CARNEVALE nelle valli alpine : una grande festa popolare, un momento di gioia dopo il gelido inverno. Le tradizioni carnevalesche discendono da arcaici riti propiziatori legati al succedersi delle stagioni.

Si celebra la rinascita della natura con l’esplosione di colori e di addobbi nei costumi dopo le lunghe e buie notti invernali. Si tratta di una festa dove sacro e profano si uniscono tra tradizione e leggenda .

Tutti i personaggi sono emblematici e carichi di significato come ad esempio l’ORSO che rappresenta la fecondità e l’uscita dal letargo oltre che l’istinto animale che il domatore, ovvero la ragione, inutilmente cerca di domare.

Anche i costumi sono un’allegoria.

I FIORI cuciti sugli abiti rappresentano la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera; i NASTRI simboleggiano i raggi del sole, gli SPECCHIETTI sono l’anello di comunicazione tra il mondo terreno e quello celeste ... scacciano gli spiriti maligni.

Il colore ROSSO predominante, che simboleggia la forza e il vigore, ha il potere di esorcizzare i malefici e le disgrazie.

Il NERO rappresenta l’inverno, mentre il BIANCO la primavera. Tutti gli altri colori (verde, azzurro, arancione…) riprendono i colori dei fiori e della natura.

Il fracasso di CAMPANELLI e SONAGLI serve a scacciare gli spiriti malvagi. La CODA DI CAVALLO rappresenta il vento che scaccia l’inverno e consente l’arrivo della primavera, ma ha anche la funzione di scacciare gli spiriti maligni.



COUMBA FREIDA nelle gelide vallate del GRAN SAN BERNARDO

e VALPELLINE : protagoniste le LANDZETTE nel carnevale più originale della

VALLE D’AOSTA.



La prima notizia documentata del CARNEVALE riguarda BOSSES e risale al 1467. Secondo tradizione l’evento venne istituito in occasione del matrimonio di due anziani sempliciotti. Gli abitanti del villaggio, provando imbarazzo a partecipare in abiti della domenica, decisero di mascherarsi e di indossare abiti inusuali per festeggiare la coppia e divertirsi ugualmente.

I costumi attuali sarebbero la trasposizione allegorica delle uniformi dei soldati francesi ,rievocando il passaggio di NAPOLEONE e delle sue truppe attraverso il COLLE del GRAN SAN BERNARDO nel maggio del 1800, con l’obiettivo di raggiungere Aosta e proseguire per la Pianura Padana nella famosa Campagna d’Italia. NAPOLEONE venne fermato per ben 15 giorni dalle truppe austro-piemontesi stanziate al Castello di BARD … la storia continua !

Proprio per esorcizzare questo evento, durante il quale i soldati francesi effettuarono spietati saccheggi, gli abitanti delle vallate indossano stravaganti costumi e cappelli adorni di perline, paillettes e specchietti che riflettono la luce e allontanano le forze maligne ...

 

 

VOLTI 578         VOLTI 581

 

 

VOLTI 580         VOLTI 582       

 

 

Le LANDZETTE - misteriose ed inquietanti figure tipiche di questi CARNEVALI – hanno il volto coperto da VESADJIE : MASCHERE intagliate in LEGNO o CORTECCIA di antica tradizione e MASCHERE più contemporanee in CARTA PESTA, PLASTICA o LATTICE

 

 

MASC 553         MASC 570

 

 

MASC 571         MASC 649

 

 

MASC 569

 

 

MASC 544

 

 

SONAGLI 630

 



Le LANDZETTE indossano in vita una cintura munita nella parte anteriore di uno o più GORGOGLION : il sonaglio del MULO e in mano tengono un CRINE DI CAVALLO, strumenti simbolici per scacciare gli spiriti avversi.

Attraggono l’attenzione i vistosi COPRICAPI a motivi FLOREALI coloratissimi che comunque richiamano la feluca napoleonica, arricchiti da nastri, coccarde e specchietti ….

Gli ABITI riccamente ricamati a motivi primaverili di FIORI e FARFALLE con fili colorati, paillettes, perline e decorazioni varie …

DUE SPECCHIETTI rotondi sulle spalle all’altezza delle scapole … UNO SPECCHIETTO rettangolare centrale al punto di vita …



Quasi tutti i comuni della vallata, con varianti più o meno importanti, hanno consuetudini simili. Gli ultimi giorni di CARNEVALE si svolgono delle sfilate ufficiali – MASCARADA - ma già nelle settimane precedenti, piccoli gruppi mascherati – PATOILLE -  fanno visita alle famiglie delle diverse frazioni dove vengono accolti festosamente per bere, mangiare, cantare e scherzare.

 


La MASCARADA è itinerante e si sposta di villaggio in villaggio, di casa in casa, tradizionalmente accolta con la patchocada, a base di uova sbattute con zucchero, vin e caffè. Un tempo le famiglie donavano cibo alle maschere, soprattutto UOVA - simbolo di vita e rinnovamento. Oggi allestiscono grandi tavolate con tutto e di più : FORMAGGI, SALUMI, LARDO, PANE NERO, PIZZE, TARTINE con le ACCIUGHE …

Si suona e si danza !!

 

 

                               TAVOLATA 647

 

 

 

MUSICA 7422

 

 

BALLO 609

 

 

BALLO 611

 

 

BALLO 613

 

 

BALLO 615

 

 


Arriva la MASCARADA !!

 

 

 

               NAPOLEONE 7254



A SAINT-RHèMY-en-BOSSES nella VALLE del

GRAN SAN BERNARDO il corteo è aperto da NAPOLEONE a cavallo , personaggio apparso solo negli ultimi anni.

Le guide (la guida) col volto barbuto, coperto da occhiali ed un grande cappello cilindrico (simboli di autorità) annuncia l’arrivo del gruppo sventolando il vessillo e dirige la sfilata con la sua cornetta.

Seguono i suonatori con fisarmonica, sassofono ed un particolare strumento a percussione; dietro di loro il DIAVOLO cornuto brandisce un forcone stuzzicando le persone e fa tintinnare i tanti campanelli cuciti sul suo costume, completato da un corto mantello rosso bordato di bianco.

 

 

MUSICA 7477

 

 

DIAVOLO 7244

 



L’Arlequeun (arlecchino) indossa un costume multicolore e un cappello cilindrico con tanti nastri; accanto a lui la Demoisella, sua compagna, distribuisce caramelle.


Vengono poi le LANDZETTE con i propri colori : i NERI (che simboleggiano l’inverno) sono seguiti dai BIANCHI (la bella stagione primaverile) e quindi da tutti gli altri. Indossano il costume napoleonico di velluto con spalline, in testa la feluca con la punta in avanti, sul viso una maschera. Sventolano la CAVA, ovvero una frusta di crine di cavallo ed alla cintura tintinna un GORGOGLION - sonaglio di mulo.

Una volta il costume era realizzato con una stoffa di cotone molto pesante detta MATIE , oggi sostituita dal velluto. L’abito, riccamente ricamato e cucito a mano, si compone di pantaloni, gilet, camicia, giacca a coda di rondine, cintura e cappello.
 
Seguono il Toque (il pazzo) e la Toquée (la pazza), due vecchi grossolani e volgari intenti a bisticciare. Lei armata di scopa, la usa per punire il marito che col suo bastone solleva la gonna alle ragazze … VIVA LA TOCCA !!

 

 

COPPIA 585

 

 

COPPIA 586

 



Concludono l’Ours e lo Dompteur ovvero l’ORSO - che simboleggia la natura e la fecondità – e il DOMATORE. L’orso è molto dispettoso : insegue le persone e si tuffa con loro nella neve o sui prati mentre il domatore cerca invano di domarlo.

 

ORSI 620

 



Di più recente apparizione e solamente a Saint Rhémy en Bosses chiudono la MASCARADE il medico, l’infermiere e il parroco che rammentano al pubblico le cure sia fisiche che spirituali.

PRANZO GRASSO NAPOLEONICO 

 

PRANZO 673

 

 

PRANZO 677

 




A DOUES in VALPELLINE come nella vicina ALLEIN nella VALLE del GRAN SANBERNARDO le LANDZETTE sono tutte vestite di ROSSO ... in velluto le prime, in panno le seconde. In testa la feluca trasversale (con le punte laterali).

 

 

DOUES 710

 

 

DOUES 731

 

 

DOUES 732

 



Le ARLECCHINE di DOUES indossano una camicia BIANCA con gli specchietti cuciti sul davanti … le spalle sono interamente coperte dai nastri pieghettati multicolori che scendono dal cappello fiorito cilindrico . I pantaloni hanno le gambe bicolori ROSSO – VERDE.



In tutta la VALLE del GRAN SAN BERNARDO , ma soprattutto a Etroubles, Saint Rhémy en Bosses e Saint Oyen, i festeggiamenti iniziano il giovedì e terminano il MARTEDI’ GRASSO con uno spettacolare falò in cui viene bruciato un fantoccio di paglia e stracci, personificazione del CARNEVALE.


A SAINT-RHéMY-en-BOSSES, DOUES, GIGNOD e ROISAN prossimo appuntamento per MARTEDI’ GRASSO – domani 5 marzo 2019

Fine della COUMBA FREIDA 2019 il 9 e 10 marzo ad ALLEIN .

La MEISON di CARNAVAL de la Coumba Freida (Musée du carnaval de la Combe froide, in francese / Mèizoùn di carnaval de la Coumba frèida, in patois valdostano) è un museo etnografico dedicato interamente al carnevale della COUMBA FREIDA ospitato nella casa medievale di Ayez, villaggio di ALLEIN, in VALLE D’AOSTA.




Reportage fotografico by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI

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