Erano detti SEFARDITI (dall'ebraico ספרד - Sefarad, "Spagna") gli EBREI abitanti la penisola iberica.
La comunità ebraica spagnola fu molto prospera e - dopo la dura parentesi visigotica - poté operare fruttuosamente per molti secoli grazie alle condizioni di vita favorevoli garantite dai musulmani che conquistarono il paese iberico ai primi dell'VIII secolo.
Fu tale l'intesa fra EBREI e MUSSULMANI in al-Andalus che i CRISTIANI videro complicità in tale comportamento e spesso accusarono gli ebrei di aver favorito la conquista islamica per odio nei confronti dei loro persecutori visigoti.
Dopo la Reconquista iberica, conclusasi nel 1492, i Cattolicissimi Reali ISABELLA di Castiglia e FERDINANDO II d'Aragona espulsero gli EBREI dal neonato stato spagnolo e dai territori ad esso soggetti, fra cui la Sicilia. Questi trovarono rifugio in Italia, nei Balcani e in tutto il bacino del Mediterraneo, accolti dalle comunità ebraiche ivi già residenti (in particolare in Algeria, in Marocco e nell'Impero ottomano) grazie alla politica tollerante attuata dai governanti musulmani.
Nel 1492 molti SEFARDITI furono accolti a FERRARA dal duca ERCOLE I d’ESTE. Una epigrafe posta in via Vittoria, all'interno dell'antico GHETTO, ricorda l’evento.
L' Editto di Granada che sancì l'espulsione degli ebrei nel 1492 rimase in vigore sino alla seconda metà del XIX secolo. Venne annullato nel 1858 durante il regno di ISABELLA II di Spagna.
Alcuni hanno fatto notare che i RABBINI lanciarono un grave cherem alla Spagna, un anatema secondo cui dopo quattro secoli una terribile minaccia fratricida avrebbe colpito il paese. La guerra civile spagnola con la dittatura franchista avrebbe rappresentato la realizzazione di tale maledizione dopo circa 450 anni ...
La grande immigrazione degli ebrei sefarditi nel neonato stato di ISRAELE avvenne principalmente dal 1948, in seguito alla guerra d'indipendenza israeliana.
L'ingresso dei SEFARDITI (Semiti) in Israele, allora prevalentemente meta
d'immigrazione di ebrei ASHKENAZITI (Iafetici) , provocò lo sviluppo del bipolarismo israeliano.
Gli ASCHENAZITI (o ASHKENAZITI), detti anche
ashkenazim - Yehudei Ashkenaz, "gli ebrei di Ashkenaz" - sono i discendenti, di lingua e cultura yiddish, delle comunità ebraiche stanziatesi nel medioevo nella valle del Reno.
Ashkenaz era infatti il nome, in ebraico medievale, della regione franco-tedesca del Reno; e aschenazita significa appunto "germanico".
Nel IX secolo l'immigrazione in Germania di numerosi ebrei ashkenaziti dall'Italia Meridionale dà origine a una parte consistente delle numerosissime comunità ashkenazite renane.
Il termine "ashkenazita", riconducibile all' antico popolo cazaro, si riferisce generalmente a tutti gli EBREI CAUCASICI o EBREI ORIENTALI.
Sin dall'XI secolo la letteratura rabbinica identificò gli ASHKENAZITI come l'insieme di popoli professanti religione giudaica e parlanti la lingua Yiddish, affine al tedesco, che vivevano in Europa centrorientale.
La lingua tradizionale più tipica dei SEFARDITI è il giudeo-spagnolo, chiamato anche Judezmo o ladino. Si tratta di una lingua romanza derivata principalmente dall'antico castigliano (spagnolo), con molti prestiti dal turco, e in misura minore dal greco, arabo, ebraico e francese.
Antico GHETTO di FERRARA
Balconcini in pietra (rif. Siviglia)
Interni con affreschi
Pavimenti in cotto di Ferrara
Studi recenti attestano che gli ebrei ASHKENAZITI & SEFARDITI hanno origini comuni.
Più precisamente, le due anime della DIASPORA risalgono a un unico grande ceppo che ha origine nell’Italia dell’impero romano.
Grazie ad una mappatura genetica si è scoperto che le due popolazioni di origine ebraica, quella nel nord-est dell’Europa caratterizzata dalla cultura Yiddish (ASHKENAZITI ) e quella della penisola iberica poi dispersa con l’Inquisizione in tutto il Mediterraneo (SEFARDITI), hanno una comune ascendenza nella penisola italica.
E’ nella Roma di Tito Flavio Vespasiano, verso il 70 dopo Cristo, che si ritrovano i due gruppi di ebrei in Italia.
Poi c’è stata la divisione.
Gli ASHKENAZITI si stabilirono nell’Europa centro-orientale fino a che la persecuzione nazista non li spinse a rifugiarsi negli Stati Uniti o a tornare in Israele.
I SEFARDITI, cacciati dalla Spagna prima e dal Portogallo poi, tornarono in Medio Oriente (all’epoca sotto l’impero Ottomano), in Nordafrica e in Olanda.
Questa separazione delle diaspore ha consolidato l’idea che le due comunità, dopo secoli di mescolanza con le popolazioni dei paesi di adozione, abbiano molto poco in comune.
Invece due studi - uno di Gil Atzmon e di Harry Oster pubblicato sull’American Journal of Human Genetics e l'altro di Doron Behar e Richard Villems pubblicato su Nature - dimostrano il contrario.
Una mappatura del genoma della popolazione ebraica ha consentito di stabilire l’elevato grado di “parentela” tra ashkenaziti e sefarditi.
Nonostante i secoli di separazione, i due ceppi hanno in comune circa il 30% di antenati europei e quasi i due terzi di progenitori mediorientali.
(www.blitzquotidiano.it)
Rif. articolo MEMORIA nella sez. Storie
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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