VENARIA REALE - La REGIA SCUDERIA :
Il Bucintoro e le Carrozze Regali
Nella SCUDERIA GRANDE opera di Filippo JUVARRA - uno degli spazi architettonici più imponenti della REGGIA di VENARIA e del barocco europeo -
è esposta la PEOTA REALE : lo splendido "BUCINTORO del Re di Sardegna” fatto realizzare a VENEZIA per volere di VITTORIO AMEDEO II fra il 1729 e il 1731, in un allestimento spettacolare con la celebre imbarcazione “armata” per intero con albero, remi e vele.
BUCINTORO - Da VENEZIA a TORINO il più incredibile dei manufatti di CASA SAVOIA, l'ultima imbarcazione veneziana originale del Settecento esistente al mondo.
< E’ una nave lusoria, ossia di divertimento e rappresentanza. Misura 16 metri di lunghezza per un massimo di 2,70 metri di larghezza e pesa circa 60 quintali.
8 remi. Un grosso anello a prua indica la posizione del cavo di alaggio per il traino fluviale controcorrente.
L’allestimento artistico, che prevedeva anche una cabina di 5,20 metri per gli ospiti regali - "TIEMO" in veneziano - munita di 10 finestrelle, è effettuato a Venezia, in rio dei Mendicanti, nei primi mesi del 1731 presso lo “squero di padron Zuanne (Giovanni)”
La commessa dei Savoia è riferibile a CARLO EMANUELE III, dal 1730 re di Savoia e Sardegna dopo l’abdicazione del padre VITTORIO AMEDEO II.
La barca è ricca di SCULTURE DORATE : a prua fa da polena un NARCISO che si specchia nelle acque, affiancato da due vegliardi che versano acqua da due otri, personificazione del PO e dell’ADIGE (i due maggiori fiumi del Piemonte e del Veneto).
A poppa ci sono CAVALLI MARINI e la barra del timone - "RIBOLLA" in veneziano - è scolpita a forma di DRAGO o SERPENTE ...
Lungo le murate, di colore rosso cinabro, corre una fascia decorata con intagli in bassorilievo dorati. L’opera viva è nero pece. Il tiemo era decorato con broccati e tendaggi, che sono andati perduti.
2 AGOSTO 1731: INIZIA IL VIAGGIO DA VENEZIA A TORINO
A bordo viaggia pure un giovane frate agostiniano - BRUNELLO - incaricato della tenuta di un libro di bordo e della gestione delle spese di viaggio. Sono documenti che hanno permesso la ricostruzione particolareggiata del viaggio di risalita.
Il primo tratto è di navigazione in laguna, a vela, toccando Ghioggia e Brondolo.
Quindi, attraverso il TRAINO CON CAVALLI e risalendo i canali endolagunari, il convoglio raggiunge Pontelagoscuro - il porto di FERRARA nello Stato delle Legazioni pontificie - e si immette nel PO.
L’ARRIVO AL PONTE VISCONTEO DI PAVIA che funge da porto di MILANO ...
Il viaggio riprende, risalendo il fiume con TRAINO DI BUOI mandati da Casale: le sponde dei fiumi erano per legge tenute sgombre, per poter effettuare i rimorchi, lungo i marciapiedi di alaggio.
Il 26 agosto arrivo a Frassinetto - il porto di CASALE - in territorio sabaudo. Il tratto da Casale a Torino è il più difficile della risalita, per la presenza di rocche in alveo ...
2 SETTEMBRE 1731: IL BUCINTORO DEI SAVOIA ARRIVA A TORINO dopo 31 giorni di navigazione.
Il BUCINTORO supera il porto fluviale della città presso il PONTE DI PO, per raggiungere la tettoia appositamente allestita presso il CASTELLO DEL VALENTINO.
Frate BRUNELLO rimarrà ospite ancora qualche mese a Torino, presso l’Ammiraglio del Po, il tempo necessario al Primo Architetto di corte - il messinese Filippo JUVARRA - per preparare la sua relazione, in cui indica come congrua la richiesta presentata in fattura dai rappresentanti dei costruttori veneziani di 19.597 Lire di Piemonte, comprensiva delle spese di trasporto. > Liberamente estratto dalla storia di Luigi GRIVA.
Oggi nella SCUDERIA JUVARRIANA della REGGIA DI VENARIA insieme allo splendido BUCINTORO sapientemente restaurato
si ammirano anche alcune fra le più sontuose CARROZZE DI GALA utilizzate dai SAVOIA nell'Ottocento, tra cui la BERLINA DORATA, in prestito dal Palazzo del Quirinale di ROMA.
BUCINTORO e CARROZZE sono raccontate in un unico affascinante percorso in quanto capolavori integranti e rappresentativi delle attività della REGIA SCUDERIA A CORTE , intese come alte funzioni preposte agli spostamenti del Sovrano e del suo seguito.
FERT (a volte scritto FERT, FERT, FERT) è il motto di casa Savoia, del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia, adottato da AMEDEO VI (1334 – 1383) e presente nella monetazione in oro e in argento.
ORDINE DEL COLLARE - Il motto comparve per la prima volta sul collare dell' ordine cavalleresco fondato da Amedeo VI di Savoia nel 1364, divenuto sotto CARLO "il buono" (1486 - 1553) l' ORDINE (religioso-militare) DELLA SS. ANNUNZIATA.
Diverse sono le interpretazioni del motto :
FERT, acronimo di Fortitudo Eius Rhodum Tenuit (La sua forza preservò Rodi) secondo il letterato cinquecentesco Francesco Sansovino e alcune cronache manoscritte. Il riferimento all' episodio leggendario secondo cui un AMEDEO di Savoia si recò a Rodi per liberarla dall'assedio dei turchi, riuscendo nell'impresa.
FERT, terza persona singolare del presente indicativo del verbo irregolare latino fero, fers, tuli, latum, ferre, che nella sua accezione più ampia significa "portare", ma anche "sopportare". Questa interpretazione è coerente con lo spirito sia dell' Ordine Cavalleresco del Collare, il cui motto iniziale fu proprio FERT che, unito al NODO di SAVOIA, stava ad indicare la devozione mariana che era uno dei tratti principali di quello che diverrà l' Ordine religioso-militare della SS. Annunziata.
I suoi membri, infatti, erano esortati a sopportare le prove in onore e devozione alla Santissima Annunziata, secondo la tesi sostenuta da Luigi Cibrario.
FERT : Fœmina Erit Ruina Tua (La donna sarà la tua rovina). Con questo sviluppo satirico dell'acronimo, un anonimo Pasquino torinese volle probabilmente far riferimento al matrimonio morganatico di VITTORIO AMEDEO II, vedovo di Anna d'Orlèans, con l'antica fiamma Anna Carlotta Teresa Canalis di Cumiana, vedova del Conte Novarina, divenuta Marchesa di Spigno.
Questa signora fu ritenuta colpevole dei guai di Vittorio Amedeo II ... Dopo il tentativo di quest'ultimo di revocare l'abdicazione a favore del figlio CARLO EMANUELE III - avvenuta un anno prima circa, il 3 settembre 1730 - e di reinsediarsi sul trono, Anna Carlotta Teresa venne arrestata, separata dal marito e rinchiusa in un carcere per prostitute in quel di Ceva.
Solo due mesi dopo le fu permesso di tornare presso il marito, quasi prigioniero nel CASTELLO DI MONCALIERI, dove il 30 ottobre 1732 morì. La marchesa di Spigno si ritirò quindi in convento.
DALLA REGGIA di VENARIA REALE alla PALAZZINA DI CACCIA di STUPINIGI
L'opera, realizzata su progetto di Filippo JUVARRA, fu iniziata nel maggio del 1729 e terminata nel 1733. Il sito fa parte della CORONA DI DELIZIE - il circuito delle Residenze sabaude in Piemonte dal 1997 proclamato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Il territorio era possedimento dei Savoia-Acaia, un ramo cadetto della dinastia regnante del Piemonte, e passò sotto la proprietà del duca AMEDEO VIII di Savoia solo quando l'ultimo degli Acaia morì, nel 1418.
Da Amedeo VIII al marchese Pallavicino di Zibello...
EMANUELE FILIBERTO ne reclamò la proprietà nel 1564 espropriandolo ai Pallavicino. Per volontà del duca, il castello e le terre adiacenti vennero quindi lasciate all' ORDINE MAURIZIANO.
Il Gran Maestro dell'Ordine era contestualmente anche il capo di Casa Savoia, per cui il fortilizio di Stupinigi si trovò ad essere gestito direttamente dai vari sovrani sabaudi.
Fu proprio durante il periodo di Emanuele Filiberto che le ricche terre adiacenti al castello divennero uno dei luoghi prediletti dal sovrano e dalla sua corte per le BATTUTE DI CACCIA, insieme ai boschi di Altessano (dove a metà Seicento venne costruita la REGGIA di VENARIA REALE).
VITTORIO AMEDEO II di Savoia decise la trasformazione del complesso in forme degne del titolo reale cui era ascesa Casa Savoia. Nell'aprile 1729, quando già aveva deciso di abdicare, affidò il progetto a Filippo JUVARRA.
Una sorta di lascito per il suo Primo architetto civile e per il figlio CARLO EMANUELE III.
Formalmente la PALAZZINA DI CACCIA di STUPINIGI fu inaugurata alla festa di Sant' UBERTO del 1731 e da allora vi si tennero numerose BATTUTE DI CACCIA.
La copia (1992) della celebre statua del CERVO - opera in bronzo di Francesco LADATTE - sovrasta la CUPOLA del salone centrale ... l'originale (1766) si può ammirare nell' ingresso attuale al complesso, la vasta area della Galleria dei Ritratti, un tempo parte delle SCUDERIE LATERALI progettate e realizzate da Filippo JUVARRA dopo il completamento del complesso centrale della palazzina.
Questo spazio era utilizzato per la rimessa delle CARROZZE ed il ricovero dei CAVALLI durante le BATTUTE DI CACCIA.
EX- CANILI
PALAZZINA DI CACCIA di STUPINIGI - Qui NAPOLEONE BONAPARTE soggiornò dal 5 maggio al 16 maggio 1805, prima di recarsi a Milano per cingere la CORONA FERREA.
Il "SERRAGLIO DI ANIMALI ESOTICI" animava il grande parco della residenza Sabauda nella prima metà dell’Ottocento (intorno agli anni '20).
FRITZ - l’ ELEFANTE INDIANO donato dal vicerè d'Egitto Muhammad ‘Ali al re CARLO FELICE nel 1827.
L'elefante arriva a STUPINIGI a piedi, transitando per nave da Alessandria al porto di Genova. Per custodirlo fu ricavato dall' ex SCUDERIA della palazzina uno spazio interamente recintato - la Ménagerie - mentre nel cortile fu messa una vasca munita di scivolo.
12 aprile 1842 : alla PALAZZINA DI CACCIA la celebrazione del matrimonio tra VITTORIO EMANUELE II, futuro primo re d'Italia, e l'austriaca MARIA ADELAIDE d'Asburgo-Lorena.
Il complesso venne quindi ceduto al demanio statale nel 1919 e nel 1925 fu restituito, con le proprietà circostanti, all' ORDINE MAURIZIANO.
TEATRO A CORTE 2017 : D-CONSTRUCTION - vibrante spettacolo di HIP-HOP REVOLUTION dei francesi Dyptik :
TEATRO A CORTE 2017 : CAVALLI VOLANTI - FIERS A' CHEVAL
5 CAVALLI BIANCHI e un maestro di danza - Compagnie des Quidams !!
A sorpresa l'arrivo di PEGASO : il CAVALLO ALATO che volteggia nel cielo e domina lo scenario grandioso e suggestivo della PALAZZINA DI CACCIA !!
I SOGNI non finiscono ...
"IL GATTO DORME ROTONDO" di Giuseppe MARANIELLO ... arte contemporanea nei GIARDINI della REGGIA di VENARIA REALE che festeggia i primi 10 ANNI dalla riapertura dopo imponenti lavori di restauro : 2007-2017 !!
Spettacolo di videomapping "ILLUMINARE IL BAROCCO"
"JUNGLE. L'immaginario animale nella Moda"
Nelle SALE DELLE ARTI la mostra che racconta con ABITI & ACCESSORI l’evoluzione dell’ ANIMALIER : come MANTO & FORME ANIMALI siano stati rielaborati dalla moda !! Fino al 3 settembre 2017
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati