Sabato & Domenica 22 & 23 OTTOBRE 2022 APRITI MODA :
il dietro le quinte del MADE IN ITALY
Alla scoperta di luoghi sorprendenti e affascinanti dove si nascondono la creatività, il genio e il nostro saper fare.
Antica Fabbrica Passamanerie 1843 – MASSIA Vittorio
Museo, Laboratorio e Uffici - Lungo Dora Maria Bricca a PIANEZZA (Torino) nella ex F.A.I. - Fabbrica Attrezzature Industriali. Non solo oggetti in bachelite, ma anche fonderia di alluminio e leghe leggere e produzione di viteria e minuteria metallica.
Bottega storica - Via Barbaroux, 20 a TORINO nel palazzo Giriodi di Panissera dove Silvio Pellico scrisse Le mie Prigioni
Con l’arredamento ottocentesco in legno di palissandro e particolari in ottone rappresenta uno dei pochi esempi di bottega artigiana d’epoca e per questo tutelata dalla Sovraintendenza dei Beni Culturali.
Negli scaffali trova posto una grande varietà di articoli e forme di passamanerie prodotte nell’arco di tre secoli.
PASSAMANERIE - Un insieme di intrecci, corde, alamari, frange e
fiocchi per abbellire arredi e capi d’abbigliamento.
Un accessorio per fare la differenza.
CARROZZE e CASE REALI CARRI FUNEBRI SALONI TEATRI
UNIFORMI MILITARI PARAMENTI ECCLESIASTICI ARTICOLI MODA
MASSIA Vittorio 1843 - Un'attività tessile che affonda le radici nella storia di una famiglia … Antiche ricette tramandate di padre in figlio per sei generazioni che ancora oggi consentono la creazione di nuove forme, ma anche la conservazione e il restauro di elementi ed accessori unici nel loro genere.
Azienda leader nel restauro e nella riproduzione di passamanerie storiche grazie a
- quasi 200 anni di archivio che racchiude indicazioni e segreti tecnici per la creazione di passamanerie per livree, uniformi, carrozze ed accessori per l’illuminazione
- telai d’epoca e lavoro manuale, che sovrastano lo sviluppo ossessivo della tecnologia.
Telai del diciottesimo secolo, rocchetti di fili d'oro e alamari cuciti a
mano. Lavorazioni al confine tra artigianato e arte. Una qualità
riconosciuta in tutto il mondo.
ABILITA’ TEMPO SINTESI
Fornitrice della Real Casa Savoia già prima dell'Unità d'Italia, ancora oggi l’Antica Fabbrica Passamanerie 1843 lavora per alcune famiglie regnanti d'Europa, come quella olandese o spagnola, ma anche per casati nobiliari. In gran parte per il rifacimento di tessuti d'epoca.
Dalla passamaneria per il Castello di Potsdam al progetto di tendaggi per la
Casa Bianca.
Dal TELAIO a PETTINE LICCIO per le tessiture più semplici che impiega tre persone
al TELAIO JACQUARD inventato nel 1790 dal francese Joseph-Marie Jacquard, dove una scheda perforata comanda il movimento dei licci permettendo l'esecuzione di disegni molto complessi con il lavoro di un solo tessitore.
Dal TELAIO a MANO al TELAIO MECCANICO
MACCHINA a crochet per passamaneria a frange ritorte
LAVORAZIONI AL BANCO per FIOCCHI (NAPPE)
L’Antica Fabbrica Passamanerie 1843 - MASSIA Vittorio – si firma in VIOLA
” Nel mondo dei tessitori tradizione vuole che ognuno abbia una sua firma. Nei tessuti di alta gamma troviamo così sul lato lungo indicazioni sulla provenienza: una nota di orditura, per distinguersi. C’è chi utilizza il proprio nome, chi un colore particolare, chi un segno che rende la pezza immediatamente riconoscibile. Anche la passamaneria Massia ha un suo segno distintivo, individuabile in tutte le produzioni a partire da fine ’800: è un segno discreto, quasi nascosto, ma è sempre presente. E’ un filo color viola.
La storia tramandata dalla famiglia racconta di Vittorio, innamorato di Antonietta: non poteva regalarle niente – coroncine, ventagli, coprispalle, ombrellini – che fosse impreziosito con ametiste come lui avrebbe voluto, poiché il viola era allora un colore di esclusivo uso regale e solo chi abitava a palazzo aveva il privilegio di usarlo. Allora, in primavera Vittorio se ne andava lungo il Po e nel fresco sottobosco delle colline raccoglieva viole, viole e poi ancora tante viole per farne dono alla sua amata. Antonietta, da parte sua, conservava tutti i fiori che le regalava Vittorio. E fu così che il ricordo di una storia d’amore legata al colore delle viole si trasformò in un filo e poi nel contrassegno della casa di passamaneria.”
Ad accoglierci Max (Massimiliano) e il padre Vittorio che ci mostrano la
realizzazione di un CORDONE a 3 capi
Rivestitura dell’anima in cotone con fili in seta e oro. 6 rocchetti di filato posizionati su un particolare supporto a cintura piuttosto pesante …
La mano esperta guida i fili sull’anima che ruota con un semplice sistema a manovella. Due terzi della lunghezza ricoperti da filo rosso, un terzo da filo oro.
Torsione dell’anima rivestita. Ripiegatura a 3 … all’estremità un divaricatore in legno con scanalature … realizzazione del cordone !!
Mi tornano in mente i cordoncini di lana colorata fatti con la mamma !! E anche i mitici pon pon e le nappine !!
I FIOCCHI ORNAMENTALI in passamaneria sono decisamente molto più impegnativi e spesso richiedono tanti passaggi diversi, dalla tornitura delle anime in legno diversamente sagomate al rivestimento, realizzazione delle frange, legature di vario genere, ricami ad ago e viva la fantasia !!
In mostra alcuni esemplari, dai più classici ai più contemporanei con l’inserimento di mattoncini Lego o tessere di mosaico.
Anche le dimensioni sono molto variabili, dai pochi centimetri ai 7 metri di lunghezza per 8 esemplari spediti negli Emirati Arabi voluti per arredare un grande ambiente al posto delle colonne. I gusti non hanno confini …
PASSAMANERIE : un tripudio di forme !!
Passamaneria dorata di grandi dimensioni per il sipario del Teatro Carignano a TORINO
Passamaneria preziosa in oro in varia pezzatura (fili, cordoni, lamine … ) particolarmente laboriosa e realizzata per 70 metri di lunghezza … lavoro certosino !!
Passamanerie classiche e contemporanee
Il forte legame dell’ Antica Fabbrica Passamanerie 1843 –
MASSIA Vittorio con CASA SAVOIA sembra riecheggiare anche nella
scelta dell’attuale location nel Lungo Dora Maria Bricca a PIANEZZA.
Maria BRICCA ebbe infatti un ruolo decisivo durante l'assedio di Torino del 1706.
L'obiettivo del principe Eugenio di Savoia era quello di liberare il castello di Pianezza dalle truppe francesi. Si sarebbe trattato di un importantissimo successo strategico in quanto i francesi sarebbero poi stati costretti a combattere con le munizioni razionate.
Il principe, venuto a conoscenza del fatto che Maria Bricca viveva in una casa vicina al castello, che vi aveva lavorato e che conosceva un passaggio segreto per accedervi, decise, di concerto con Vittorio Amedeo II di Savoia, di inviare Leopoldo I di Anhalt-Dessau al comando di un numeroso gruppo di Granatieri di Brandeburgo e di soldati sabaudi per prendere la fortezza.
Nella notte fra il 5 e il 6 settembre del 1706, guidato da Maria Bricca, il gruppo attraversò il guado sulla Dora Riparia nei pressi della Pieve di san Pietro, percorse la galleria, oggi detta di Maria Bricca, salì la scala a chiocciola in pietra situata tuttora al termine del passaggio ed irruppe nel salone delle feste.
Molti francesi vennero uccisi sul posto, altrettanti presi come prigionieri e anche il bottino fu notevole.
Grazie anche alla posizione raggiunta, la mattina dopo l'armata austro-piemontese prese alle spalle i francesi alle porte di Torino e li travolse costringendoli ad una fuga precipitosa verso Pinerolo e poi in Francia. Le perdite dei francesi furono ingenti e il 7 settembre Torino venne liberata.
Il primo documento che parla del Castello di PIANEZZA è dell'imperatore Federico Barbarossa del 1159. Si trovava sulla Via Francigena. Nel 1808 la struttura fu smantellata e nel 1811 il terreno venduto al marchese Lascaris che vi edificò una Villa. Nel giardino sono conservati pochi resti del castello.
Reportage fotografico by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI
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