Il terzo appuntamento televisivo su Canale 5 ha messo in onda
Giorgio ARMANI e VALENTINO.
< BOVA nei miei panni? E’ più telegenico di me ma ha lo stesso mio entusiasmo > il commento di Giorgio ARMANI a proposito di MADE IN ITALY, la serie che racconta la nascita della MODA ITALIANA nella MILANO degli anni ’70, tra scioperi operai e contestazioni giovanili …
droga, sesso & rock
Irene (Greta Ferro) ha appena superato l’esame da giornalista e Rita
(Margherita Buy) le chiede di accompagnarla dal giovane Giorgio
ARMANI (Raoul Bova) che sta preparando la sua prima collezione.
Irene ha sempre nuove idee : convince lo stilista a posare per la copertina della rivista Appeal e si fa dare i bozzetti dei nuovi modelli da pubblicare in un inedito articolo. La sera stessa conosce per caso l’affascinante Davide Frangi (Andrea Bosca), un imprenditore tessile di COMO che la aiuterà a risolvere una situazione molto complicata …
ARMANI in copertina crea un certo scompiglio … La rivista di moda è in
crisi … solo VALENTINO può ridare lustro ad Appeal …
Rita però non riesce a partire per ROMA … Irene e Monica (Fiammetta Cicogna) la sostituiscono alla chetichella della redazione ma la spedizione romana non è fortunata perché VALENTINO non vuole incontrare le due giovani …
La rivoluzione di ARMANI : lo stilista che ama le DONNE
valorizzandole in un momento di grandi trasformazioni …
Il casual italiano inizia con la GIACCA DESTRUTTURATA di ARMANI.
Alla metà degli anni ’70 la generazione del dopoguerra era entrata nel mondo del lavoro, e non poteva più usare gli abiti colorati e provocatori adolescenziali, ma neanche quelli che erano ritenuti i tradizionali abiti da lavoro. ARMANI risolse il problema in modo innovativo e rivoluzionario. Portò in passerella l’indumento più classico e tradizionale di tutti, la GIACCA, ma realizzata con materiali più morbidi di quelli soliti e senza imbottiture, sagomature e stirature che la tenevano perfettamente in tiro. Una giacca nuova, né esclusivamente maschile né esclusivamente femminile, leggermente sformata e adatta a ogni occasione.
Questo capo veicolava un messaggio importante, cioè che le donne
non dovevano più vestirsi da ‘donne’ e gli uomini da ‘uomini’.
Il successo fu straordinario anche all’estero:
ARMANI vinse il Neiman Marcus Fashion Award nel 1979 e l’anno dopo Richard
Gere in American Gigolò vestì ARMANI e lo rese noto al grande pubblico.
“Storia della moda XVIII-XIX secolo”, Enrica Morini
Inoltre Giorgio ARMANI qualche tempo dopo riuscì a intuire che ormai la società negli anni ’80 era estremamente diversificata e non si poteva proporre soltanto il prêt-a-porter (che era l’abbigliamento riservato a un pubblico ricco, prodotto con materiali esclusivi e ricercati ed estremamente lussuoso e difficile, che sconfinava quasi nell’alta moda). Ormai i clienti avevano diversa estrazione sociale.
Nel 1982 riprogettò l’azienda, ideando tre linee:
1 - la prima (Giorgio Armani via Borgonuovo 21), più artigianale, era destinata a un pubblico di élite e offriva allo stilista la possibilità di sperimentare tessuti e fogge senza limiti di costo, per comunicare le nuove tendenze e creare l’immagine collettiva della griffe.
2 - La seconda era riservata alla vendita di massa ed era una moda che si alimentava con le stesse idee della prima linea, ma era più “portabile” e di produzione industriale.
3 - La terza linea (Emporio Armani), realizzata anch’essa industrialmente, era destinata ai giovani, e vendeva capi griffati col classico marchio dell’aquilotto con contenuti aggressivi e audaci a prezzi più bassi, con forti immagini pubblicitarie.
Nel corso degli anni Ottanta la società continuò ad evolversi, e la moda assunse di nuovo il significato di ostentazione dello stato sociale in cui si era o al quale si aspirava. Il cosiddetto Italian look interpretò questo desiderio di volersi mostrare ed essere alla moda, e ogni stilista adottò un proprio stile di riferimento. Armani scelse quello classico, funzionale e discreto, e fu l’unico, insieme a Dolce&Gabbana, che alla fine del decennio mantenne intatta la propria posizione internazionale adeguandosi ai cambiamenti di mercato.
Foto by Peter Lindbergh (1993)
SFILATA UOMO Primavera Estate 2018 Giorgio ARMANI:
la consacrazione della "GIACCA" come tratto distintivo dello stilista piacentino.
EARTH - Collezione DONNA Primavera Estate 2020 - SS20
Giorgio Armani prende ancora una volta ispirazione da Madre Natura e titola la sua Spring Summer 2020 Earth. Gli abiti della collezione sono la traslitterazione delle forme della natura in tessuti e accessori. Il risultato è eccezionale: in una parola, energico, proprio come il Pianeta Terra.
La collezione si muove agilmente tra daily wear e abiti da sera eleganti, soprattutto nell’ultima parte dello show. Protagonisti indiscussi sono i colori, che rendono la collezione vagamente muschiosa, come quelle pietre sfaccettate che si trovano nelle grotte e nella terra e sono il dono preziose di una natura benigna, calda e soffice.
L'omaggio a Milano della collezione Giorgio Armani PRIVE’
Primavera Estate 2021 è pura eleganza
La settimana della moda Haute Couture tutta digitalescorre veloce sugli schermi e le connessioni in fibra, ma non rinuncia certo ai suoi tempi, alla storia e al suo prestigio, passandosi il testimone da una capitale all'altra: da PARIGI (Dior e Chanel) a ROMA (Valentino), passando per MILANO, a cui Re Giorgio rende omaggio.
Location d'eccezione per la SFILATA Giorgio Armani PRIVE’ che per la prima volta viene presentata nel milanesissimo Palazzo Orsini, cuore dell'atelier in cui lo stilista dà vita e forma ai suoi abiti più straordinari.
Nel salone neoclassico vuoto, rigorosamente senza pubblico (a causa dell’emergenza sanitaria in corso), si susseguono le creazioni della collezione Giorgio Armani Privé Primavera Estate 2021, che rivelano l'essenza dell' ALTA MODA secondo lo stilista.
Abiti dall'estetica classica e atemporale, fluidi e dalle proporzioni impeccabili, che esprimono tutto il senso di libertà e di indipendenza del Maestro, da sempre lontano dai modi e dai gusti del momento, intento invece a dare corpo, luce e forma a quel desiderio di perfezione, che lo anima in tutto ciò che fa.
Le sue creazioni PRIVE’ sono la certezza di un certo stile e di un certo fare e saper fare che non ha eguali al mondo, simbolo di pura eleganza e bellezza assoluta: è l'estetica più profonda dell'alta moda.
ROSSO VALENTINO : storia di un colore iconico
Non è ciliegia, non è corallo, non è carminio. Il ROSSO VALENTINO
è la sfumatura che racchiude in sé lo charme della maison: ecco come è nato e come è diventato il fil rouge della storia del marchio.
< Il colore! Che linguaggio profondo e misterioso, il linguaggio dei sogni > Paul Gauguin
< Il rosso ciliegia è una polpa dalle vene violacee, un accenno biancastro di luce solare e di profumi di giugno. Il corallo è un mare screziato di giallo, poroso nel suo assorbire bolle di vita sott'acqua. Carminio sontuoso dal sentore bruciato, di mattone cotto e poi raffreddato, che trucca le labbra di Cleopatra. Scarlatto è una lettera di ignominia vivace e accesa nel buio, in contrasto con la porpora eloquente che impone reverenza in un gesto del capo e un leggero inchino.
Vino, sangue e fragole fresche, il cuore della rosa e del rubino nobile, la guancia innamorata.
Il ROSSO è narratore delle ambizioni dell'umanità, ne colora i piaceri uniformandoli sotto una sfumatura narratrice di passione, di foga e d'amore.
A Roma, il rosso è la triumphalis, toga di Cesare conquistatore.
A Roma, rosso è il colore degli imperatori.
Oggi, l' ultimo imperatore lo elegge a simbolo del suo regno di sontuosità e bellezza, ne tappezza via Condotti e le strade del mondo intero:
è monsieur Garavani, è il ROSSO VALENTINO > da www.vogue.it
È un documentario di Matt Tyrnauer del 2008, Valentino: The Last Emperor, a definire l'essenza del suo ROSSO: è lo strumento che permette a ogni donna di sentirsi una dea.
ROSSO VALENTINO
è una particolare sfumatura di rosso creata da Valentino e usata solo per alcuni dei suoi abiti. Si tratta di una tonalità di rosso molto acceso tra il carminio, il porpora e il rosso di cadmio. Valentino ne ha avuto ispirazione dai vivaci toni cromatici visti durante una vacanza in Spagna.
45º anniversario della maison di VALENTINO: 6:8 luglio 2007, ROMA
VALENTINO - anni '70
VALENTINO Garavani ha celebrato a ROMA il 45º anniversario della sua nota maison con tre giorni di festeggiamenti, tra il 6 e l'8 luglio 2007, prima di dire addio al suo lavoro di creatore di ALTA MODA.
Il 6 luglio un gala per 600 invitati d'eccezione ha avuto luogo al Tempio di Venere, cuore del Foro romano, ricostruito dallo scenografo premio Oscar Dante Ferretti con un doppio filare di colonne corinzie in vetroresina.
Per l'occasione Valerio Festi ha progettato lo spettacolo che animava la location con fuochi d'artificio e danzatrici aeree (vestite con un'apposita versione degli abiti da sera ROSSO VALENTINO).
Le ballerine si muovevano sulle note dell'aria "Oh mio babbino caro" dall'opera Gianni Schicchi cantata da Maria Callas, mentre la superficie del Colosseo era illuminata di rosso, il colore creato e lanciato dallo stilista, onnipresente nelle sue collezioni.
Proprio la sequenza di una ballerina di Studio Festi in volo che si allontana è l'immagine-simbolo con la quale Matt Tyrnauer chiude il suo documentario
Valentino: The Last Emperor.
Abiti esposti al Museo dell'Ara Pacis in occasione della mostra dedicata a VALENTINO per i 45 anni di carriera
VALENTINO ha fatto una breve apparizione nel film Il diavolo veste Prada interpretando se stesso.
VALENTINO adora i cani e possiede tre carlini che viaggiano sempre con lui: Margot, Maude e Maggie. Dal marzo 2016 si è aggiunta Moon. Altri quattro sono morti: Milton, Monthy e la loro madre Molly e la Mamyshany.
Si gioca quasi tutta sul NERO e sul ROSSO, i due poli
della sensualità cromatica, la COLLEZIONE Autunno
Inverno 2020/2021 di VALENTINO.
Il NERO dominante, che apre la sfilata, richiama alla mente il sex appeal forse castigato, forse minaccioso, di una dark lady, mentre il ROSSO, grande tradizione della maison, è la prima lama di luce inserita in uno spettacolo ambiguo, un po' risqué, un po' innocente. Si può essere entrambe le cose? Sì, se vestite VALENTINO.
Pierpaolo Piccioli punta tutto sulle trasparenze, gli spacchi e le scollature, una triade impossibile da fraintendere. Gli abiti di pelle nera sono accostati a camicie, top e mantelle di voile nero. Pochi strati, per ottenere quel nude look comunque elegantissimo. Poi entra in scena il rosso Valentino, su abiti in voile ricchi di rouches, vestiti più affilati dove spacco e scollatura si corrispondono in un gioco grafico e perfino un cappotto con scollo a barca.
Da www.harpersbazaar.com
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