" OH, CHE BEL CASTELLO marcondiro ndiro ndello,
OH, CHE BEL CASTELLO marcondiro ndiro ndà "
Così recita la nota filastrocca …
“ I CASTELLI DEL PIEMONTE fra ARTE e LEGGENDA ” a cura del prof. Gian Giorgio MASSARA al LAC – Liceo Artistico Cottini – di TORINO.
Una vita dedicataai CASTELLI : la storia iniziata con “ITALIA CHE SCOMPARE” - Edizione PARAVIA 1977
CASTELLO DEL VALENTINO a TORINO
Rif. Articolo DAD & LAC (Luoghi dell’Arte )
Nella prestigiosa SALA DELLE COLONNE l' ARCHITETTURA incontra l'ARTE con " OSSERVO, CREO, RACCONTO "
Un percorso affascinante alla scoperta del VALENTINO - CASTELLO & PARCO - ARCHITETTURA & AMBIENTE - con gli allievi del 4° anno del
LAC - Liceo Artistico Cottini - e gli studenti del 3° anno del
DAD - Dipartimento di Architettura e Design - del Politecnico di TORINO.
LUMACHE al CASTELLO DEL VALENTINO by Barbara CARICCHI
CASTELLI : RESIDENZE SABAUDE – Patrimonio dell’Umanità UNESCO
LANGHE & VINI - CASTELLO di GRINZANE CAVOUR – ENOTECA REGIONALE PIEMONTESE
CASTELLO di RIVOLI – Museo di ARTE CONTEMPORANEA
Proprietà dei Vescovi di Torino, entra a far parte dei domini sabaudi nel 1247. All’inizio del ‘600 è al centro di un grande cantiere diretto dai CASTELLAMONTE : l’antico maniero diventa così una residenza di loisirs (svago e tempo libero), dopo essere stato incendiato nel 1693 dall’esercito francese. Della decorazione di quegli anni rimane soltanto la sala di Amedeo VIII, affrescata da Isidoro BIANCHI e aiuti. Del 1718 il grandioso progetto di Filippo JUVARRA per Vittorio Amedeo II , mai terminato.
A fine secolo il CASTELLO viene destinato ai Duchi d’Aosta, a cui si deve l’elegante decorazione del secondo piano in linea con le tendenze già neoclassiche che si sviluppano in Inghilterra. Nel 1883 è venduto alla Città di Rivoli e usato come caserma sino alla fine della seconda guerra mondiale.
Dopo una importante campagna di restauro condotta dall’architetto Andrea BRUNO, nel 1984 è divenuto sede del MUSEO d’ARTE. Dal 1997 è inserito insieme alle altre residenze reali nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.
Il restauro della MANICA LUNGA, conclusosi nel 2000 con l’inaugurazione della sala espositiva al terzo piano, è stato seguito dall’architetto Andrea BRUNO che ha posto in esterno le scale e l’ascensore, corpo trasparente panoramico sulla struttura, lunga 147 metri e larga 6.
MANICA LUNGA by Mauro DRAGONI
CASTELLO REALE di GOVONE (Cuneo) :
la residenza estiva di CARLO FELICE e MARIA CRISTINA
CANI DA CACCIA in pietra
Dalla sommità della collina, il CASTELLO domina l’intero paese e l’ampia valle del Tanaro.
La grandiosa costruzione in muratura è decorata con raffinata eleganza. L’edificio è costituito da due piani principali e un terzo di minor altezza, tra loro collegati da eleganti scaloni e scale di servizio. La facciata è ricca di decorazioni e sculture ed è affiancata da due avancorpi in mattoni rossi, rivolti a mezzogiorno. Lo scalone d’onore è formato da quattro rampe marmoree, fiancheggiate da parapetti a balaustra e decorate da possenti telamoni e bassorilievi provenienti dal CASTELLO di VENARIA REALE.
L’intera costruzione è delimitata a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi.
Il Castello è citato in un atto di vendita del 989. Era certamente, a quel tempo, un CASTELLO MEDIOEVALE con bastioni e torri angolari, tipiche delle FORTEZZE DEL MONFERRATO.
La costruzione attuale è opera dei Conti SOLARO, signori di GOVONE fin dal XIII secolo. Il Castello, infatti, fu ricostruito per interessamento del Conte Roberto SOLARO, Gran Priore del Priorato Dei Cavalieri di Malta e del nipote Ottavio Francesco SOLARO, su progetto dell’architetto Guarino GUARINI (1624-1683). L’opera fu proseguita dagli eredi, fra i quali il Conte Giuseppe Roberto SOLARO, cui si deve l’intervento sulla facciata nord ad opera dell’architetto Benedetto ALFIERI (1700-1767) discepolo di Filippo JUVARRA (1678-1736).
Nel 1792, con la morte del Conte Amedeo Lodovico SOLARO che non contava discendenti diretti , il CASTELLO e i beni passarono allo Stato. Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna a favore dei figli Carlo Felice, Duca del Genevese e Giuseppe Benedetto Placido, Conte di Moriana. Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese, subendo le conseguenze di un inevitabile abbandono. Nel 1810, per decreto napoleonico, fu messo all’asta e quindi acquistato, al fine di impedirne la completa demolizione, dal Conte Teobaldo ALFIERI di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe CARLO FELICE , che riprese, in tal modo, il possesso del maniero, occupandosi attivamente del restauro e dell’ammodernamento, i cui lavori furono diretti dagli architetti Giuseppe CARDONE e Michele BORDA. Particolare attenzione venne dedicata alla decorazione del salone centrale, affidata al pittore Luigi VACCA.
Il CASTELLO REALE di GOVONE, ora museo di se stesso quale emblematica testimonianza della vita di corte piemontese di inizio Ottocento, con deliberazione del dicembre 1997 viene annoverato tra le residenze sabaude piemontesi che l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage).
CASTELLO di GUARENE (Cuneo)
Nel Settecento, il Castello fu la realizzazione di un sogno di Carlo Giacinto ROERO, signore di Guarene.
Il nobiluomo voleva una nuova e splendida dimora e se la costruì, la circondò di giardini e la arredò. Ne aveva la capacità e i mezzi: era un buon architetto, sia pure dilettante, un aristocratico di primo piano e un ricco proprietario terriero.
Oggi il castello realizza nuovi sogni. È rimasto intatto con tutte le sue opere d’arte ed è diventato anche un ALBERGO di ALTA CLASSE con SPA.
Camere da letto sontuose in stile antico, alta cucina, grandi vini e moderna tecnologia del benessere si sono alleati con la Storia per una esperienza unica.
Il CASTELLO fa parte dell’itinerario del BAROCCO IN PIEMONTE. La dimora storica situata al primo piano è una delle più interessanti di tutto il Piemonte.
Nel pieno del ROERO, la balconata del CASTELLO domina oltre 60 chilometri di territorio UNESCO: si vedono le LANGHE da Asti fin quasi a Barolo passando per Barbaresco; si arriva a scorgere il MONFERRATO, oltre a una larga porzione di arco delle Alpi. Sulla destra, la piana di Alba, città della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco.
“L’altra sera il Sig. conte di Magliano, con il Sig. conte di Castagnole, sono venuti a vedere la fabrica, e hanno detto che il suo castello, a paragone di questo, è una casa”
Da sette secoli il CASTELLO domina la collina di GUARENE.
Nel Medioevo era un fortilizio, nel XVIII secolo diventò la nuova dimora estiva dei conti Roero, disegnata personalmente e costruita dal più noto della casata, il conte Carlo Giacinto, una significativa figura di aristocratico illuminato del Settecento piemontese. E’ una costruzione imponente a tre piani, che tocca i 25 metri d’altezza, circondata da vasti ed eleganti giardini all’italiana realizzati nella prima metà del Settecento.
Abitato per decine di generazioni dai ROERO di Guarene, della Vezza e di Piobesi - una importante famiglia dell’aristocrazia piemontese - nel 1899 passò per eredità ai PROVANA di Collegno. La sua lunga storia ne fa un archivio di memorie e un museo di architettura, di pittura e di arti decorative. Passato nel 2011 ad altra proprietà, è stato destinato ad una nuova vocazione che combina l’assoluto rispetto del valore museale con una ospitalità di alto livello. Gli interventi di restauro conservativo e di adeguamento sono durati tre anni.
CUNICOLI
GUARENE : il CASTELLO costruito “per corrispondenza”
Carlo Giacinto ROERO di GUARENE, personaggio centrale della storia del castello, era un architetto dilettante, in relazione con l’ architetto di Corte Filippo JUVARRA, al quale si deve il progetto della facciata. Dopo la posa della prima pietra - 13 settembre 1726 ore 20 e mezza - Carlo Giacinto seguì i lavori di costruzione e arredamento in parte sul luogo e in parte a distanza : nei mesi invernali impartiva per lettera da Torino quotidiane e minuziose istruzioni al capo-mastro che sovrintendeva al cantiere.
La grandiosa opera arrivò al completamento nella seconda metà del secolo, grazie ai figli Traiano e Teodoro.
Il re Vittorio Amedeo III con la regina venne a visitarla nel 1773 … il castello è pieno di ricordi di quell’avvenimento.
CASTELLO di RIVARA CANAVESE (Torino)
Sede storica del Cenacolo di pittori della SCUOLA DI RIVARA nelle valli del Canavese, è un complesso composto da tre edifici indipendenti: il CASTELLO MEDIEVALE, la Villa Neobarocca e le Scuderie, immersi in un parco di oltre 45.000 mq.
Ha a disposizione numerosi atéliers e camere dove abitualmente sono ospitati artisti italiani e stranieri ed uno spazio espositivo multifunzionale di 2.530 mq.
La direzione artistica è affidata dal 1985 a Franz PALUDETTO.
ARTE A RIVARA by Barbara CARICCHI
CASTELLO di MIRADOLO - SAN SECONDO di PINEROLO (Torino) - FONDAZIONE COSSO
Il Castello di Miradolo e il suo Parco hanno origini settecentesche, ma è a partire dagli anni venti dell’Ottocento che vivono la loro epoca d’oro grazie a una donna di grande forza e intraprendenza: “BABET” - Maria Elisabetta FERRERO DELLA MARMORA - sposa di Maurizio MASSEL, secondo marchese di Caresana. Grazie a lei il Palazzo di Miradolo è rinnovato e le decorazioni sono rivisitate in stile neogotico, come ancora oggi si può osservare.
Negli anni Trenta dell’Ottocento viene costruita la Citroniera, i confini del Parco si ampliano e l’assetto è progressivamente completato secondo il gusto romantico.
Dall’unione della marchesa Teresa MASSEL con Luigi CACHERANO di BRICHERASIO , sposi nel 1866, nascono Sofia ed Emanuele, due personalità di spicco nella società piemontese, le cui attività hanno influenzato la storia italiana del ‘900.
Il conte Emanuele CACHERANO di BRICHERASIO , brillante tenente, è cofondatore dell’ACI e della FIAT.
La Contessa Sofia, pittrice e allieva di Lorenzo DELLEANI , fece di PALAZZO BRICHERASIO a Torino la propria dimora torinese e del CASTELLO DI MIRADOLO la propria dimora estiva. Questi luoghi divennero veri e propri cenacoli artistico/culturali, che accoglievano artisti, intellettuali e personaggi di rilievo nella storia Piemontese, tra cui lo stesso DELLEANI, lo scultore Leonardo BISTOLFI , il compositore e pianista Alfredo CASELLA, il capitano di cavalleria Federico CAPRILLI, il pittore Vittorio AVONDO.
Alla sua morte, avvenuta nel 1950, la contessa Sofia, ultima erede della famiglia, lasciò il CASTELLO DI MIRADOLO e altre proprietà ad una congregazione religiosa.
Nel 2007 l’intero complesso del Castello di Miradolo, in grave stato di abbandono a partire dagli anni Novanta, viene acquistato da un gruppo di privati. La nuova proprietà, col desiderio di riportare alla luce le origini del sito e di restituire al territorio la sua storia, avvia un imponente progetto di restauro e affida alla FONDAZIONE COSSO l’organizzazione di attività che possano renderlo, come ai tempi della Contessa, punto di riferimento culturale, laboratorio di idee e luogo di incontro, cercando di creare un ponte tra il fermento intellettuale dell’epoca di Sofia di Bricherasio e la realtà culturale odierna.
Sia il Castello che il Parco sono sottoposti a vincolo di tutela del patrimonio di interesse storico-artistico fin dal 1931.
CASTELLO di PRALORMO (Torino) : MESSER TULIPANO alla prox XX edizione 2019 !
TULIPANI by Barbara CARICCHI
Il CASTELLO di PRALORMO risale al XIII secolo, quando era una FORTEZZA a pianta quadrata per la difesa del territorio, circondata da fossato e con accesso da ponte levatoio.
La storia del castello si intreccia naturalmente con quella delle famiglie che lo possedettero nel corso dei secoli.
Dai signori di ANTERISIO - antica famiglia scomparsa nei secoli bui che riferiva al Vescovo di Asti - ai BIANDRATE - importanti feudatari imperiali - fino ai ROERO di Pralormo che ampliarono il Castello, arricchendolo di due torri rotonde e un torrione.
Nel 1399 tre fratelli ROERO divisero FEUDO e CASTELLO in tre parti eguali che ebbero sorti diverse …
Nel 1680 Giacomo BERAUDO, capostipite della famiglia attuale proprietaria, arrivò a Torino da Barcelonnette al seguito del Cardinal Maurizio di SAVOIA.
I BERAUDO vennero investiti del titolo comitale di Conti di Pralormo dalla Reggente Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours.
STEMMA DI FAMIGLIA di rosso a tre colombe d’argento, col capo cucito d’azzurro ad una stella d’oro.
Lo stemma traduce graficamente il motto della famiglia Puritas et Veritas - Purezza (le colombe) e Verità (la stella).
Carlo I° BERAUDO di Pralormo (1784-1855) fu Ambasciatore a VIENNA sotto Re Carlo Felice, poi, all’epoca di Carlo Alberto, Ministro delle Finanze e Ministro degli Interni del Regno di Sardegna. Re Vittorio Emanuele II° lo nominò Ministro plenipotenziario per la pace con l’Austria nel 1849, lo insignì del collare dell’Annunziata ed infine lo inviò Ambasciatore a PARIGI.
Il conte Carlo divenne unico proprietario del Castello e nel periodo 1830-40 fece trasformare gli interni in una prestigiosa dimora di rappresentanza da Ernesto MELANO, architetto di corte artefice della trasformazione del CASTELLO REALE di RACCONIGI.
Vennero realizzati tra l’altro un grandioso scalone e la copertura del cortile centrale, così trasformato in salone d’onore, alto tre piani, sormontato da una volta e da un lucernario, con arcate e finestre neoclassiche sulle facciate interne.
Il conte Carlo chiamò anche il famoso architetto paesaggista tedesco Xaver KURTEN che creò il magnifico parco all’inglese.
Sul finire del secolo il nipote del ministro, anch’egli di nome Carlo, nonno dell’attuale proprietario, fece edificare l’Orangerie, la grandiosa Cascina (1875) e la bellissima serra in vetro e ferro dei Fratelli Lefebvre di Parigi.
In epoche più recenti Emanuele BERAUDO di Pralormo (1887-1960) padre dell’attuale proprietario, fu Generale di Corpo d’Armata, Medaglia d’Oro al Valor Militare e, in campo sportivo, eccellente cavaliere, tanto da ottenere la medaglia di bronzo a squadre alle Olimpiadi di Parigi del 1924, nel Concorso Completo di Equitazione. Sua moglie e madre dell’attuale proprietario, Maria INCISA della Rocchetta (1901-1996), figlia del marchese Enrico Incisa della Rocchetta e di Eleonora dei Principi Chigi, ebbe un ruolo fondamentale nella conservazione del Castello in tutta la seconda metà del 1900.
Il CASTELLO è permanentemente abitato dai proprietari – il conte Filippo BERAUDO di Pralormo, con la moglie Consolata ed i figli - che svolgono, sotto il controllo della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio, un costante ed attento lavoro di manutenzione e restauro reso possibile anche grazie alla promozione di numerose iniziative, tra cui il nuovo evento “L’ARTE DELLA BELLA TAVOLA” appena concluso.
CASTELLO DI PASSERANO (Asti)
"PASSERANO : il guardiano del castello" by Barbara CARICCHI - ARTIVA
LA MASCHERA DI FERRO avvolta nel MISTERO
Non si conosce l’identità dell’uomo dalla Maschera di Ferro. Si presume però che sia stato un personaggio talmente importante che il Sovrano francese Luigi XIV “Re Sole” non ebbe la forza di farlo decapitare.
Ma dev’essere stata talmente grande la sua colpa che decise di fargli coprire la faccia da un drappo di velluto nero e sopra, come scrive Voltaire, avvitargli una maschera fatta con strisce d’acciaio. Così conciato, lo fece errare da una prigione all’altra del reame.
Nella prigione della Cittadella di PINEROLO (allora sotto il dominio francese) giunse scortato da D’Artagnan e dai suoi moschettieri il 24 agosto 1669. Da qui, nel mese di ottobre del 1681 fu poi trasferito alla Fortezza di EXILLES, ove rimase sino al 17 aprile del 1687, fu quindi portato per alcuni giorni a BRIANçON Ancien Chateau per poi essere trasferito in un altro maniero Fort Royal che si trova a strapiombo sulla costa meridionale dell’isola di Santa Margherita presso CANNES dove rimase sino al 28 agosto 1698. Infine, fu riportato a PARIGI nelle celle della Bastiglia dove rimase fino alla morte che avvenne il 19 novembre del 1703.
Ebbe sempre al suo fianco un “angelo custode” chiamato St. Mars che lo tenne d’occhio tutta la vita e che certamente seppe chi fu veramente questo prigioniero misterioso. Ma non si confidò con nessuno. Mai! Per tutti rimase ed è ancora “l’uomo dalla Maschera di Ferro”.
Alcuni anni dopo la sua morte si scatenò una vera caccia all’identità di quest’uomo. Incominciarono gli scrittori: “Sarà il gemello del re” disse Alessandro DUMAS. “Un mistero vivente, ombra, enigma” lo definì Victor HUGO. Per VOLTAIRE invece fu “Un prigioniero sconosciuto, dalla taglia al di sopra dell’ordinario, giovane e dalla figura la più bella e la più nobile. Portava una maschera con delle strisce d’acciaio. I carcerieri avevano l’ordine di ucciderlo se l'avesse tolta.”
CASTELLI IN VALLE : la DIFESA !!
Dal FORTE di FENESTRELLE al FORTE di BARD
La FORTEZZA DI FENESTRELLE , più comunemente nota come Forte di Fenestrelle, è un complesso fortificato eretto dal secolo XVIII al secolo XIX in VAL CHISONE.
Per le sue dimensioni e lo sviluppo lungo tutto il fianco sinistro della valle, la fortezza è anche detta la grande muraglia piemontese. Dal 1999 è diventata il simbolo della PROVINCIA DI TORINO e nel 2007 il WORLD MONUMENTS FUND l'ha inserita nella lista dei 100 siti storico-archeologici di rilevanza mondiale più a rischio (insieme ad altri 4 siti italiani).
Progettata inizialmente dall' ingegnere Ignazio BERTOLA nel XVIII secolo con funzione di protezione del confine franco-piemontese, la fortezza venne completata solamente nel secolo successivo e non fu mai coinvolta in assedi o assalti in forze degni di nota o rilievo; fu invece protagonista di alcune schermaglie minori e di un breve scontro nel corso della seconda guerra mondiale. Dopo un lungo periodo di abbandono, durato praticamente dal 1946 al 1990, è iniziato un progetto di recupero, tuttora in corso, che l'ha riaperta al turismo.
Il FORTE DI BARD è un complesso fortificato fatto riedificare nel XIX secolo da CASA SAVOIA sulla rocca che sovrasta il borgo di BARD , in VALLE d’AOSTA.
Dopo un lungo periodo di abbandono, il forte è stato totalmente restaurato con interventi ispirati al recupero conservativo: è stato aperto ai visitatori nel gennaio 2006. Attualmente ospita ESPOSIZIONI di ARTE ANTICA, MODERNA, CONTEMPORANEA e di FOTOGRAFIA. Il forte è inoltre sede di tre percorsi permanenti: Il museo delle Alpi, Alpi dei ragazzi e Le prigioni, oltre a un quarto in corso di completamento (Il museo del Forte).
Nel cortile interno principale si svolgono nel periodo estivo rappresentazioni musicali e teatrali. Oltre alle attività didattiche il Forte ospita dei programmi originali come ad esempio I colloqui del Forte di Bard, Napoleonica, Meteolab, oltre a eventi sportivi come il MonterosaWalserUltraTrail e Forteight. Il Forte è attrezzato con caffetteria, ristorante, sale per eventi, sale congressi multimediali, bookshop, infolounge, wifi in molte aree; ospita anche un albergo.
Nel marzo 2014 presso il FORTE DI BARD sono state girate delle scene del film “Avengers : Age of Ultron” – film 2015 scritto e diretto da Joss WHEDON.
Basato sul team di supereroi MARVEL COMICS dei VENDICATORI, è prodotto dai MARVEL STUDIOS e distribuito dalla WALT DISNEY STUDIOS MOTION PICTURES. È il sequel di “The Avengers” del 2012.
CALENDARIO CASTELLI – allegato LA STAMPA 1993
L’ITALIA a tappe di CASTELLI !
Dal CASTELLO SFORZESCO a MILANO al CASTELLO ARAGONESE a ISCHIA , fino a CASTEL DELL’OVO a NAPOLI
IL FANTASMA DEL CASTELLO di ZAVATTARELLO (Pavia)
Teatro di importanti fatti storici, il CASTELLO DAL VERME è stato anche testimone di numerosi strani eventi che restano tutt'ora senza una plausibile spiegazione, attribuiti allo spirito di Pietro DAL VERME , signore del castello nel XV secolo.
Pietro era promesso sposo a Chiara SFORZA, la figlia del potente signore di MILANO Galeazzo Maria: si trattava di pure nozze di convenienza che miravano ad unire due ricche e potenti famiglie del Nord Italia.
Pietro però si era innamorato di Cecilia DEL MAINO, figlia del consigliere ducale Andreotto. Con quest'ultimo, Pietro iniziò a trattare per poter sposare la sua amata, ma agli Sforza la cosa non piacque. Galeazzo Maria lo fece arrestare per disobbedienza, nel tentativo di convincerlo alle nozze con sua figlia Chiara.
DAL VERME fu infine liberato grazie alla mediazione di Federico da Montefeltro e ottenne, infine, anche il consenso alle nozze con Cecilia.
La coppia trascorse insieme alcuni felici anni, fino alla morte prematura di lei nel 1479.
Poiché Chiara Sforza era ancora nubile, in breve tempo venne celebrato il matrimonio tra lei e Pietro.
Però gli storici dell'epoca sostengono che la sposina non avesse accettato il fatto che Pietro le avesse preferito un'altra donna: il matrimonio era stato sì di convenienza, ma la Sforza non era contenta di essere la seconda scelta. Così, istigata forse dallo zio Lodovico il Moro, che avrebbe ottenuto discreti vantaggi dalla morte di DAL VERME, Chiara uccise suo marito.
Si vocifera che il 17 ottobre 1485 la donna abbia aggiunto un potente veleno alla colazione di Pietro.
Qui finisce la storia, e comincia la leggenda...
Numerose sono le testimonianze di avvenimenti inspiegabili accaduti nelle sale del CASTELLO di ZAVATTARELLO : sedie spostate, strani rumori, porte aperte misteriosamente, spartiti scomparsi durante i concerti, voci maschili senza volto.
Su queste testimonianze indagano i ricercatori del paranormale. Nel 2013 i ragazzi di hesperya hanno compiuto alcuni sopralluoghi nel castello, durante i quali hanno potuto registrare anomalie sospette. Nel 2014 i ricercatori di Idp Melegnano hanno iniziato approfondite rilevazioni ambientali. I loro risultati sono solo l'inizio.
“IL CASTELLO DI OTRANTO” (The Castle of Otranto) – romanzo di Horace WALPOLE del 1764, considerato il primo ROMANZO GOTICO. Ambientata nella città salentina di Otranto, l’opera diede l'avvio al genere letterario che si diffuse tra il tardo Settecento e l'inizio dell' Ottocento.
CASTEL SANT’ANGELO a ROMA : da “Angeli e Demoni” a “Il Codice Da Vinci” … IL CAMMINO DEGLI ILLUMINATI … dai romanzi di Dan BROWN …
CASTEL DEL MONTE e FEDERICO II di SVEVIA in PUGLIA :
MISTERI & ENIGMI
Una corona le cui punte toccano il cielo, un ottagono in pietra la cui altezza lo eleva a 540 metri sul mare, una bellezza architettonica la cui rilevanza storica le permette di essere impressa sulle monete da un centesimo della moneta unica europea.
Annoverato dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità, CASTEL DEL MONTE afferma la propria imponenza nelle dimensioni importanti, nella solitudine con cui vince sul territorio circostante, nell'armonia delle geometrie e nella storia che lo crea.
Strettamente legato alla figura di FEDERICO II, colui che volle fortemente l'edificazione di tale struttura, il CASTELLO ne rispecchia la personalità, e, sebbene si sappia che l'imperatore non trascorse troppo tempo all'interno delle sue mura, fa da eco a quella lingua volgare che stava nascendo nella scuola siciliana e che riempiva di dolcezza e di suoni piacevoli la corte federiciana.
Le scale a chiocciola di marmi policromi, gli arredi preziosi, il portale imponente di breccia corallina, le bifore gotiche. Ogni caratteristica concorre ad avvolgere CASTEL DEL MONTE in una bellezza incontaminata ed in un velo di mistero dettato da quelle stelle che avrebbero guidato la geometria dell'edificio. Oltre all'indiscutibile peso artistico, il castello è anche parecchio rilevante per l'orientamento pratico: grazie alla sua altezza e alla posizione dominante, è una bussola tanto da terra, quanto dall'acqua, poiché è ben visibile dalle campagne, dal mare, dalle città o dalle spiagge che si sviluppano nel raggio d'azione circostante.
I numeri ricorrenti, la perfezione dei calcoli, le geometrie esattamente identiche, i corridoi mancanti, così come la particolarità della posizione o i dubbi sulle sue funzioni sono tutte caratteristiche che concorrono ad accrescere l'alone di mistero che si espande attorno al castello, l'enigma di una pietra che ha vissuto e che ancora oggi vive grazie all'arte e alla storia che via via son penetrate nelle sue fessure.
Nessun fossato, né ponte levatoio o feritoie alle finestre: lo scopo del CASTEL DEL MONTE non fu difensivo, bensì probabilmente di controllo o di ristoro.
Una ipotesi più recente, da attribuire a Fallacara e Occhinegro in "Castel del Monte, nuova ipotesi comparata sull'identità del monumento", rivestirebbe l'edificio di una funzione sicuramente più felice ed inaspettata: un luogo in cui potersi ricreare nel corpo, seguendo il modello dell' hammam arabo.
TERZIERE CASTELLO a CITTA’ DELLA PIEVE : in attesa del PRESEPE MONUMENTALE 2018-2019
CITTA’ DI CASTELLO in Umbria
CASTELLI DI SABBIA
CASTELLO IN ARIA … un progetto, un sogno, un'aspirazione certamente destinata a non realizzarsi nel breve periodo e pertanto non meritevole di attenzione immediata.
Il CASTELLO nelle FIABE : “BIANCANEVE” , la STREGA e la MELA …
I CASTELLI del FAI in onda !!
CASTELLO e PARCO di MASINO : la “Due giorni per l'autunno" nel mese di ottobre !
“Visita da brivido” al CASTELLO DI AVIO, tra i più noti ed antichi monumenti fortificati del Trentino. È situato nella frazione di Sabbionara d’Avio e grazie al suo imponente mastio domina la Vallagarina.
I Fantasmi del CASTELLO DELLA MANTA , splendidamente adagiato sulle colline saluzzesi. La leggenda narra che vi siano TRE FANTASMI che infestano le stanze di questo castello...
Uno degli spiriti inquieti è quello di una NOBILDONNA uccisa dal marito che scoprì la sua infedeltà. L’uomo ideò un ingegnoso stratagemma: per giorni non fece abbeverare i cavalli che conducevano la carrozza della moglie. Al primo viaggio le povere bestie, sentendo l'odore dell'acqua, si gettarono verso il fiume e la donna annegò. Da allora il suo spirito vaga senza riposo nelle stanze del terzo piano, dove si sente ancora aleggiare il suo profumo di Gelsomino …
Il secondo spirito che si aggira per queste mura è quello di un GIOVANE venuto da lontano, profondo conoscitore di erbe medicinale e di riti magici. Si narra che la figlia del castellano se ne innamorasse, incantata dal bell'aspetto e dai modi gentili. Il padre della ragazza, infuriato per questo amore, costrinse la figlia a ritirarsi in un lontano convento … Il giovane col cuore infranto salì allora sul torrione del castello e si gettò nel vuoto. Ancora oggi, nelle notti di luna piena, lo spirito non riesce a darsi pace e lo si può vedere, straziato dal dolore, alla ricerca del suo amore perduto.
Il terzo mistero invece ha come protagonista una bellissima CONTADINA, addetta a mantenere colme le botti di vino bianco. Un giorno, durante una battuta di caccia, il suo innamorato, abile e coraggioso scudiero, morì tragicamente e lei, profondamente addolorata, si rinchiuse nella "crota d'l vin bianc". Molti contadini raccontano di averla incontrata e di aver udito il suo pianto nelle notti di fine inverno, mentre si culla nel ricordo del suo amore perduto.
CASTELLO DI MIASINO (Novara) – I LUOGHI DEL CUORE FAI
Immerso tra i luoghi incontaminati delle alture piemontesi un sito di straordinaria bellezza, a 568 m sul livello del mare, ospita una delle più suggestive costruzioni dell'800, un CASTELLO fatto erigere in località MIASINO (NO) dalla famiglia SOLAROLI tra il 1867 e il 1889, da cui è possibile lanciare uno sguardo sulle preziose ricchezze naturali situate tra le Alpi e la campagna novarese: il LAGO d’ORTA, con la particolarissima ISOLA di SAN GIULIO e il monte Mesma.
Nel CASTELLO, con favolosa vista sul lago, ampie sale caratterizzate da soffitti a cassettoni e splendidi pavimenti in legno pregiato. Il parco di oltre 60.000 mq. si distingue per il prato all’ inglese, gli alberi secolari e stupendi rododendri ed azalee.
LAGO d’ORTA e DRAGHI
La storia narra di DRAGHI in tre laghi del nord Italia: il lago d’Orta, il lago Gerundo, un lago riassorbito dalla terra che ora non esiste più, e il lago di Santa Croce.
TRE LAGHI accumunati dal mistero, dalla storia e dalle leggende dei DRAGHI MEDIEVALI …
La storia narra di una linea di CHIESE con al loro interno OSSA di enormi draghi, da Orta fino in Val Apisina, in provincia di Belluno.
Le ossa ritrovate appartengono ad enormi figure alate con occhi lucenti e aliti di fuoco … Per alcuni simbolo del male, per altri custode di tesori e protettore di principesse e bambini, il DRAGO si ritrova nelle antiche mitologie di ogni parte del mondo e nelle fiabe, nei libri e nei films.
Da tempi lontani nel LAGO d’ORTA, il “Lockness italiano”, molti pescatori hanno visto emergere in superficie le code dei draghi tra le fredde nebbie inverali.
Una leggenda narra che SAN GIULIO, predicatore e guerriero vissuto nel quarto secolo dopo Cristo, volendo a tutti i costi costruire la sua centesima chiesa, si spinse fìn sulle rive del lago e qui, affascinato dal luogo, rimase a contemplare l’isola, la quale – si dice – fosse allora infestata da DRAGHI e SERPENTI .
Il santo, non trovando una barca, stese il proprio mantello sull’acqua e camminandovi sopra raggiunse l’isola.
Scacciati draghi e serpenti con la sola forza della parola, cominciò a costruire la sua centesima chiesa, nella quale fu poi sepolto. All’interno della basilica si trovano sculture sacre rappresentanti draghi ed in sacrestia c’è un antico drago in ferro battuto sopra il quale è appeso un osso, un’enorme vera vertebra delle dimensioni di un metro.
Nel raggio dell’ormai scomparso LAGO GERUNDO tra Milano, Bergamo e Cremona si trovano 4 chiese all’interno delle quali sono esposte gigantesche COSTOLE DI DRAGHI ritrovate negli antichi fondali.
Nello stemma di MILANO è raffigurato un drago. Si narra che un antenato dei VISCONTI abbia ucciso un drago e che sia stato successivamente riprodotto nello stemma della città per ricordare l’impresa del giovane.
Anche nel museo della chiesa di San Marco, sempre a Milano, c’è un affresco con raffigurato un uomo accanto ad un drago e sullo sfondo un lago … l’ormai scomparso LAGO GERUNDO .
Il DRAGO simbolicamente rappresentava il male, ma la Chiesa lo raffigurava per mostrare come SAN GIORGIO, SAN GIULIO e SAN MICHELE ARCANGELO siano stati in grado di sconfiggere il male e far trionfare il bene.
Anche sullo stemma della VAL APISINA ci sono due draghi ed è la valle che ospita il LAGO di SANTA CROCE, terzo dei tre laghi leggendari.
Gli abitanti della zona sentono spesso dei forti boati e si narra che siano i draghi che si aggirano tra le rocce.
Gli esperti pensano che i boati non siano altro che il prodotto di piccoli terremoti che si verificano a poca profondità tra le rocce del lago.
Questo lago è stato creato 10.000 anni fa dall’ultima glaciazione e proprio come il lago di Lockness le montagne che lo circondano a sud assumono l’aspetto della schiena del drago, creando un’ambientazione suggestiva e misteriosa.
“Linea magica” di SAN MICHELE : sembra che una linea energetica unisca TRE SANTUARI dedicati proprio all’ARCANGELO: MONT-SAINT-MICHEL in Francia nella regione della Normandia, la SACRA di SAN MICHELE - monumento simbolo del Piemonte in Val di Susa - e MONTE SANT’ANGELO in Puglia.
“IL CASTELLO” : canta Roberto VECCHIONI
E se passate fate piano,
che FATA dorme dal mattino
che l'uomo per la guerra le partì
e dietro la collina si sbiadì
e nel CASTELLO sopra il fiordo,
la luce sfiora per ricordo
le coppe che restarono così …
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