CHIUSURA LAMPO CERNIERA ZIP
Le CERNIERE LAMPO sono composte da DENTI METALLICI, PLASTICI o in NYLON attaccati a due fettucce; durante la chiusura i denti si inseriscono esattamente uno nell'altro.
All'apertura e alla chiusura provvede il CURSORE che viene mosso utilizzando il TIRETTO. All'interno del cursore si trova un percorso ad Y con un'angolazione tale da permettere, durante lo scorrimento in un senso o nell'altro, l'incastro o l'apertura dei denti.
La CERNIERA LAMPO è delimitata agli estremi da "STOP" che impediscono la fuoriuscita del cursore.
Si tratta di un tipo di CHIUSURA per unire in modo rapido e sicuro due lembi di tessuto o di altro materiale non rigido.
La ZIP che utilizziamo ogni giorno per chiudere borse, giubbotti e pantaloni è un concentrato di storia e tecnologia con pochi eguali tra gli oggetti di uso quotidiano.
«C’è voluto meno tempo a inventare e perfezionare l’aereo
o il computer», spiega Robert Friedel, storico dell’università del Maryland e
autore di un intero saggio dedicato alla CERNIERA LAMPO.
Come ha fatto questo piccolo prodigio della meccanica di precisione a imporsi nel mercato delle "CHIUSURE" soppiantando rapidamente i molto più economici lacci e bottoni? (focus.it)
Il primo MECCANISMO che può essere indicato come l'antenato della CERNIERA LAMPO fu inventato nel 1851 da Elias HOWE, lo stesso che inventò la macchina per cucire.
HOWE brevettò una "chiusura automatica continua per abiti"composta da una serie di ganci applicati a un lembo che si inserivano in opportune sedi poste sul lembo opposto, e fu tutt’altro che un successo: si apriva nei momenti meno opportuni, era difficile da usare, costosa da produrre e si rompeva facilmente.
L’idea fu ripresa dall'ingegnere americano Whitcomb JUDSON che nel 1893 depositò il brevetto di una "chiusura di sicurezza separabile" (clasp locker) come alternativa alle stringhe per scarpe e stivali, costituita da una fila di uncini che si inserivano in altrettanti occhielli posti in una fila opposta, ganci che potevano essere chiusi o aperti sia manualmente che mediante un attrezzo scorrevole.
Per la produzione e la commercializzazione di questo prodotto JUDSON fondò insieme a Lewis WALKER la Universal Fastener Company.
Con quel marchio presentò la chiusura alla Esposizione Mondiale di Chicago del 1893. Purtroppo il clasp locker non ebbe il successo sperato.
Nel 1904 al sistema migliorato venne dato il nome di "C Curity", che in lingua inglese si legge allo stesso modo di security (cioè sicurezza). Questo dispositivo aveva anche il vantaggio di essere costruito non più a mano, ma con una macchina brevettata dallo stesso JUDSON nel 1902.
Nel 1906 Gideon SUNDBACK - un ingegnere elettrotecnico nato in Svezia ma trasferitosi in Canada - fu assunto alla Universal Fastener Company. Raggiunse il ruolo di progettista capo ed ebbe il compito di migliorare "il fermo lungi dall'essere perfetto" di Judson.
Entro fine 1913 riuscì a progettare la CHIUSURA LAMPO MODERNA
inseguendol'idea di fissare la cerniera su due nastri di stoffa per
semplificarne l'installazione.
L’evoluzione definitiva arrivò solo nel 1917, consecutiva all’idea di aumentare i
denti da 1 ogni 6,4 mm a 1 ogni 2,5 mm e di introdurre una
rientranza che ne facilitasse l’aggancio e lo sgancio.
Il brevetto per "IL FERMO SEPARABILE" fu registrato nel 1917 da
Gideon SUNDBACK che progettò e costruì anche la macchina per la
realizzazione delle sue CHIUSURE.
In quello stesso anno un sarto di New York utilizzò il nuovo congegno per realizzare una CINTURA con tasche per i marinai americani : ne vennero venduti 24.000 esemplari.
Si impiegarono dunque LAMPO per chiudere le TABACCHIERE e le taschine poste su CINTURE.
Durante la prima guerra mondiale l'esercito americano utilizzò le CERNIERE di Sundbäck per chiudere le tasche delle UNIFORMI MILITARI.
Il nome popolare "ZIP" apparve nel 1923 quando la BFGoodrich Company iniziò a produrre delle GALOSCE DI GOMMA - ZIPPER BOOT - con la cerniera di Gideon. Il successo fu tale che, nel 1934, la ditta produttrice Fastener arrivò a vendere 60 milioni di pezzi.
La CERNIERA LAMPO venne utilizzata solo su BORSE e SCARPE ancora per due decenni.
L'industria dell'ABBIGLIAMENTO e della MODA si avvicinò alla CERNIERA LAMPO solo nei primi anni '30, quando una campagna di vendite ne promosse l’impiego nei VESTITI per bambini, facendo leva sull'indipendenza nel vestirsi da sé che i giovani avrebbero avuto grazie alle zip. Fu proprio in quel periodo che la stilista italiana Elsa SCHIAPARELLI utilizzò per prima la cerniera lampo senza nasconderla nel tessuto.
Il 1º gennaio 1934 fu fondata da Tadao Yoshida in Giappone la YKK - Yoshida Kogyo Kabushikikaisha - ancora oggi la più grande azienda di CERNIERE LAMPO. Con 36.000 dipendenti che lavorano in 257 impianti produttivi e uffici in 66 nazioni nel mondo, la YKK produce 2 milioni di chilometri di cerniere lampo ogni anno.
Altro protagonista indiscusso è M.O. WINTERHALTER, nato in Svizzera nel 1889, che acquisì il brevetto europeo per una lampo fatta a mano nel 1923 e iniziò quindi la prima produzione industriale in Europa pochi anni più tardi.
WINTERHALTER studiò e perfezionò la forma dei denti CONCAVA e
CONVESSA, "RIPPE und RILLE" in tedesco, acronimo di RIRI, la società
svizzera fondata nel 1936 e che oggi è leader del settore a livello mondiale.
Lo sdoganamento della CERNIERA LAMPO nella MODA MASCHILE si ebbe nel 1937 grazie ad alcuni stilisti francesi che la introdussero nei PANTALONI per uomini.
Nello stesso anno la rivista di moda Esquire descrisse la CERNIERA LAMPO come "innovativa idea sartoriale" e tra i numerosi vantaggi vi trovò quello di "evitare la possibilità di involontari e imbarazzanti errori e disordini" nell'abbigliamento maschile.
Da allora la storia della CHIUSURA LAMPO è stata ricca di innovazioni e anche di radicali cambiamenti. A partire dal secondo dopoguerra, il metallo venne affiancato da materiali sintetici e al sistema a DENTI CONTRAPPOSTI si è affiancato quello a SPIRALI. Una rivoluzione che ha investito soprattutto le macchine che costruiscono le chiusure lampo. Proprio RIRI nel 1950 ha creato le prime cerniere pressofuse in plastica, detenendo il brevetto e la sua esclusività per 18 anni.
- LAMPO SPIRALE : è formata da due spirali di nylon applicate a due nastri tessili, le cui spire presentano una piccola deformazione (di forma complementare, in modo da restare agganciate, una volta compenetrate). Sono le lampo che meglio si adattano a qualsiasi utilizzo, dall'abito da sera alle sacche antibomba delle stive degli aerei, sino ai ponti in Giappone (chiudono i giunti da ispezionare).
- LAMPO METALLO: sono le prime storicamente prodotte; i denti in lega di ottone o alluminio sono ottenuti per tranciatura e quindi ammorsati sui nastri tessili di supporto. Hanno una scorrevolezza inferiore, ma una durata e una resistenza generalmente superiori.
- LAMPO PLASTICA: i denti sono pressofusi sui nastri tessili di supporto. Caratteristiche dell'abbigliamento sportivo ed invernale in particolare. Affidabili come quelle metalliche, presentano dentature più grosse e variamente colorate.
A metà degli anni ‘50 la ZIP venne ulteriormente perfezionata dall’esercito americano
e quindi utilizzata per sigillare le borse destinate al trasporto dei
materiali sensibili all’umidità.
E nel 1958 venne impiegata anche dalla NASA per realizzare le prime tute
pressurizzate per astronauti.
CHIUSURE SPAZIALI. Queste speciali versioni della cerniera venivano costruite avvolgendo con un materiale plastico i singoli denti della zip: in questo modo, una volta incastrati, i denti formavano un doppio sigillo al quale nulla poteva sfuggire.
Le cerniere plastificate si deterioravano però molto in fretta ed erano costose e complesse da realizzare perché il processo produttivo richiedeva continui test e verifiche sui materiali. Per questo motivo la NASA le abbandonò a favore di soluzioni più pratiche.
Nel tempo l’evoluzione della LAMPO non si è mai arrestata.
Nuovi materiali e nuove tecnologie l’hanno reinventata più volte:
CHIUSURE MAGNETICHE che possono essere allacciate con una sola mano,
CHIUSURE NASCOSTE all’interno dei vestiti che consentono di cambiarne la forma,
CHIUSURE MICRO e MEGA per oggetti sia molto piccoli che molto grandi.
Inaspettate applicazioni si stanno delineando nel campo della CHIRURGIA
alla ricerca di una CHIUSURA LAMPO A TENUTA D’ARIA, di materiale
chimicamente inerte, capace di sostituire i punti in quelle incisioni
che è necessario aprire più volte per accedere a una protesi.
MEGA ZIP nell’arte di Alex CHINNECK per IQOS – Spazio Quattrocento -
OPIFICIO 31 nel cuore del TORTONA DISTRICT - MILANO DESIGN WEEK 2019
Sembra aprirsi con una ZIP lo stabile milanese oggetto dell’intervento del designer inglese Alex CHINNECK realizzato per IQOS in occasione del FUORISALONE.
E’ l'architettura stessa dell'edificio, sia esterna che interna, a trasformarsi in opera d'arte.
Alex CHINNECK ha usato l’intero edificio come una tela su cui imbastire l’illusione di una facciata che si apre attraverso una ZIP, lasciando intravvedere l’interno.
Qui, altre CERNIERE inaspettate aprono squarci nel pavimento in cemento e nelle pareti in pietra, da cui fuoriesce una luce che cambia continuamente colore e invade lo spazio...
< In questo progetto materiali e forme architettoniche familiari e rassicuranti sono stati trasformati in modi straordinari e inattesi.
Attraverso l'uso ripetuto della CERNIERA, infatti, abbiamo 'aperto' un edificio dall'estetica apparentemente tradizionale immaginando con ironia cosa si potesse nascondere oltre la facciata, i pavimenti e le pareti. Una luce eterea si propaga da ogni apertura, inondando lo spazio di colore e diffondendo un senso di positività> racconta Alex CHINNECK
L’artista britannico famoso per i suoi interventi surreali sul paesaggio urbano, reclutato dal brand IQOS del colosso del tabacco Philip Morris per il suo prodotto smoke-free, ha “ZIPPATO” un edificio all’interno dell’Opificio 31, in zona Tortona a Milano.
La ZIP è quasi un marchio di fabbrica per Alex CHINNECK che nel corso degli ultimi anni ha apposto lo stesso motivo su vecchie concerie e fabbriche abbandonate in attesa di demolizione .
IQOS World – “Revealed” by Alex CHINNECK - intervento ambientale site specific
< Quello che mi interessa è prima di tutto trascendere le qualità fisiche del materiale. Mi diverte prendere materiali ai quali siamo abituati, dei quali conosciamo tutti la solidità, e far fare loro qualcosa di sorprendente. In un tempo nel quale abbiamo un po’ tutti tendenza a vivere con gli occhi incollati a uno schermo e in cui anche l’arte sta diventando sempre più digitale, poi, mi piace l’idea di creare opere attorno alle quali ci si possa muovere nello spazio e nelle quali si possa entrare fisicamente >
CERNIERA – schema enigmistico della famiglia dei biscarti : segue una formula del tipo ZX / YZ = XY.
Il doppio scarto avviene prima in capo poi in coda.
Fra le parti della cerniera, costituite ciascuna da una parola o da una frase, c'è dunque un rapporto tale che il gruppo di lettere in capo alla prima (Z) è uguale a quello in coda alla seconda: lo scarto di tutte queste lettere e l'unione di quanto rimane forma la terza parola o frase XY.
La CERNIERA nacque nel 1955 per iniziativa del Novellino, come variante del lucchetto, ed ebbe il primo nome di conchiglia. Presenta, rispetto agli altri schemi della stessa famiglia, una proprietà che la rende unica.
È infatti un gioco ciclico, nel senso che lo schema è perfettamente rivoltabile. Da ZX / YZ = XY possono quindi originarsi YZ / XY = ZX e XY / ZX = YZ. Per un esempio pratico si possono assumere rispettivamente le seguenti cerniere: vita / navi = tana, navi / tana = vita, tana / vita = navi.
Esempi
- Cerniere: mare / tema = rete, flauto / golf = l'autogol
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Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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