in albis locuz. lat. – Formula (propr. «in [vesti] bianche») usata in alcune espressioni del linguaggio liturgico: settimana in a., la settimana successiva alla Pasqua (dall’antico uso dei fedeli battezzati nella veglia pasquale di portare la veste bianca per otto giorni); domenica in a. o bianca (lat. dominica in albis deponendis o depositis), la prima domenica dopo Pasqua, così detta perché in quel giorno
i fedeli battezzati nella veglia pasquale deponevano l’abito
bianco indossato al momento del battesimo.
treccani.it
AGOSTINO ricevette il BATTESIMO a Milano dalle mani di AMBROGIO durante la veglia pasquale del 387
Scene della vita di sant'Agostino - Benozzo GOZZOLI -
Cappella del Coro, chiesa di Sant'Agostino, San Gimignano
Il Battesimo di Agostino - Benozzo GOZZOLI
Il Battesimo di Sant'Agostino di Luca GIORDANO - Museo diocesano di Napoli
Battesimo di Agostino (1695-1700 ) – Louis DE BOULLOGNE Le Jeune - Bordeaux, Musée des Beaux-Arts
Battesimo di Agostino (1610) – Giovanni Battista RICCI -
Cappella di S. Monica nella Chiesa di S. Agostino a Roma
Proprio per la consegna della VESTE BIANCA durante la Veglia Pasquale ai nuovi
battezzati, la settimana di Pasqua è nominata IN ALBIS.
Il presupposto al commento di AMBROGIO per la consegna delle vesti candide è l’idea paolina del lavacro della Sposa ( Ef 5,26) e l’immagine evangelica della veste nuziale (Mt 22,11), sebbene il Vescovo non citi mai esplicitamente questi brani della sacra scrittura. Tale commento si sviluppa poi attingendo abbondantemente al Cantico dei Cantici:
Vedendo queste vesti le figlie di Sion, prese da stupore, dicono: “chi è costei che ascende tutta candida?” Essa era nera, come mai improvvisamente ora è diventata candida?… E Cristo vedendo la sua Chiesa in veste bianche … dice: “Ecco sei bella, amica mia, ecco sei bella, i tuoi occhi sono come colombe” …“Mettimi come sigillo sul tuo cuore” affinché la tua fede risplenda nel giuramento pienamente compiuto … Nessuna persecuzione sminuisca il tuo affetto, che né le grandi acque possono cancellare, né i fiumi travolgere”.
Arca di Sant'Agostino (1362) - BONINO DA CAMPIONE - San Pietro in
Ciel d'Oro a Pavia
Un baldacchino dalle arcate gotiche e dalle colonne attorcigliate definisce il luogo dove si svolge il battesimo: simula l'interno di una chiesa con il fonte battesimale.
Al centro Ambrogio e probabilmente Alipio porgono la veste ad Agostino che è inginocchiato assieme ad Adeodato. Per la prima volta Agostino porta un nimbo a forma di cerchio e non più dentato. Sotto l'arcata di destra si nota Monica mentre all'estrema sinistra si affaccia a osservare la scena un monaco, in cui si può riconoscere Simpliciano. In questa rappresentazione è dato maggior spazio alla vestizione più che al battesimo.
La DOMENICA IN ALBIS - "domenica in cui si depongono le vesti
bianche" (in albis depositis o deponendis) – è chiamata anche seconda
domenica di Pasqua, domenica quasimodo o quasimodogeniti
e per i cristiani conclude l'Ottava di Pasqua.
Nel messale del 1962, la domenica nell'ottava pasquale è chiamata
dominica in albis, in octava Paschae.
Con la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II questa domenica è stata chiamata "Dominica II Paschae" o "Dominica in octava Paschae". Uno sguardo all'Antiphonle Romanum II ci presenta il titolo di questa festa liturgica nella liturgia corrente della forma ordinaria che reca la seguente dizione: "Dominica in octava Paschae" ("Dominica II Paschae seu de Divina Misericordia").
Il nome "quasimodo" deriva dall' incipit della liturgia del giorno : Quasi modo.
Da questa denominazione solitamente usata dai luterani prende nome il personaggio di Quasimodo, protagonista del romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, che sarebbe stato abbandonato proprio la domenica dopo Pasqua.
La Chiesa ortodossa usa il nome di "domenica di san Tommaso", perché in questo giorno viene letto il brano evangelico che parla dell'incredulità di san Tommaso (Gv 20,26-29), come avviene anche nella liturgia cattolica.
Incredulità di san Tommaso di CARAVAGGIO - dipinto a olio su tela (107 × 146 cm) realizzato tra il 1600 ed il 1601 e conservato nella Bildergalerie di Potsdam.
Pablo PICASSO, Colomba con ramoscello d'ulivo, 1961.
Alla fine del diluvio la COLOMBA, simbolo di pace e di speranza, riporta a Noè un ramoscello d'olivo (Gn 8, 8-12).
La COLOMBA è pure la manifestazione dello Spirito Santo durante
il BATTESIMO di CRISTO (Lc 3, 21-22):
< Tutti si facevano battezzare, e anche Gesù fu battezzato; mentre
pregava, il cielo si aprì e lo Spirito Santo discese su di lui sotto
forma corporea, come una colomba >
BATTESIMO di GESU’ - Polittico di Sant'Agostino - dipinto a olio su tavola
di Pietro PERUGINO, databile a due fasi, una dal 1502 al 1512 circa e una dal 1513 al 1523 circa, conservato nella maggior parte degli scomparti alla Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia.
COLOMBA e AGNELLO : il bestiario della Bibbia di bianco vestito
AGNUS DEI – Francisco de ZURBARAN - Museo del Prado, Madrid, Spain
Presente a più riprese nell’Antico Testamento, l’ AGNELLO – animale fragile e innocente – non vedrà compiersi pienamente la propria forza simbolica che nel Nuovo Testamento. Vittima pasquale per eccellenza, rappresenta nella propria immagine il sacrificio ultimo di Cristo per la redenzione degli uomini. Un animale tra i più importanti delle Scritture.
I profeti dell’Antico Testamento, come Isaia, hanno subito rilevato il tratto saliente che caratterizza l’agnello:
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Is 53, 7
È in effetti la prima immagine che si può avere di questo fragile animale, che dalla notte dei tempi rappresenta l’innocenza – come conferma anche un altro profeta, Geremia:
Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: < Abbattiamo l’albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato >
Ger 11, 19
È in tale contesto che i primi tempi biblici associarono agnello e vittima espiatoria, avendo per punto culminante l’epica notte dell’Esodo, nel corso della quale il sangue dell’agnello sacrificato doveva marcare gli stipiti delle porte degli israeliti perché questi venissero risparmiati dalla collera divina che andava ad abbattersi sui primogeniti d’Egitto. L’istituzione dell’ AGNELLO per la pasqua ebraica era nata e da quel giorno sarebbe stata rinverdita ogni anno.
Cero Pasquale
L’ AGNELLO PASQUALE, un simbolo forte del cristianesimo
Il portato veterotestamentario fu essenziale, per il cristianesimo, fin dal suo sorgere, poiché ne erano riprese tipologie cristologiche in gran numero. In particolare con la Passione di Cristo, l’AGNELLO rivela una forza simbolica ancora più profonda diventando uno degli emblemi capitali dei cristiani. Se l’agnello era fino a quel momento una vittima espiatoria, a partire dalle parole di Giovanni il Battista su Gesù – < Ecco l’Agnello di Dio che porta su di sé il peccato del mondo > – l’ultima parte della frase diventa predominante.
BATTESIMO di GESU’ - Pietro PERUGINO – Duomo di CITTA’ DELLA PIEVE
DOMENICA IN ALBIS - Dal 2000 la Chiesa cattolica celebra in questa data anche la
DOMENICA della DIVINA MISERICORDIA .
2018 – Domenica della Divina Misericordia. Papa Francesco in piazza San Pietro
2020 - Papa Francesco nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia durante la Messa nella Domenica della Divina Misericordia
11 APRILE 2021 - Domenica della Divina Misericordia, messa speciale di Papa Francesco insieme a infermieri, detenuti, disabili e migranti. Chiesa di Santo Spirito in Sassia - ROMA.
Alla funzione un gruppo di carcerati di Regina Coeli, Rebibbia femminile e Casal del Marmo di Roma, alcune Suore Ospedaliere della Misericordia, una rappresentanza di infermieri dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia, alcune persone con disabilità, una famiglia di migranti dall’Argentina, dei giovani rifugiati provenienti da Siria, Nigeria ed Egitto.
La messa celebrata in forma privata è stata seguita dalla recita del Regina Coeli, guidata da Bergoglio in persona. Durante questa ricorrenza speciale, il Santo Padre ha ospitato alcuni Missionari della Misericordia, in rappresentanza dei più di mille sacerdoti istituiti durante il Giubileo della Misericordia con l’incarico di celebrare la riconciliazione e predicare la misericordia divina.
La Divina Misericordia è legata in modo speciale al Vangelo della Seconda Domenica di Pasqua (o “Domenica dell’Ottava di Pasqua”), rappresentata nel momento in cui Gesù appare ai discepoli nel Cenacolo, dopo la resurrezione, e dà loro il potere di perdonare o ritenere i peccati.
Questo momento è registrato nel Vangelo di Giovanni (20, 19-31), passo che abbraccia l’apparizione di Gesù Risorto all’apostolo San Tommaso, quando Gesù lo invita a toccare le sue piaghe l’ottavo giorno dopo la Resurrezione (Gv 20, 26). Proprio per questo, è usato nella liturgia otto giorni dopo la Pasqua.
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