CASHMERE VICUñA ALPACA MOHAIR
BIELLA – dominata dal MONTE ROSA e attraversata dal TORRENTE CERVO – è annoverata tra i maggiori poli lanieri al mondo e riferimento assoluto per i tessuti di alta gamma. Qui l’ARTE DELLA LANA, oltre che precoce, è imperitura. Coltivata fin dall’epoca pre-romana, era regolamentata con statuti ad hoc già fra il Milleduecento e il Trecento, negli anni in cui Dante mandava mezzo mondo all’Inferno mentre nella sua Firenze, faro d’Europa, a difesa di quest’arte nasceva la più ricca e potente delle corporazioni del Medioevo.
Dal Biellese attingono le più importanti maison di moda e di design: dai cashmere purissimi per Giorgio Armani ai divani nello Studio Ovale della Casa Bianca, fino al cappotto di Audrey Hepburn in Vacanze romane.
Nell’ex lanificio Pria venne messa a punto la speciale formula per ricavare i toni di un colore leggenda: il Rosso Valentino.
I grandi marchi del lusso che hanno reso fiorente questo distretto:
Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Lanificio Fratelli Cerruti, Piacenza, Lanificio Colombo, Lanificio Vitale Barberis Canonico, Lanificio Reda.
Con le GIORNATE di PRIMAVERA il FAI promuove la scoperta delle eccellenze del territorio di BIELLA, tra passato e futuro.
Fratelli CERRUTI 1881 – Biella.
La lunga storia dell’azienda, dalla fondazione fino alla terza generazione con Nino, classe 1930.
CARAVELLE - Nel 1948 Silvio Cerruti, appartenente alla seconda generazione della famiglia, introduce nel logo del Lanificio l’immagine della caravella - un tipo di veliero introdotto intorno al 1451 dai portoghesi - simbolo dell’esplorazione e del viaggio. Un messaggio che sottolinea il DNA e la missione del Lanificio F.lli Cerruti 1881 : portare il bello nel mondo.
Dopo la prematura morte di Silvio Cerruti nel 1951, la guida dell’azienda viene assunta dal figlio primogenito Nino che, benché ventenne, dimostrerà da subito una sensibilità estetica ed una capacità organizzativa uniche che lo porteranno a diventare un’icona della moda in tutto il mondo.
1951-1962 NINO CERRUTI E LA MODA MASCHILE
Nel 1957 lo stilista decide di entrare nel mondo della moda maschile e fonda la HITMAN, azienda specializzata nella produzione di capi da uomo. Con uno staff di 350 dipendenti la Hitman produce 120.000 capi all’anno in stretta collaborazione con altre 10 imprese italiane. Negli Anni Sessanta più del 50% della produzione è destinato al mercato estero.
1963-1968 CERRUTI E LE BOUTIQUES
La Hitman lancia Flying Cross, la prima linea sartoriale di prêt-à-porter maschile di lusso, che nasce da un’idea del sarto e stilista Osvaldo Testa. Brand inizialmente più modaiolo, si sviluppa nel tempo con un caratteristico stile “anglo-napoletano”, che combina la tradizione sartoriale napoletana con il gusto anglosassone dei tessuti.
Nel 1967 Nino Cerruti inaugura la sua “maison de couture”: è il primo stilista italiano a lanciare a Parigi il proprio marchio di prêt-à-porter maschile di alta qualità. Nasce così Cerruti 1881, cui si affianca la boutique monomarca in Place de la Madeleine, primo negozio di prêt-à-porter dove vengono esposte contemporaneamente le collezioni maschili e femminili.
Vico Magistretti, architetto di fama mondiale, studia per l’occasione un ambiente dal concept del tutto innovativo, in cui gli arredi sono interamente modulabili secondo le diverse esigenze.
A metà degli anni sessanta nel suo Lanificio Fratelli Cerruti si avvale della collaborazione di nuovi nomi emergenti della moda italiana, assumendo come designer un esordiente del calibro di Giorgio Armani.
Nel 1968 Nino Cerruti realizza la sua prima sfilata: la prima volta nella storia della moda in cui i modelli e le modelle sfilano con gli stessi abiti. Nino Cerruti acquisisce la fama di ideatore del “Casual Chic”, una moda glamour e lussuosa che conquista il mondo e il mercato con uno stile unico e coinvolgente.
Negli anni settanta crea la prima giacca decostruita.
Stabilisce accordi di licenza in Giappone e USA al fine di incrementare la visibilità del brand a livello internazionale e per mantenere i prezzi competitivi in più mercati.
Nel 1975 la Hitman inizia la produzione e la distribuzione della maglieria, delle camicie e della linea casual: Cerruti 1881 Brothers.
Alla fine degli anni ’70 lancia anche il primo profumo maschile legato al brand, dal nome “Nino Cerruti”, seguito da altre intuizioni ed innovazioni: negli anni ’80 la linea sportswear, particolarmente apprezzata per l’abbigliamento dedicato al tennis e allo sci. In breve sponsorizza atleti di fama mondiale come il tennista statunitense Jimmy Connors e lo sciatore svedese Ingemar Stenmark.
La popolarità del marchio aumenta ulteriormente nel 1994 quando il brand viene nominato designer ufficiale della squadra di Formula 1 della Ferrari.
Ad inizio anni ‘90 vengono lanciati due nuovi profumi: “Cerruti 1881 Pour Homme” e “Cerruti 1881 Pour Femme”, entrambi prodotti e distribuiti da Elizabeth Arden. Inoltre vengono aperti negozi monomarca in Cina, Hong Kong, Thailandia ed Indonesia.
Nel 1995 inizia la produzione della linea femminile “Cerruti Arte” posizionato nel segmento “Top Designer”.
CARAVELLE – La nuova linea di tessuti che il Lanificio F.lli Cerruti 1881 propone a chi ama la sartoria con un tocco confortevole e moderno. Tessuti nati dalle migliori lane acquistate alle aste del Victoria, in Australia. Una materia prima unica che, esaltata dall’armatura a batavia, regala elasticità naturale e un drappeggio fluido. Il peso ottimale di 260 grammi rende gli abiti confezionati nei tessuti Caravelle versatili per più̀ stagioni.
MOHAIR - Il Lanificio f.lli Cerruti è stato il primo marchio italiano a produrre tessuto contenente Mohair. Nel secondo dopoguerra Nino Cerruti si recò personalmente in Inghilterra per apprendere la lavorazione di questa fibra fino ad allora utilizzata solo dagli Inglesi.
Questo è l’inizio della storia del Kinair - tessuto ingualcibile, vivace e lucente per l’ abito estivo da giorno (fresco lana).
Risposta ideale al frenetico ritmo della vita contemporanea grazie ai filati ad alta torsione che trasmettono una naturale resistenza e una perfetta vestibilità adatta ad ogni imprevisto, Kinair - dalla famiglia di tessuti di iTravel - è il compagno di viaggio ideale al servizio di curiosità e “joie de vivre”.
Nino CERRUTI : il maglioncino giallo a V portafortuna e la giacca
ricamata in rosso sui fori delle tarme
Nino Cerruti muore nel 2022 … PIACENZA 1733 acquisisce CERRUTI 1881
< Siamo fieri e orgogliosi di raccogliere il testimone di chi ci ha preceduto e di poter preservare un Lanificio Storico, sinonimo di pura bellezza, con cui condividiamo il percorso di innovazione e evoluzione tra due realtà che credono da sempre fortemente nel territorio e nel rispetto delle persone, senza trascurare, ma anzi dando grande spessore al tema della sostenibilità > ha dichiarato Carlo Piacenza.
Il Gruppo Piacenza S.p.A. ha annunciato l’acquisizione del 100% della società Lanificio F.lli Cerruti S.p.A., anche quest’ultima, realtà imprenditoriale d’eccellenza biellese come Lanificio Piemontese, già parte del Gruppo da novembre 2020.
Carlo Piacenza, Amministratore Delegato del gruppo, comunica la volontà di mantenere continuità nel nuovo assetto organizzativo, soprattutto da un punto di vista produttivo e con particolare attenzione al valore delle maestranze, considerate l’ago della bilancia nel processo di acquisizione. Inoltre l’accordo ha permesso al Gruppo Piacenza 1733 di internazionalizzarsi presidiando ulteriormente il mercato asiatico, incorporando gli uffici di Tokyo e Hong Kong di proprietà del Lanificio Cerruti.
PIACENZA 1733
L’azienda è stata fondata da Francesco Giovanni Piacenza nel 1733 a Pollone, nel cuore del distretto tessile biellese, circondata da una splendida vegetazione ai piedi delle Alpi italiane, con il sogno di creare e tramandare l’arte della qualità.
Oggi è Carlo a guidare il Lanificio Piacenza 1733 e i suoi 300 dipendenti, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e nel pieno rispetto delle antiche tradizioni. Da oltre 10 anni le nuove generazioni, quattordicesima e tredicesima, Vasiliy Ettore e Felice, hanno fatto il loro ingresso dando una nuova linfa all’azienda, rispettivamente nei ruoli di Brand Manager, General Director & Special Project & Heritage Manager.
I VIAGGI di Mario e Guido Piacenza
Tra fine ‘800 e prima metà del ‘900 viaggiare era scomodo, lento e pericoloso. La Terra sembrava più grande, adatta solo agli spiriti coraggiosi. Da luoghi lontani arrivavano notizie di natura antropologica, botanica, scientifica e immagini che presentavano aspetti del mondo mai visti. I viaggi di Mario e Guido Piacenza sono stati fonti di ispirazione e hanno portato scoperte inestimabili per l’azienda.
Nei deserti del Medio Oriente, Mario apprende dai berberi quanto sia prezioso il cammello. La “nave del deserto”, oltre ad essere indispensabile mezzo di trasporto, si rivela fondamentale anche per affrontare le basse temperature della notte. Mario scopre il duvet di cammello e i cappotti conoscono una rivoluzione.
Durante la spedizione nell’Himalaya (1913), Mario scopre la morbidezza e il calore dei tessuti allacciati alle caviglie degli sherpa.
L’esperienza di Fratelli Piacenza nella selezione delle materie prime
più rare e pregiate è unica nel suo genere.
Comprendendo la stretta relazione tra la qualità della vita dell’animale e la qualità delle sue fibre, il lanificio identifica solo le località, gli allevatori e gli allevamenti più esclusivi al mondo per ottenere la materia prima più pregiata.
Questa attenzione meticolosa alla qualità delle fibre è la chiave per la creazione di tessuti di lusso che esprimono l’eccellenza e la perfezione in ogni dettaglio.
L’eco-sostenibilità dei nostri giorni affonda le radici nel senso di appartenenza alla natura del passato.
Nel 1840 Giovanni Piacenza dà vita al nucleo originario del Parco Burcina, poi ampliato dal figlio Felice. Quei 57 ettari intorno alla collina riflettono l’identità della famiglia Piacenza.
Riserva Naturale Parco Burcina “Felice Piacenza” a Pollone
Nel parco la natura ha piena libertà d’essere. L’estensione cromatica della valle dei rododendri, simile ad un quadro di Monet, deriva da un difetto di Felice.
Guido ricorda la forte miopia del nonno Felice e la considera “complice” dell’origine delle macchie di colore che dominano nel parco, tanto da esserne il tratto distintivo.
Questo racconto porta alla mente la frase di Leonard Cohen: < C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce >
Il parco della Burcina fu creato nel 1840 nei terreni acquisiti da Giovanni che volle sentieri, laghetti e cascine unendo gli stili italiano e inglese.
Felice lo ampliò e, tra il 1890 e il 1920, fu il promotore di importanti lavori tra cui la creazione della Valle dei Rododendri, una cascata di arbusti che in primavera fiorisce formando un anfiteatro variopinto.
Nel parco, venduto al Comune di Biella nel 1935, vivono sequoie, magnolie, pinus strobus, ma anche gli «alberi dei fazzoletti», di origini cinesi, sparsi in 57 ettari intorno alla collina.
Dalle tinte primaverili e autunnali della natura in Burcina Enzo trovò l’ispirazione per alcune sfumature presenti ancora oggi nelle cartelle colori del lanificio, come la tonalità rododendro.
Felice Piacenza - Entrato giovanissimo nell’azienda di famiglia, si recò in Belgio nel 1867 per apprendere le più recenti innovazioni e trasferirle a Pollone. Realizzò uno dei primi impiantanti idroelettrici del Piemonte, su progetto di Galileo Ferraris. Nel 1901 fondò la Lega Industriale Biellese di cui fu il primo presidente; nel 1911 fondò a Biella il Lanificio Scuola ’’Felice Piacenza’’; fu tra i fondatori dell’Associazione dell’Industria Laniera Italiana e ingrandì notevolmente il Parco Burcina avviato da suo padre Giovanni.
Lanificio Maurizio SELLA : LMS Open Innovation Center – Biella
Documenti d’archivio permettono agli studiosi di archeologia industriale di ricostruire la storia architettonica di questo complesso di edifici e delle funzioni cui, nel corso del tempo, sono stati adibiti.
Le prime citazioni, fra il Duecento e il Trecento, si riferiscono ad un mulino. Nei secoli successivi sono stati poi menzionati il ’’battitore da carta di Angelo Mondella” (1548), la ’’pesta da canapa’’ e la presenza di una ’’ferriera’’ (1659).
Nel 1695 la Congregazione del Santuario d’Oropa fa erigere in questo sito un ’’Albergo di virtù col traffico di sete e lane con annesso filatoio di seta”, a cui è dedicata una delle due lapidi apposte all’ingresso del Lanificio.
La seconda, in marmo bianco, venne posta dopo la permanenza del Re Umberto I in casa Sella, nell’agosto del 1880, e la sua visita nel Lanificio a Rosa Sella, moglie di Maurizio e madre di Quintino. La lapide descrive le attività lì svolte grazie all’energia fornita dall’acqua, sintetizzando efficacemente la storia di questi antichi edifici lungo il Torrente Cervo, e ricorda la parte che ebbero i regnanti nel favorire lo sviluppo dell’attività manifatturiera.
Negli anni tra il 1835 e il 1849 tutti gli immobili, con i relativi diritti sui salti d’acqua, vengono acquistati da Maurizio Sella per impiantarvi i nuovi macchinari tessili.
Nel 1867 il Lanificio, sotto la guida dei figli Giuseppe Venanzio e Quintino Sella, costruisce a monte dei preesistenti edifici un grande immobile multipiano di tipo ’’manchesteriano’’ da adibirsi a tessitura. Ognuno dei cinque piani è destinato a una fase di lavorazione.
Nel 1907 fu ampliato il fabbricato e costruita una ciminiera per l’utilizzo delle
caldaie a vapore.
Partitore delle acque
Il lanificio continuerà successivamente ad essere guidato dai nipoti e pronipoti di Maurizio, fra cui in particolare ricordiamo la figura di Carlo Sella. È per sua iniziativa che, dopo la prima guerra mondiale, sorge l’Idroelettrica Maurizio Sella con l’impianto per la produzione di energia nell’Alta Valle di Andorno e impianti sussidiari presso la Filatura di Tollegno (sempre da lui fondata) e nello stesso Lanificio Maurizio Sella.
L’Idroelettrica venne nazionalizzata nel 1963, mentre l’attività tessile del Lanificio cessò all’inizio degli anni ’60. I figli di Quintino e di Giuseppe Venanzio fra cui Gaudenzio, fondatore della Banca Sella, e Vittorio, alpinista e fotografo, nacquero tutti nell’abitazione della famiglia all’interno del lanificio. La famiglia in seguito trasferì la sua residenza sulla retrostante collina del monastero di San Gerolamo acquistata nel 1864.
Una sala espositiva nei locali un tempo adibiti alla filatura della seta ospita eventi culturali ed esposizioni. Adiacente la cappella dedicata alla Madonna d’Oropa e a San Giobbe (1695) di cui resta un affresco.
San Giobbe patrono degli allevatori dei bachi da seta
La relazione tra San Giobbe e la bachicoltura nasce dalla rilettura dei racconti biblici in età medioevale.
Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
Nel detto popolare viene sempre sottolineata la perseveranza, la pazienza di Giobbe afflitto da tante disgrazie, mentre nell’iconografia medievale il suo corpo è ricoperto di piaghe dalle quali escono vermi …
Questi ultimi furono identificati dai contadini come i bachi da seta da loro allevati. E così San Giobbe divenne il protettore della bachicoltura.
Nella sala espositiva del Lanificio Maurizio Sella la mostra fotografica
“Il passato che saremo” fino al 1° maggio.
Progetto espositivo dai forti contenuti in tema di sostenibilità realizzato in collaborazione con il Festival della fotografia etica di Lodi.
Alpaqueros di Alessandro Cinque testimonia le condizioni di vita di alcune comunità peruviane di allevatori di alpaca. La loro sopravvivenza è minacciata dai cambiamenti climatici che le costringono a migrare perdendo le loro radici e la loro fonte di sostentamento.
Riti propiziatori alla Pachamama – Madre Terra - prima della transumanza.
Un rito antico che va perdendosi è quello del matrimonio degli alpaca.
Eustasy di Felipe Fittipaldi testimonia il cambiamento avvenuto rapidamente nella cittadina brasiliana di Atafona a Nord di Rio De Janeiro che rischia di scomparire a causa dell’erosione della costa provocata dall’innalzamento del livello degli oceani.
La casa di un pescatore inghiottita dalle acque dell’Oceano Atlantico
“Un luogo è prima di tutto un’esperienza e LMS è proprio questo:
lo spazio dove l’innovazione vive”
L’ex Lanificio Maurizio Sella, sulla riva sinistra del Torrente Cervo in Biella, oggi di proprietà di Banca Sella, è stato oggetto negli ultimi anni di importanti lavori di restauro conservativo che hanno anche riportato in vita l’antico giardino sul torrente. Oltre alla Fondazione Sella con i suoi archivi, vi hanno sede il Centro elaborazione dati e l’Università aziendale del Gruppo Sella.
L’ex Lanificio Maurizio Sella - oggi LMS Open Innovation Center - fronteggia l’ex Lanificio Trombetta sulla sponda opposta del torrente Cervo - oggi CITTADELLARTE, Fondazione Pistoletto.
CITTADELLARTE – Fondazione Pistoletto nasce nel 1998 a BIELLA, città della lana e dell’industria tessile per eccellenza, occupando i locali dell’ Ex Lanificio TROMBETTA in prossimità del torrente CERVO come tanti altri edifici manifatturieri che avevano bisogno di un forte approvvigionamento idrico sia per la produzione di Forza Motrice che per il lavaggio della lana …
n.o.v.a.civitas Nuovi Organismi di Vita Abitativa
Nata nel 2008, è un’impresa di costruzione e commercializzazione di prodotti e materiali di origine naturale o riciclati al fine di promuovere la sostenibilità in architettura e edilizia attraverso mostre, eventi e attività rivolte a professionisti e tecnici delle costruzioni, ma anche al cittadino, per sensibilizzarlo al consumo critico e consapevole di un prodotto che unisce alta qualità e responsabilità sociale.
Terzo Paradiso - Scaturisce nel 2003 dalla fusione fra il primo paradiso - quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura – con il paradiso artificiale sviluppato dall’intelligenza umana con la scienza e la tecnologia.
Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura.
Nel 2010 Michelangelo Pistoletto traccia il solco del “Terzo Paradiso” ad Assisi: l’opera di land art segna l’inizio dei lavori di restauro del Bosco di San Francesco, a cura del FAI.
Nel 2012 prende il via Rebirth-day, la festa del Terzo Paradiso, la giornata universale del cambiamento. 21 dicembre
Castelli Romani - Rebirth-day 2013
Saverio Teruzzi, artivatore, ha realizzato con i rifiuti ingombranti provenienti dall’isola ecologica di Albano il simbolo del terzo paradiso, la teoria artistico-filosofica di Michelangelo Pistoletto, che ha inaugurato l’installazione assemblata nell’anfiteatro romano.
Ad oggi 240 le ambasciate nel mondo con altrettante bandiere create da ambasciatori che rappresentano nel territorio in cui primariamente operano l’idea stessa del simbolo del Terzo Paradiso.
CITTADELLARTE – Fondazione Pistoletto : alcune opere del maestro
Quadri specchianti
Segno Arte – Gianna Nannini
Il Segno Arte di Pistoletto è una figura formata dall’intersezione di due triangoli, iscrivendo idealmente una figura umana con braccia alzate e gambe divaricate. Proprio questa forma viene utilizzata da Pistoletto come modulo base per la realizzazione di altre opere in materiali diversi, come porte e tavoli.
Venere degli Stracci - Michelangelo Pistoletto, artista e maestro dell’Arte Povera, la realizzò nel 1967 ispirandosi alla Venere con la Mela dello scultore danese Bertel Thorvaldsen.
Rif. articolo CITTADELLARTE ... Spirito Rock sez. Luoghi dell’Arte
ARTE DELLA LANA : Impresa & Cultura nelle opere di Ermenegildo ZEGNA & Ettore Olivero PISTOLETTO a CASA ZEGNA.
Lanificio Ermenegildo ZEGNA - 1910 - a TRIVERO (Biella). OASI ZEGNA
Lanificio Vitale BARBERIS CANONICO - 1663 - a PRATRIVERO (Biella). ARCHIVIO STORICO
Rif. articolo ARTE DELLA LANA sez. Textile Art
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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