattolica scelse questi stessi nomi, anche se con lievi variazioni ortografiche.
Nella cupola della CAPPELLA PALATINA di PALERMO ci sono le immagini dei SETTE ARCANGELI , con i loro nomi, motti ed attributi, secondo la tradizione bizantina e poi cattolica, riscoperte nel 1516 dal sacerdore Antonio LO DUCA.
Arcangelo |
Significato |
Motto |
Attributi |
Michele |
Chi è come Dio? |
Paratus ad animas suscipiendas |
Calpesta il drago, impugna una spada fiammeggiante |
Gabriele |
Dio è potente |
Spiritus Sanctus superveniet in te |
Fiaccola e specchio di diaspro (di solito è il giglio bianco) |
Raffaele |
Dio guarisce |
Viatores comitor, infirmos medico |
Vasetto di medicinali (di solito è il pesce; accompagnato da Tobia) |
Uriel |
Dio infiamma |
Flammescat igne caritas |
Fiamma e spada |
Barachiel |
Benedizione di Dio |
Adiutor ne derelinquas nos |
Rose (=grazie) da distribuire |
Jeudiel |
Lode di Dio |
Deum laudantibus praemia retribuo |
Corona e flagello |
Sealtiel |
Dio comunica |
Oro supplex et acclinis |
In preghiera |
Ciò determinò un ampio, ma temporaneo, interesse devozionale che determinò nel 1523 la fondazione della Confraternita dei Sette Arcangeli, a cui aderì anche l'imperatore Carlo V d'Asburgo.
Trasferitosi a ROMA nel 1527 LO DUCA continuò a proporre il culto dei sette arcangeli … Nel 1561 riuscì a convincere il papa PAOLO IV ad avviare la costruzione della BASILICA di SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI, realizzata sulle Terme di Diocleziano seguendo un progetto predisposto da Michelangelo Buonarroti. Pochi anni dopo anche ad ASSISI e a NAPOLI fu avviata la realizzazione di due basiliche analoghe.
Il culto, destinato perlopiù a essere soppiantato dal culto per l’ANGELO CUSTODE, si diffuse anche in altre città e nazioni. Nella Cappella Metropolita del DUOMO di SIRACUSA, l'attuale Cappella del Crocefisso, ma che sino al XVII secolo era l'abside meridionale, i fedeli avevano l'usanza di offrire ai SETTE ARCANGELI SETTE MONETE e collocare SETTE CERI mentre facevano le loro richieste. San Geudiele era invocato affinché non mancasse mai il benessere.
La preghiera ai "Sette Arcangeli" è incisa anche su una lapide presso l'altare della CATTEDRALE di CITTA’ DEL MESSICO .
TRE soli di essi vengono citati nella BIBBIA :
MICHELE, che viene riconosciuto come ARCANGELO in Giuda 9, GABRIELE e RAFFAELE che vengono invece chiamati ANGELI. Quest'ultimo, poi, solo nel libro di Tobia, un'opera deutero-canonica, cioè ritenuta ispirata solo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa.
BASILICA PAPALE di SANTA MARIA DEGLI ANGELI ad ASSISI : la PORZIUNCOLA !!
Fu costruita per volere del Papa san Pio V (1566-1572), su progetto di Galeazzo ALESSI e con interventi di Jacopo Barozzi da Vignola a partire dalla seconda metà del Cinquecento. Al suo interno è presente la PORZIUNCOLA, la chiesetta dove si raccoglieva in preghiera FRANCESCO d’ASSISI, e per questo centro della spiritualità francescana, oltre alle cappelle del Transito e del Roseto. Il progetto originario di Galeazzo Alessi (1512-1572) era caratterizzato da una rigorosa semplicità strutturale, conforme all'ideale francescano di povertà.
Tra le mura della Porziuncola san Francesco comprese la sua vocazione, accolse santa Chiara e i primi frati, ricevette il Perdono di Assisi.
La Cappella del Transito era in origine l'infermeria del convento dove San Francesco finì di comporre il Cantico delle creature e morì il 3 ottobre 1226.
Il Roseto alla destra dell'abside della basilica è famoso per un avvenimento: una notte San Francesco - preso da forti dubbi e dal rimorso del peccato - si rotolò nudo nel roseto spinoso che però subito perse tutte le spine, così da non arrecargli alcun danno. Ancora oggi le rose sono senza spine.
ANGELI e DEMONI – Rif. articolo “INFERNO & PARADISO” nella sezione Mi metto in mostra – PARATISSIMA X a TORINO Esposizioni
STRISCIA L'ARTE by Barbara CARICCHI - ARTIVA
TECNICA MISTA su CARTA by Ivan FRANCHINI
Sei proprio un ANGELO tu che … accendi un “DIAVOLO IN ME” … GLORIA NELL’ALTO DEI CIELI !!! … ZUCCHERO Fornaciari
ANGELI nell’Arte : CORO di ANGELI CHERUBINI SERAFINI
CHERUBINO (in ebraico: כְּרוּב, keruv, plurale כְּרוּבִים, keruvim) è un tipo di angelo presente, in ordine storico, nell' Ebraismo e nel Cristianesimo.
L’etimologia del nome risalirebbe all'assiro "Karabu" - "(Che è)propizio" o "benedicente".
Nella letteratura compaiono per la prima volta nel libro della Genesi 3,24 :
« E (il Signore Dio) esiliò l'uomo e pose a oriente del Giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante per custodire la via dell'albero della vita. »
Secondo la classificazione delle schiere angeliche
i CHERUBINI sono posti «oltre il trono di Dio», espressione metaforica per indicare l'estrema vicinanza a Dio ed al suo potere.
Collocati da DANTE nel cielo dello Zodiaco o delle stelle fisse, stanno a guardia della luce e delle stelle.
Secondo l'Antico Testamento, in Esodo 25,18-22 , hanno una sola faccia e DUE ALI , mentre nel libro di Ezechiele sono descritti con QUATTRO ALI e quattro facce, ovvero una di UOMO, una di BUE (vitello) , una di LEONE ed infine una di AQUILA ("tetramorfo").
Nella “VISIONE DI EZECHIELE” il grande RAFFAELLO (1518) reinterpreta i cherubini tetramorfi come QUATTRO FIGURE ALATE.
Nell'iconografia classica sono generalmente raffigurati con volti umani, di rarissima bellezza e splendore.
Dediti alla protezione, stanno a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Sono posti nella Prima Sfera.
I CHERUBINI hanno una perfetta conoscenza di Dio.
Nel cristianesimo medievale i CHERUBINI sono una delle NOVE NATURE ANGELICHE, o spiriti celesti, collocati subito dopo i SERAFINI, sempre nella prima gerarchia angelica. Vengono nominati da DANTE nel Canto XXVIII (v. 99) del PARADISO.
SERAFINI (ebreo: רָף śārāf , plurale שְׂרָפִים śərāfîm ) "ardente", "(colui) che-brucia" - nella tradizione cristiana sono gli angeli più vicini a Dio, nel cielo supremo, quello empireo o cristallino.
«Vidi il Signore seduto su di un trono, ed il suo seguito riempiva il Hekhal. Sotto di lui stavano i SERAFINI , ognuno con SEI ALI, e due di queste ricoprivano il loro viso e due i loro piedi, mentre con le ultime due volavano» dal Libro di Isaia (6:1-3).
Nella visione del profeta i serafini proclamano di continuo: «Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria».
Un Serafino con SEI ALI , dal mosaico della volta della CATTEDRALE di CEFALU’ (XIII secolo)
Pseudo-Dionigi l'Areopagita nel De coelesti hierarchia li descrive come «coloro che accendono e mantengono il fuoco divino»
Tommaso d'Aquino in Summa Theologiae sostiene che possiedono l'eccellenza dell'ardore nella carità …
San Bonaventura, teologo francescano contemporaneo a San Tommaso, utilizza le sei ali dei Serafini come importante struttura analogica della sua opera mistica Itineriarium mentis in Deum (Itinerario della mente verso Dio).
Secondo la tradizione, SAN FRANCESCO d’ASSISI ricevette le STIMMATE da un SERAFINO che gli apparve mentre si trovava alla VERNA. Per questo motivo l'epiteto del Santo è Pater Seraphicus, e gli Ordini francescani e delle Clarisse vengono chiamati Ordini Serafici.
Nella DIVINA COMMEDIA i Serafini sono le intelligenze motrici del nono e ultimo Cielo del PARADISO, chiamato da Dante cristallino, o primo mobile, in quanto è appunto il primo a muoversi, ricevendo tale movimento da Dio e trasmettendolo ai cieli concentrici sottostanti. Sopra al Primo Mobile c'è solo l'Empireo, che è immobile in quanto perfetto, e sede della Trinità.
I SERAFINI assolvono un ruolo di elevazione spirituale nel Discorso sulla dignità dell'uomo di Pico della Mirandola (1487), l'epitome dell' umanesimo rinascimentale.
PICO ha preso gli ardenti Serafini — che « bruciano con il fuoco della carità» — come il modello più alto dell'umana aspirazione, «insofferente di ogni secondo posto, che cerca sempre di emulare la dignità e la gloria e che non sopporta di essere inferiore a nient'altro».
« Alla luce dell'intelligenza, meditando sul Creatore ammirando la sua Opera, e meditando sulla Creazione ammirando il suo Creatore, saremo risplendenti della LUCE dei CHERUBINI e bruceremo alla FIAMMA DELL’AMORE come i SERAFINI » (Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate, 1486)
ANGELUS
àn·ge·lus / sostantivo maschile
1. Preghiera alla VERGINE MARIA, composta con le parole dell' ANNUNCIAZIONE ( Luca, 1, 28-38), cui sono invitati i fedeli al mattino, a mezzogiorno e alla sera; com., quella della sera.
ANGELUS - preghiera cattolica in ricordo del mistero dell' INCARNAZIONE … GESU’ SI E’ FATTO UOMO …
Il nome deriva dalla parola iniziale dell’ Angelus Domini nuntiavit Mariae - tre brevi testi che raccontano tale episodio, recitati come versetti e responsorio ed alternati con la preghiera dell'Ave Maria.
L’Angelus viene recitato tre volte al giorno : ALBA MEZZOGIORNO TRAMONTO accompagnato dal suono della campana detta "CAMPANA DELL’ANGELUS" o "campana dell'Ave Maria".
“L’ANGELUS” - dipinto a olio su tela (55x66 cm) di Jean-François MILLET realizzato nel 1858-1859 e conservato nel Museo d'Orsay di Parigi.
L'opera, una delle più note di Millet, raffigura una coppia di contadini che interrompono il duro lavoro dei campi al suono delle campane che annunciano l'Angelus. Vengono mostrati nella loro devozione, intenti nella preghiera.
ANGELUS alle 12 in Piazza SAN PIETRO a ROMA …
ogni domenica il PAPA a mezzogiorno tiene un breve discorso al termine del quale recita l' Angelus che, nel Tempo Pasquale – da Pasqua a Pentecoste - viene sostituito dal Regina Coeli, una devozione che ricorda la resurrezione di Gesù Cristo.
LUNEDI’ DELL’ANGELO – Dopo Pasqua c’è Pasquetta … scampagnate sui prati una volta … gite fuori porta …
La celebrazione ricorda l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro.
Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamarne il corpo. Il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba era stato spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un ANGELO che disse: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto" (Mc 16,1-7). E aggiunse: "Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli", ed esse si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri.
BEATO ANGELICO – “Il Giudizio svelato. Capolavori attorno al Trittico Corsini” al CASTELLO di MIRADOLO - San Secondo di PINEROLO
Piero ANGELA & SUPERQUARK
ANGELINA JOLIE ANGELA MERKEL
“ANGELINA“ – canta Ray CHARLES
ANGIOLETTI THUN : le serie della famosa ceramica di BOLZANO
“L’ANGELO AZZURRO” – la mitica Marlene DIETRICH nei panni di LOLA LOLA - (Der blaue Engel). Film del 1930 diretto da Josef von Sternberg, tratto dal romanzo Professor Unrat di Heinrich Mann.
« Se la Dietrich non avesse nient'altro che la voce potrebbe spezzarti il cuore. Ma ha anche un corpo stupendo e il volto di una bellezza senza tempo... » (Ernest Hemingway)
ANGIOLETTI IN PROCESSIONE : il mio abito in raso verde chiaro con la greca argento al fondo da bambina … le grandi ALI dipinte fissate alle spalle con le stringhe … la processione del CORPUS DOMINI - festa cattolica in onore del Sacramento dell'Eucaristia, che si celebra sessanta giorni dopo la Pasqua.
ANGELI in cartoncino … segnaposto sulla tavola per il pranzo di NATALE . Si parte dal cerchio e con sapienti tagli e incastri si ottiene uno stilizzato ANGELO tridimensionale
ANGELO nel PRESEPIO sopra la grotta … la stalla di Betlemme …
La STATUINA tradizionale in terracotta del nostro presepio di famiglia rappresenta un ANGELO vestito in rosa che volteggia e tiene tra le mani una pergamena con la scritta GLORIA.
Il GLORIA IN EXCELSIS DEO – gloria a Dio nel più alto (dei cieli) - detto anche INNO ANGELICO o dossologia maggiore - è una preghiera della liturgia cattolica.
La frase è l'acclamazione degli ANGELI festanti, per annunziare ai pastori la nascita di Gesù .
ANGELI nel PRESEPIO NAPOLETANO - Presepi in mostra a POMPEI
L’ANGELO DELL’ANNUNCIAZIONE – è lunga la lista delle opere d’ARTE e degli ARTISTI che lo raffigurano :
Sandro BOTTICELLI - L'Annunciazione di Cestello - dipinto a tempera su tavola (150X156 cm) databile al 1489-1490 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a FIRENZE.
Sandro BOTTICELLI - L'Annunciazione - dipinto a tempera su tavola (23,9x36,5 cm) databile al 1485 circa e conservato nel Metropolitan Museum di NEW YORK.
Simone MARTINI e Lippo MEMMI - L'Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita - dipinto a tempera e oro su tavola (305x265 cm), firmato e datato al 1333, e conservato negli Uffizi a FIRENZE. Si tratta di un trittico ligneo con la parte centrale ampia il triplo dei due scomparti laterali. Considerato il capolavoro di Simone Martini, della scuola senese e della pittura gotica in generale, venne realizzato per un altare laterale del DUOMO di SIENA.
Fra Giovanni da Fiesole detto BEATO ANGELICO - L'Annunciazione - tempera su tavola (154x194 cm il pannello centrale, 194x194 compresa la predella) conservata nel Museo del Prado a MADRID e databile alla metà degli anni trenta del Quattrocento. L'opera è probabilmente la terza di una serie di tre grandi tavole : le altre due sono l'Annunciazione di Cortona e l'Annunciazione di San Giovanni Valdarno. Alcuni storici dell'arte invertono la serie, proponendo la tavola del Prado come la prima.
LEONARDO da VINCI - L'Annunciazione - dipinto a olio e tempera su tavola (98x217 cm), databile tra il 1472 e il 1475 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi di FIRENZE.
GIOTTO - L'Annunciazione (divisa nei due scomparti dell'Angelo annunciante e della Vergine annunciata) è un doppio affresco (200x185 cm) databile al 1303 -1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a PADOVA. Si trova sull'arco di trionfo presso l'altare, al di sotto della lunetta con Dio avvia la Riconciliazione inviando l'arcangelo Gabriele, che è la prima scena del programma teologico della Cappella.
CARAVAGGIO - L'Annunciazione - dipinto realizzato nella fase tarda dell'attività dell'artista, forse in Sicilia o durante il secondo soggiorno napoletano, probabilmente commissionata dal duca di Lorena, in olio su tela (285x205 cm) nel 1609 circa. È conservato nel Musée des Beaux-Arts di NANCY (Francia).
L’ANGELO DELLA MORTE – “Alla Fiera dell’Est” by ANGELO BRANDUARDI
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E L’ANGELO DELLA MORTE, sul macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua,
che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E infine il Signore, sull' ANGELO DELLA MORTE, sul macellaio,
che uccise il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
L’ANGELO della LAVAZZA … PARADISO è !! Da BRIGNANO a CROZZA !! A Modo Mio !!
SCHIERE DI ANGELI nei CIELI di DANTE – Il PARADISO de “La Divina Commedia” del sommo poeta !
L’ANGELO DEL PERDONO …
L’ANGELO DELLA DISOBBEDIENZA …
LUCIFERO – Da PORTATORE DI LUCE a GENIO DEL MALE - SATANA
LA CADUTA DEGLI ANGELI capeggiati dall' ARCANGELO Samhazai (o Samyaza, cioè "ladro del Cielo") … SATANA … LA CADUTA DI LUCIFERO … DANNAZIONE ETERNA … INFERNO dantesco
« E ci fu una battaglia nel Cielo:
MICHELE e i suoi ANGELI combatterono contro il dragone.
IL DRAGONE e i suoi ANGELI combatterono ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel Cielo.
Il gran DRAGONE, il serpente antico, che è chiamato diavolo e SATANA, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. » (Apocalisse 12,7-9)
Nel Vecchio Testamento LUCIFERO (in ebraico הילל o helel, in greco φωσφόρος, in latino lucifer) è il nome classicamente assegnato a SATANA dalla tradizione giudaico-cristiana in forza dell'interpretazione prima rabbinica e poi patristica di un passo di Isaia. Più precisamente, Lucifero è considerato essere il nome di Satana prima che Dio lo facesse precipitare dal Cielo. Mentre Michele sarebbe il capo delle schiere angeliche, Lucifero/Satana sarebbe il riferimento degli angeli ribelli e precipitati negli Inferi.
Il nome "LUCIFERO" compare nel Nuovo Testamento solo per indicare la stella del mattino e in senso traslato Cristo, la cui futura seconda venuta in terra segnalerà l'inizio di un mondo nuovo di luce.
Nell'Apocalisse Cristo stesso si definisce "stella radiosa del mattino" (22,16) e promette la "stella del mattino" come ricompensa per chi persevera nelle buone opere (2,28). Nei primi secoli della Chiesa, quindi, il nome Lucifer è stato considerato un titolo di Cristo.
All'interno di tradizioni cristiane più propriamente esoteriche, LUCIFERO è un essere differente da SATANA, sebbene entrambi rappresentino due aspetti diversi di uno stesso principio del Male.
SATANA - potenza più antica identificabile piuttosto con Arimane o Mefistofele - cerca di degradare l'uomo trascinandolo nella materialità e inducendolo a riconoscersi soltanto nella natura e negli aspetti più bassi della creazione.
LUCIFERO - il «Diavolo» in senso letterale, «colui che divide» - opera per risvegliare nell'uomo il suo libero arbitrio, conducendolo però in tal modo ad esaltare la sua superbia e il suo egoismo.
Lucifero sarebbe cioè il Tentatore per eccellenza che agisce nell'interiorità dell'uomo per destarvi passioni malsane, mentre Satana lavorerebbe dall'esterno per vincolare l'umanità alla Terra, sovrintendendo allo sviluppo di mezzi mondani e tecnologici al fine di occultare le sue origini spirituali.
LUCIFERO nell’ARTE
LUCIFERO – IL DIAVOLO - nell'arte paleocristiana è rappresentato come un serpente in accordo col Libro della Genesi.
Nel Medio Evo, in seguito all'identificazione operata dai Padri della Chiesa è rappresentato come un mostro terrificante a tre teste.
A partire dal secolo X si presenta con le ALI SPEZZATE per ricordare la sua caduta dal cielo & con le CORNA in testa, simboli del paganesimo sconfitto.
Le ALI DI PIPISTRELLO, emblemi di degradazione della virtù angelica, vengono introdotte con le invasioni dei Mongoli che introducono elementi dell'iconografia orientale, come nel Lucifero dantesco nell' INFERNO - Canto trentaquattresimo, vv. 16-56.
Anche il dio Pan all'origine presenta alcune caratteristiche del demonio: corpo peloso, zoccoli e corna di capro.
L'iconografia del diavolo fissata dagli artisti tra i secoli XIII e XIV è derivata anche da testi apocalittici ed apocrifi.
Tra gli esempi più famosi si ricordano il LUCIFERO di GIOTTO nella Cappella degli Scrovegni a PADOVA e il LUCIFERO di Coppo di Marcovaldo nel Battistero di FIRENZE.
Gli animali che divorano i dannati accentuano la natura insaziabile di SATANA. Il motivo di SATANA con la "bocca divorante" riflette un'antica concezione della divinità come principio nel contempo creatore e distruttore. Le corna di LUCIFERO richiamano pure quelle del dio celtico Cernumnus e sono simbolo della sconfitta del paganesimo operata dalla Chiesa.
PANIS ANGELICUS cantano Andrea BOCELLI e Luciano PAVAROTTI !!
« PANIS ANGELICUS fit panis hominum … » :
« Il PANE DEGLI ANGELI diventa pane degli uomini … »
Panis Angelicus è il primo verso della penultima strofa dell'inno latino Sacris solemniis, composto da San Tommaso d'Aquino. L'inno fa parte di una liturgia completa da lui scritta per la solennità del CORPUS DOMINI, sia per la Messa che per l'Ufficio.
La strofa che comincia con le parole Panis Angelicus ("pane degli angeli") è stata spesso musicata separatamente dal resto dell'inno. La versione più famosa è quella di César Franck, che nel 1872 scrisse una partitura per tenore, organo, arpa, violoncello e contrabbasso; in seguito incorporò l'inno nella sua Messe à trois voix (Op. 12). L’esecuzione più celebre fu quella di John McCormack al Phoenix Park di DUBLINO, ma l'inno è stato cantato anche da Plácido Domingo e Roberto Alagna, come pure dai soprani Magda Olivero e Renata Tebaldi.
“ANGELI NEGRI “– canta Fausto LEALI
Pittore ti voglio parlare
mentre dipingi un altare.
Io sono un povero negro
e d'una cosa ti prego.
Pur se la Vergine è bianca
fammi un ANGELO NEGRO.
Tutti i bimbi vanno in cielo
anche se son solo negri.
GLI ANGIOLETTI di TONINO (il Maestro Antonio MARRONI – pittore pievese ) . Illuminazione artistica del CASALINO ( C.so Pietro VANNUCCI a CITTA’ DELLA PIEVE - Perugia) … il mio ricordo di tanti anni fa …
Sagome in legno compensato dipinte dall’artista … gli ANGIOLETTI tengono in mano una candela : al posto dello stoppino una lampadina elettrica che dà luce alla via principale del TERZIERE CASALINO .
LUCI d’ARTISTA – Da TORINO a SALERNO. Attorno alla CATTEDRALE metropolitana di SANTA MARIA DEGLI ANGELI , SAN MATTEO e SAN GREGORIO MAGNO della città campana l’installazione con ANGELI in volo e ANGELI a terra .
Il DUOMO di SALERNO fu costruito tra il 1080 ed il 1085 dopo la conquista della città da parte di Roberto il Guiscardo, mentre era arcivescovo Alfano I, poeta e medico della famosa Scuola medica salernitana.
La chiesa fu consacrata nel giugno del 1084 dal papa Gregorio VII, ospite in esilio della città.
Il campanile, di grande valore storico ed artistico, è un'importante testimonianza della fusione arabo-normanna del periodo. Su di esso trovano posto otto grandi campane.
La decorazione scultorea di tutta la cattedrale è caratterizzata da una forte presenza di animali. All'ingresso, in basso, troviamo un leone e una leonessa che allatta il suo piccolo, simboli della potenza e della carità della chiesa; in alto, l'architrave raffigura oltre al traliccio di vite, i datteri beccati dagli uccelli, un'allusione al nutrimento spirituale dell'anima ed inoltre, la scimmia ed il leone posti agli estremi che simboleggiano, rispettivamente, l'eresia e la verità della chiesa. All'interno ancora elementi decorativi con animali propri del patrimonio medievale: leoncini, cavalli, centauri.
SANTUARIO di POMPEI dedicato alla Beata Vergine del Santo Rosario : il trono è fiancheggiato da DUE ANGELI DI BRONZO - opera dell'artista Salvatore CEPPARULO.
Il Campanile è distaccato, realizzato a 5 ordini sovrapposti : ai quattro angoli del terzo ordine sono posti QUATTRO GRANDI ANGELI IN BRONZO che danno fiato alle trombe.
“ANGELI” la mostra di Igor MITORAJ in piazza del Duomo a PISA ( Campo dei Miracoli ) 2014-2015.
FIGURE ALATE negli SCAVI ARCHEOLOGICI per la mostra “MITORAJ a POMPEI” 2016-2017 … 30 sculture in bronzo … statue “ferite” … pioggia e grandine per il vernissage a maggio … pioggia e grandine ad anno nuovo …
Nel SANTUARIO DI VENERE appare DEDALO, imponente con la lunga asta che domina sulla POMPEI contemporanea … lo sguardo verso la penisola sorrentina …
Gli ampi spazi della BASILICA (centro per affari e giustizia) accolgono IKARIA bretelle, IKARO screpolato & IKARO…
Nella vastità del FORO appare il CENTAURO … IKARO BLU giace al suolo, braccia e gambe recise, ALI SPEZZATE . È un eroe distrutto dal dolore che non riuscirà più a recuperare la sua antica forza e la leggerezza di VOLARE …
IKARO BLU e TINDARO dominati dal VESUVIO, ora imbiancato dalla neve …
In VIA DELL’ABBONDANZA ecco EROS ALATO CON MANO
Il CENTURIONE alle TERME STABIANE e ancora IKARO ALATO al FORO TRIANGOLARE (corse equestri ) …
BUSTI MUTILATI GIGANTI FERITI SCULTURE che ben incarnano la fragilità dell’uomo contemporaneo … il messaggio dello scultore franco-polacco Igor MITORAJ scomparso nel 2014 che vede così realizzato il sogno di portare la sua arte nel Parco Archeologico di POMPEI, dopo gli allestimenti al Mercati di Traiano a ROMA e nella Valle dei Templi ad AGRIGENTO :
CLASSICISMO ARCHEOLOGICO & CONTEMPORANEITA’ DELL’ARTE – binomio perfetto !!
E ancora la “NASCITA di VENERE” di Igor MITORAJ nella Corte d’Onore della Reggia di VENARIA REALE (Torino) … Sculture moderne alla Venaria Reale fino al 19 febbraio 2017.
Due figure femminili : una dalla testa bendata … l’altra con una sola ALA …
ANGELO sbalzato in lamina d’argento – classico regalo per NEONATI con fiocco ROSA o CELESTE da appendere sul lettino … sulla carrozzina …
I CHERUBINI di RAFFAELLO SANZIO – particolare della CAPPELLA SISTINA (1512/13) :
classica riproduzione su oggettistica varia: borse, tazze, tele, asciughini, cuscini …
< Che amore di bambino : E’ PROPRIO UN ANGIOLETTO !! >
AMORINI – PUTTI ALATI
MERCURIO ALATO : ALI ai calzari, ALI sull’elmo …
ANGELI MALEDETTI … DEMONI !
“ANCHE GLI ANGELI MANGIANO FAGIOLI” – film con Bud SPENCER e Giuliano GEMMA
TEMPIO di SANT’ANGELO – CHIESA di SAN MICHELE ARCANGELO a PERUGIA – Architettura a pianta circolare nel suggestivo prato cinto da mura …
Denominata anche "il tempietto" sorge nell'omonimo Borgo Sant'Angelo, sull'altura a ridosso del Cassero e della strada che porta al convento francescano di Monteripido nella zona nord della città.
La dedicazione all' ANGELO GUERRIERO non è un caso, spesso utilizzata nelle chiese a ridosso delle cinte murarie a protezione della città. Un'altra possibile interpretazione del luogo viene da molto lontano. Infatti sarebbe uno dei luoghi di culto edificati lungo la cosiddetta Linea di San Michele (layline). Tale linea è l'insieme dei punti lungo la superficie terrestre dove passa l'ultimo raggio di sole al tramonto del solstizio estivo.
7 santuari dedicati all’Arcangelo Michele uniti da una linea misteriosa dall’ Irlanda fino a Israele.
Una linea immaginaria unisce sette monasteri … sette santuari lontanissimi tra loro, eppure perfettamente allineati.
Leggenda vuole che questa linea rappresenti il colpo di spada con cui l’Arcangelo San Michele scacciò il demonio, relegandolo per sempre all’Inferno.
Il tracciato comincia in IRLANDA, su un’isola deserta, dove l’Arcangelo Michele sarebbe apparso a San Patrizio per aiutarlo a liberare il suo Paese dal demonio. E’ qui che sorge il primo monastero: quello di Skellig Michael (“roccia di Michele”)
La linea prosegue verso Sud, in INGHILTERRA, passando per St. Michael’s Mount, un isolotto della Cornovaglia che con la bassa marea si unisce alla terraferma. Proprio qui San Michele avrebbe parlato a un gruppo di pescatori
La linea sacra arriva in FRANCIA, su un’altra celebre isola, a Mont Saint-Michel, anch’esso tra i luoghi di apparizione dell’Arcangelo Michele.
A ben 1000 chilometri di distanza, in Val di Susa, Piemonte – ITALIA - sorge il quarto santuario: la Sacra di San Michele.
Spostandosi di altri 1000 chilometri in linea retta si arriva in Puglia, sul Gargano, dove una caverna inaccessibile è diventata un luogo sacro: il Santuario di San Michele Arcangelo.
Dall’Italia la traccia dell’Arcangelo arriva poi al sesto santuario, in GRECIA, sull’isola di Symi: qui il monastero custodisce un’effigie del Santo alta 3 metri.
La linea sacra termina in ISRAELE, al Monastero del Monte Carmelo.
ANGELI & ARTE SACRA : VETRATE SCULTURE AFFRESCHI DIPINTI
“ANGELI & LUMI” – PRALORMO 2007 by Barbara CARICCHI
Concorso fotografico CEDAS FIAT “Il Castello di Pralormo”
CAPELLI D’ANGELO – pasta in brodo …
PANE DEGLI ANGELI – lievito BERTOLINI !! Il segreto di tutte le torte !!
“SE IO FOSSI UN ANGELO” canta Lucio DALLA
Se io fossi un angelo
chissà cosa farei
alto, biondo, invisibile
che bello che sarei
e che coraggio avrei
sfruttandomi al massimo
è chiaro che volerei
zingaro libero
tutto il mondo girerei
andrei in Afganistan
e più giù in Sudafrica
a parlare con l'America
e se non mi abbattono
anche coi russi parlerei
angelo se io fossi un angelo
con lo sguardo biblico li fisserei
vi do due ore, due ore al massimo
poi sulla testa vi piscerei
sulle vostre belle fabbriche
di missili, di missili
se io fossi un angelo, non starei nelle processioni
nelle scatole dei presepi
starei seduto fumando una marlboro
al dolce fresco delle siepi
sarei un buon angelo, parlerei con Dio
gli ubbidirei amandolo a modo mio …
< SIAMO ANGELI CON UN'ALA SOLA
DA SOLI NON SI VOLA
SIAMO ANGELI CON UN'ALA SOLA
SE NON CI ABBRACCIAMO NESSUNO VOLA …>
ANDREA MINGARDI - Andremo in cielo a piedi - " Siamo Angeli "
ANGELI … noi siamo ANGELI
“ANGELO” by Barbara CARICCHI
ANGELICA & ORLANDO : “Chanson de Roland” … Pupi siciliani !!
“L’ANGELO AZZURRO” – Umberto BALSAMO
Se sei tu l'angelo azzurro
questo azzurro non mi piace
la bellezza non mi dice
le parole che vorrei
quanti baci e tradimenti
lacrimoni e pentimenti
fan di te una donna sola
che da sola resterà
CHARLIE’s ANGELS – « C'erano una volta tre ragazze che frequentavano l'Accademia di Polizia... »
LOS ANGELES – la seconda città degli USA … insediamento fondato da frati francescani :
"El Pueblo de Nuestra Señora la REINA DE LOS ANGELES sobre El Rìo Porciùncula" … "Villaggio di Nostra Signora SANTA MARIA DEGLI ANGELI sul fiume Porziuncola"
Nel 1769 l'esploratore catalano Gaspar de Portolà guidò una spedizione nella California meridionale assieme ai francescani Junipero Serra e Juan Crespi. Portolà chiamò un fiume che avevano scoperto "El Río de Nuestra Señora la Reina de los Ángeles de Porciúncula". Lungo il fiume, fratel Crespi aveva notato un luogo adatto per costruire una missione, ma nel 1771 fratel Serra ne fondò una a Whittier Narrows. Dopo un'inondazione nel 1776, la missione fu trasferita a San Gabriel.
Il 4 settembre 1781, 45 coloni messicani uscirono dalla missione di San Gabriel per fondare un nuovo insediamento nel sito vicino al fiume che era stato individuato da fratel Crespi. La città, chiamata El Pueblo de Nuestra Señora la Reina de los Ángeles sobre El Río Porciuncula, rimase un piccolo centro agricolo per decenni.
Oggi i caratteri generali del Pueblo sono conservati in un piccolo quartiere storico, denominato anche Olvera Street.
I fratelli Guido e Maurizio DE ANGELIS : gli Oliver Onions - gruppo musicale italiano
ANGELI – gruppo musicale punk nato a Torino nel 1996
I NUOVI ANGELI - gruppo musicale beat, famoso negli anni settanta.
FIGURE ALATE : non solo ANGELI !
NIKE – la VITTORIA ALATA al Museo del LOUVRE a PARIGI
La Nike di Samotracia è una scultura in marmo pario (h. 245 cm) di scuola rodia, attribuita a PITOCRITO, databile al 200-180 a.C. circa .
La statua, rinvenuta acefala e senza braccia, raffigura NIKE, la giovane DEA ALATA figlia del titano Pallante e della ninfa Stige adorata dai Greci come personificazione della vittoria sportiva e bellica.
La dea, vestita con un leggero chitone, è effigiata nell'atto di posarsi sulla prua di una nave da battaglia (il basamento, scolpito nel pregiato marmo di Larthos, proveniente dall'isola di Rodi). Un vento impetuoso investe la figura protesa in avanti, muovendo il panneggio che aderisce strettamente al corpo e crea un gioco chiaroscurale di pieghette di notevole valore artistico, in grado di valorizzare lo slancio.
Dinamismo ed abilità di esecuzione si uniscono quindi in un'opera che concilia spunti dai migliori artisti dei decenni precedenti: il vibrante panneggio di FIDIA, gli effetti di trasparenza e leggerezza di PRASSITELE e la tridimensionalità di LISIPPO.
Scolpita nel pregiato marmo pario, la dea posa con leggerezza il piede destro sulla nave, mentre per il fitto battere delle ali, che frenano l'impeto del volo, il petto si protende in avanti e la gamba sinistra rimane indietro. Le braccia sono perdute, ma alcuni frammenti delle mani e dell'attaccatura delle spalle mostrano che il braccio destro era abbassato, a reggere probabilmente il pennone appoggiato alla stessa spalla, mentre il braccio sinistro era sollevato, con la mano aperta a compiere, secondo Marianne Hamiaux, un gesto di saluto, oppure a reggere una corona. La volontà dell'autore della Nike ha esasperato tutto ciò che può suggerire il movimento e la velocità.
ARPIE : VISO di donna – CORPO di uccello
Nella mitologia greca, le arpie (lett. "le rapitrici", dal verbo greco harpazein, "rapire") sono creature mostruose. L'origine del loro mito deve forse ricondursi a una personificazione della tempesta.
Le ARPIE - figlie di Taumante ed Elettra e sorelle di Iride - sono citate nell' Odissea di OMERO (libro XX): in una preghiera ad Artemide Penelope ne parla come di procelle e ricorda che rapirono le figlie di Pandareo per asservirle alle Erinni.
ESIODO parla di due arpie : Aello e Ocipete …di esse dice che avessero una magnifica capigliatura e che fossero potenti nel volo.
Nelle Argonautiche di Apollonio RODIO (libro III) le arpie, per ordine di Hera, perseguitano il re e indovino cieco Fineo, portandogli via le pietanze dalla tavola e sporcandogliela.
VIRGILIO le cita nell'Eneide, facendo il nome di una terza sorella, Celeno.
DANTE Alighieri le nomina nel Canto XIII dell'Inferno: esse rompono i rami e mangiano le foglie degli alberi al cui interno si trovano le anime dei suicidi che, in questo modo, provano dolore e hanno dei pertugi attraverso i quali lamentarsi.
Nell’Orlando furioso (canto XXXIII) Ludovico ARIOSTO riprende la storia di Fineo: le Arpie insozzano la tavola del cieco re di Etiopia (identificato col Prete Gianni) e vengono scacciate da Astolfo.
SFINGE ALATA
La sfinge è una figura mitologica : un mostro con il CORPO di leone e TESTA umana (androsfinge), di falco (ieracosfinge) o di capra (criosfinge), talvolta dotato di ali.
Generalmente il ruolo delle sfingi è associato a strutture architettoniche come le tombe reali o i templi religiosi.
Nella mitologia greca vi era una singola SFINGE, un DEMONE di distruzione e mala sorte. La sua prima comparsa a noi pervenuta è nel MITO DI EDIPO come descritto da Esiodo : la Sfinge custodiva l'ingresso alla città greca di Tebe. Per consentire il passaggio ai visitatori, domandava loro un indovinello : "chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, tripede e bipede?" Il mostro strangolava o divorava chiunque non fosse in grado di rispondere. Edipo risolse l'enigma rispondendo "l'UOMO, che nell'infanzia striscia a quattro zampe, poi cammina su due piedi in età adulta, e infine utilizza un bastone da passeggio in età avanzata".
LA SFINGE divenne ALATA e FEMMINILE solo dal VI secolo a.C.
Una coppa del 550-540 a.C. prodotta da Glaukytes ed Archikles mostra sfingi femminili alate con accanto il nome ΣΦΙΧΣ (sebbene con forme arcaiche di sigma e phi). Pseudo-Apollodoro la descrive in modo classico, ossia come un leone con volto da donna ed ali da uccello.
Sfinge alata del 480 a.C., originariamente facente parte del palazzo a Susa di Dario il Grande (Impero Persiano).
LEONE ALATO – logo “GENERALI” Assicurazioni
ALI di PIUME … ALI di PIOMBO …
“LE ALI DELLA LIBERTA’” (The Shawshank Redemption) - film del 1994 diretto da Frank Darabont, con Tim Robbins e Morgan Freeman, tratto dal racconto di Stephen King Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, pubblicato nella raccolta Stagioni diverse.
L'AFI lo ha inserito al settantaduesimo posto nella lista dei cento migliori film americani di tutti i tempi.
« La paura può tenerti prigioniero, la speranza può renderti libero »
Rif. articolo IL VOLO nella sezione Storie
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